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Ciottoli – Psicopatologia Generale

Ciottoli - Una rubrica di Roberto Lorenzini: spunti e idee sparpagliati di psicopatologia generale, da raccogliere (se si vuole) e mettere in tasca. 

Una rubrica di Psicopatologia generale a cura di Roberto Lorenzini

Psicopatologia Generale - Ciottoli , Psicologia - Rubrica di Roberto Lorenzini

Introduzione

Aspirerei moltissimo, giunto alla mia età, e prima di morire, a scrivere un libro importante un po’ riassuntivo di fine carriera, magari un compendio di psicopatologia generale dove tentare una sistematizzazione complessiva del disagio mentale. Se ci riuscissi non potrei poi esimermi da scrivere un secondo volume di clinica generale rimandando ancora la partenza e chissà quanto poi potrei tirarla a lungo con la bibliografia da aggiornare continuamente. Ho imparato da mia nonna che voleva prima vedermi grandicello, poi diplomato, poi laureato, poi sposato, poi con un figlio finchè ho dovuto ammazzarla perché non tolleravo mi mettesse fretta. C’è sempre un buon motivo per non dar soddisfazione all’INPS.

In questo periodo sto lavorando con Benedetto Farina ad un progetto del genere per una psicopatologia e una clinica completamente dimensionali. Di giorno ci lavoriamo e di notte lo smontiamo secondo la strategia di Penelope che non voleva darla ai Proci. Ma non si sa mai: uno si distrae un attimo e Benni che è serio e studioso lo finisce e Tito Boeri inizia a fregarsi le mani.

Allora ho pensato di iniziare un progetto aperto a tutti che per sua natura non potrà mai finire. Lo stimolo mi è stato dato da un bellissimo libro di Kahneman (l’unico psicologo che ha preso il nobel anche se per l’economia: buttalo via!) “Pensieri veloci, pensieri lenti” e da altre letture che sono seguite di contorno in particolare sui sistemi motivazionali e la scopistica.

Il progetto che ho in mente viene incontro a varie esigenze. Non ho la capoccia ne la pazienza per fare un progetto ampio e complessivo e mi diverte scrivere cosette brevi, poco più di un’idea un po’ lievitata e da spizzicare prima della cottura come l’impasto per i dolci o per le polpette, un po’ nello stile della mia rubrica “Tribolazioni” che sono incluse nel volume “Dal malessere al Benessere” pubblicato per Franco Angeli con la complicità di un altro serio come Antonio Scarinci che le cose poi le finisce. Invece questo progetto lo vorrei chiamare “Ciottoli” perché suona meglio di pietre o cocci (entrambi poco rimandano alla vivacità cognitiva) o mattoni (per il senso di pesantezza e il rischio di Tarsi e imu che si corre).

 

Ciottoli di psicopatologia generale

Insomma quello che vorrei tentare è buttare giù singole idee un po’ sviluppate riguardanti la psicopatologia generale e poi mandarle in giro per i siti che talvolta mi ospitano in modo che chi le incontra possa farci quello che vuole: arricchirle e dibatterne con me e altri interessati grazie ai mezzi che il web ci mette a disposizione (non c’è solo “youporn”), utilizzarle per le tesine di specializzazione nelle scuole di psicoterapia, insomma le idee non sono di nessuno e ciascuno ci fa ciò che gli pare compreso tutte quelle cose indicibili che a qualsiasi romano verrebbe in mente di rispondere alla domanda “e con questo cosa devo farci?

“Ciottolo” mi sembra il nome adatto perché può essere usato come elemento per una costruzione più grande e fare grandi imprese, può restare come ricordo di una vacanza ad impolverarsi su un mobile, può avvilire l’arroganza dei superbi (andate a dirlo a Golia), può essere lisciato dalla corrente del fiume fino a diventare carezzevole come le nocche delle mani di una donna, può rimbalzare sulla superficie dello stagno causando conseguenze graziose ma transitorie e infine togliere il disturbo adagiandosi sul fondo melmoso, finalmente in pace tra le tinche e le anguille di ritorno dalle feste orgiastiche del mar dei sargassi.

P.S.: per correttezza devo confessare come abbia utilizzato un difetto per stimolare la creatività. La premessa è che stento a comprendere qualsiasi idioma che si parli all’esterno del G.R.A. che è vero che è il mitico grande Raccordo anulare, l’anello di 73 KM che circonda Roma ed essendo sempre bloccato costituisce l’unico vero baluardo contro l’avanzata dell’ISIS verso piazza San Pietro, ma si chiama così perché l’ing Gra ne è stato il progettista e costruttore (un bell’esempio di quell’iperdeterminazione che Freud vedeva attiva nel lavoro onirico). La conseguenza della premessa è che per leggere la letteratura inglese, mica finlandese, uso il traduttore di google inserendoci l’intero articolo. Poi leggo il testo in italiano e completo con la fantasia dove non si capisce, quasi dovunque dunque. Il testo originario è così una sorta di tavola di Rorschach dove proietto roba mia. Non credo sia un procedere rigidamente scientifico ma non c’è bisogno che andiate in giro a fare la spia.

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