Sinestesia – Definizione da Psicopedia
Sinestesia
La sinestesia (dal greco syn, “insieme” e aisthánestai, “percepire”) è un processo percettivo (non cognitivo) inconsueto che consiste nell’interazione e sovrapposizione spontanea e incontrollata di più sensi.
Essendo il cervello dotato di una funzionalità selettiva dei dati esterni, distribuita in più aree (si parla infatti di “specializzazione funzionale” della corteccia cerebrale e di “corteccia associativa”), la percezione dei differenti elementi che costituiscono la realtà interessata – ossia il colore, il movimento, i volti ed i suoni – avviene generalmente in maniera molto localizzata e distinta. La percezione cromatica, ad esempio, interessa una zona della corteccia visiva definita area V4; quella uditiva interessa una zona detta corteccia uditiva; il movimento è codificato in un’area della corteccia visiva detta V5 etc…
In alcuni casi, tuttavia, accade che la percezione di uno stimolo esterno venga associata a quella di uno completamente diverso e perfino inesistente rispetto alla realtà con cui ci si sta rapportando in quell’istante. Ad esempio in qualche soggetto la percezione del suono riesce a stimolare la zona corticale V4, specializzata nel riconoscimento dei colori (si parla in questo specifico caso di sinestesia di tipo A), provocando un’inedita percezione cromatica, senza che sia effettivamente intervenuto lo stimolo coloristico.
Nel caso della sinestesia di tipo A, un uomo è in grado pertanto di percepire e riprodurre un colore attraverso l’ascolto di un particolare suono o nota, perfino sovrapposto all’eventuale immagine osservata in cui tale cromia è elusa.
Si parla così di “sinestesia”, processo che resta ancora misterioso per i neuroscienziati, i quali propendono per l’ipotesi della presenza di connessioni particolari (o l’esistenza di vere e proprie zone di contatto tra le differenti aree o di particolari fibre nervose all’interno delle singole aree cerebrali) che conferirebbero alla persona interessata la capacità di saper individuare delle nuove relazioni.
Mozart e Kandinsky, per riportare due famosissimi esempi, “soffrivano” di questa corrispondenza che quasi certamente ha contribuito allo sviluppo della loro creatività.
La presenza di alcune cellule predisposte ad associare percezioni e concetti anche lontani, presenti generalmente in numero maggiore in alcuni individui più “creativi” ha ultimamente condotto a pensare che ci sia un effettivo legame tra sinestesia e creatività.
Probabilmente, senza essere dei soggetti sinesteti, è possibile, affinando la propria sensibilità con il coinvolgimento globale dei sensi, conquistare l’ispirazione artistica!
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BIBLIOGRAFIA:
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- Semir Zeki, 2010, La visione dall’interno. Arte e cervello, Universale Bollati Boringhieri Torino.