expand_lessAPRI WIDGET

Scuole di Psicoterapia: la Selezione degli Allievi

Scuole di Psicoterapia - come funziona la selezione degli Allievi? Aspettative, Timori, Dubbi e Interrogativi.

Di Sandra Sassaroli

Pubblicato il 05 Giu. 2013

Aggiornato il 11 Giu. 2013 09:53

 

 

Scuole di Psicoterapia: la Selezione degli allievi. - Immagine:© Kurhan - Fotolia.com Quando ho la fortuna di avere davanti a me una ragazza o un ragazzo che si apre con onestà e curiosità, posso anche io godermi una discussione animata, aprirmi, raccontare meglio e in modo creativo il percorso personale e sociale che mi ha portato lì, a stare seduta davanti a lei o lui, a raccontarle questo progetto. Se una persona mi piace, lotto perché si iscriva. Ci tengo, glielo faccio capire. 

 LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: PSICOLOGIA & FORMAZIONE

Nella nostra scuola di terapia sono spesso io a occuparmi di selezionare gli allievi. Selezione? Non diciamoci baggianate. Si chiama selezione, e tuttavia con molti di essi parlo anche di motivazione. Gli aspetti di selezione sono presenti ovviamente; capita di incontrare ragazzi e ragazze molto sofferenti, o francamente bizzarri.

Più spesso però gli psicologi che vengono a trovarci vogliono capire, capire che tipo di scuola hanno davanti, se è conveniente iscriversi, se è il posto giusto per la loro personalità o i loro gusti.

SITCC 2012 Roma - Reportage dal Congresso Annuale della Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
Articolo Consigliato: SITCC 2012- Formazione in Psicoterapia: terapeuta o paziente?

E noi vogliamo motivarli a iscriversi, vogliamo -se posso dirlo- “vendere” il progetto didattico in cui crediamo e per il quale così tanto ci siamo spesi.

Recentemente un ragazzo mi dice: “a me piace girare per scuole diverse, per sentire che aria tira”. Certo per chi è dall’altra parte del tavolo tutto questo rappresenta una grande fatica. E spesso una frustrazione.

I ragazzi arrivano ansiosi, spesso timorosi del giudizio, chiusi come ricci, o timorosi di essere esclusi o malgiudicati. Si portano dietro i loro problemi, le difficoltà economiche, le paure di non riuscire, i timori di essere giudicati.  A volte la preoccupazione del giudizio impedisce loro di aprirsi e farsi conoscere. 

LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: ANSIA

È naturale allora ragionare insieme su alcuni aspetti di questi incontri che potrebbero renderli più soddisfacenti per chi chiede di iscriversi e per chi incontra per la prima volta un giovane che non conosce.

Per le scuole di terapia: 

Fate una presentazione della vostra scuola che sia chiara, esplicitate con onestà i punti di forza e i punti di debolezza della vostra proposta didattica e le aree di sviluppo futuro più interessanti. Non siate trionfalistici o manipolativi, ma nemmeno troppo dediti all’understatement.

Ragionate anche su alcune caratteristiche della scuola che la rendono più adatta a determinati tipi di studenti e meno adatta ad altri tipi di studenti.

Non usate eccessivamente la seduzione: rischiate di attrarre i più suggestionabili, i più fragili fra gli studenti.

Per gli studenti:

Siate aperti e dite con chiarezza e senza timori le vostre esigenze. Spiegate le difficoltà che avete, le perplessità sulla scelta, il desiderio di capire meglio il tipo di approccio clinico e il tipo di scuola in cui siete arrivati a fare il colloquio; dichiarate senza timori le vostre preoccupazioni, i vostri percorsi personali e esistenziali che vi hanno portato a essere seduti davanti a quella persona.  

Fate anche domande personali, per esempio: “che cosa le piace del suo approccio,  cosa le piace di meno?”; oppure: “Se dovesse dire un punto di forza della sua scuola, quale sarebbe?”

LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: PSICOTERAPIA COGNITIVA

Siate propositivi, non siate impauriti di fare domande anche dure ed esplicite. Quando ho la fortuna di avere davanti a me una ragazza o un ragazzo che si apre con onestà e curiosità, posso anche io godermi una discussione anche animata, aprirmi, raccontare meglio e in modo creativo il percorso personale e sociale che mi ha portato lì, a stare seduta davanti a lei o lui, a raccontarle questo progetto. Se una persona mi piace, lotto perché si iscriva. Ci tengo, glielo faccio capire. 

Andate alle presentazioni ufficiali della scuola e cercate di comprendere lo stile didattico, lo spirito che si respira, le relazioni tra gli organizzatori e chi si presenta a voi.

Esame di Stato- Professione Psicologo. - Immagine: © olly - Fotolia.com
Articolo Consigliato: Esame di Stato – Professione Psicologo.

Chiedete se c’è una open school, uno spazio in cui si ospitano persone non iscritte alla scuola per gettare uno sguardo sulla didattica, sul clima del gruppo, sul tipo d’insegnamento e su come esso è fornito.

È chiaro che chi si occupa di una scuola di terapia ha interesse ad avere allievi per sopravvivere e svilupparsi. Ed è altrettanto chiaro che per fare questo è necessario che l’incontro tra quel determinato tipo di scuola e quel tipo di allievo funzioni, sia di soddisfazione per tutti.

Guardando gli allievi delle nostre scuole mi commuove sempre quando vedo ragazzi e ragazze che si muovono all’interno del percorso didattico con consapevolezza soddisfazione e allegria, e mi spiace sempre molto quando invece questo incontro non è felice e utile come speravo.

Non tutto si può prevedere prima, ma molto possiamo fare per aumentare l’onestà delle proposte didattiche e l’armonia degli incontri tra scuole e allievi.

LEGGI:

PSICOLOGIA & FORMAZIONE – 

LEGGI ANCHE ARTICOLI SUI DIVERSI ORIENTAMENTI:

PSICOTERAPIA COGNITIVA – PSICOTERAPIA SISTEMICO-RELAZIONALE PSICOANALISI

Sandra Sassaroli ha fondato e dirige il network di scuole di Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale Studi Cognitivi

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

Tutti gli articoli
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel