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Disturbo Narcisistico di Personalità – Narcisismo

Con narcisismo si indica un eccessivo interesse verso Sé che va su un continuum, dalla normalità fino alla diagnosi di Disturbo Narcisistico di Personalità

Aggiornato il 24 ago. 2023

Il termine “Narcisismo”

Prendendo a prestito il mito greco di Narciso, il termine ‘narcisismo è stato impiegato dalla psicoanalisi per descrivere una condizione patologica. Oggi il termine è utilizzato in riferimento ad una preoccupazione o ad un interesse relativo al Sé che va su un continuum, dalla normalità fino alla patologia, ovvero al Disturbo Narcisistico di Personalità.

Criteri diagnostici del narcisismo

L’approccio diagnostico dimensionale si contrappone a quello categoriale, che è adottato in generale anche dall’ultima versione del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali).

Per il DSM-5, i criteri diagnostici del Disturbo Narcisistico di Personalità sono i seguenti:

  1. Ha un senso grandioso d’importanza (per es., esagera risultati e talenti, si aspetta di essere considerato superiore senza un’adeguata motivazione).
  2. È assorbito da fantasie di successo, potere, fascino e bellezza illimitati, o di amore ideale.
  3. Crede di essere speciale e unico e di poter essere capito solo da, o di dover frequentare, altre persone (o istituzioni) speciali o di classe sociale elevata.
  4. Richiede eccessiva ammirazione.
  5. Ha un senso di diritto (cioè l’irragionevole aspettativa di speciali trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative).
  6. Sfrutta i rapporti interpersonali (cioè approfitta delle altre persone per i propri scopi).
  7. Manca di empatia: è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri.
  8. È spesso invidioso degli altri, crede che gli altri lo invidino.
  9. Mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntosi.

I criteri diagnostici per fare diagnosi di disturbo Narcisistico di Personalità secondo la quinta edizione del manuale ruotano sempre, come nella quarta, attorno al concetto di grandiosità.

Il DSM V però compie anche un passo avanti rispetto alla precedente edizione mettendo in luce per la prima volta i paradossi del narcisismo: l’enorme vulnerabilità dietro la facciata grandiosa, la solitudine profonda dietro l’auto-esaltazione. Un elemento diagnostico ulteriore è l’abuso di sostanze (es. tabacco, alcol, cocaina), che rappresenta un tentativo disfunzionale di curare l’inquietudine, l’irrequietezza e il mal di vivere costanti, tipici di questa patologia.

Il DSM e l’opinione comune spesso si focalizzano quasi esclusivamente sui comportamenti esteriori e di compensazione adottati da questi pazienti, cioè sulla parte auto-esaltatrice, quella più visibile e quasi sempre attiva in loro.

Il disturbo narcisistico è qualcosa di più complesso che, come anticipato, si può considerare lungo un continuum e non si può racchiudere dentro un’unica categoria. Ad un estremo dello spettro troviamo ad esempio il narcisismo sano (Behary, 2013).

Il narcisismo sano

Sono infatti narcisiste quelle persone carismatiche, assertive e sicure di sé che, galvanizzate dai complimenti e dalle lodi, ottengono spesso fama e riconoscimenti nella comunità di appartenenza. Sono uomini e donne fortemente determinati, padroni di sé e capaci di una leadership coinvolgente ed empatica. Spesso queste personalità sono diventate così dopo aver superato un passato burrascoso e turbolento grazie ad una terapia o l’incontro fortunato con un insegnante, amico o mentore. Alcune persone di successo rientrano nella categoria del narcisismo sano, accanto agli ambiziosi e rampanti narcisisti manifesti o overt, che non si fanno invece scrupoli a camminare sopra i cadaveri dei loro nemici.

Il narcisismo maligno

All’estremo opposto dello spettro troviamo invece quello che Kernberg (1992) definisce narcisismo maligno, che corrisponde alla personalità psicopatica e paranoide descritta da Lowen (1983).

Il narcisista maligno ha caratteristiche che lo pongono in un’area ibrida tra narcisismo e disturbo antisociale di personalità. Alcune caratteristiche tipiche del narcisismo raggiungono nel narcisista maligno il massimo grado di espressione: grandiosità, mancanza di sentimenti, perdita di contatto con il sé e il corpo, mancanza di contatto con la realtà, senso di onnipotenza, diffidenza verso gli altri, rabbia espressa, sadismo (anche verso se stesso) e crudeltà.

Solitamente il narcisista maligno, soprattutto quando è grave, è stato vittima di una forte aggressività da parte dei genitori nella prima infanzia. Ha avuto spesso un genitore (di solito il padre) fortemente sadico e punitivo e gradualmente si è identificato con lui.

In età adulta il suo mantra diventa: ‘Posso fare quello che voglio’ , ‘Nessuno mi può ferire’, in una visione dicotomica e scissa della vita (vista come una giungla) e degli altri, visti o come completamente buoni (quindi deboli e da sottomettere) o completamente cattivi (da attaccare o da cui fuggire in base alla forza percepita). Lo sviluppo più drammatico del disturbo quindi si osserva quando la grandiosità del paziente si combina con una forte quota di aggressività.

Narcisismo overt e covert

Tra narcisismo benigno e narcisismo maligno esistono molte sfumature che vanno dal narcisismo covert o nascosto al narcisismo overt o manifesto (Wink, 1991).

Il narcisisista covert è inibito, vulnerabile, ipersensibile alle critiche, ha paura del rifiuto, prova spesso vergogna e imbarazzo, sente sempre un’enorme distanza tra sé e gli altri (‘Vedo sempre gli altri come da dietro ad uno specchio, li sento lontani, come fossi un alieno’).

Ma, a differenza di quanto si può notare ad un’osservazione superficiale, il narcisista nascosto non è un dolce e affettuoso gattino, ma un leone addormentato. Condivide infatti con il suo contraltare overt l’atteggiamento di sfruttamento e manipolazione nei confronti degli altri, l’assenza di empatia, una certa quota di aggressività (seppur generalmente inferiore rispetto al narcisista overt) e la presenza di fantasie grandiose (nonostante queste, a differenza di ciò che accade per il narcisista overt, siano celate e meno consapevoli).

La paura di fallire e di non realizzare le proprie fantasie di grandezza determina spesso in queste persone la tendenza ad evitare situazioni in cui possono trovarsi al centro dell’attenzione (Kohut & Wolf, 1978). I narcisisti covert provano spesso vergogna e rabbia, senso di fallimento e sconfitta, rifiuto, espulsione.

Il narcisista overt invece appare superiore, autosufficiente, dominante, euforico, trionfante (o alternativamente freddo e distaccato). Sente di non appartenere al resto dell’umanità o di far parte di una élite superiore (Dimaggio et al., 2007).

Il narcisista overt sembra simile al carattere narcisistico descritto da Lowen, per cui:

Mentre cammino ho la sensazione che la gente si faccia da parte per farmi passare. Sembra la divisione delle acque del Mar Rosso per permettere il passaggio degli Ebrei. Ne sono fiero.

Appare dunque più corretto parlare di spettro narcisistico che di narcisismo. Un continuum che va dal narcisismo sano a quello maligno, dal narcisista covert a quello overt, in base al grado di grandiosità, perdita di contatto con la realtà, mancanza di sentimenti e di contatto con i propri bisogni, le proprie sensazioni corporee ed emozioni. E i narcisisti si collocano in un punto su questo continuum.

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