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Il Disturbo da Binge Eating

Il Binge Eating Disorder purtroppo è stato a lungo poco considerato e poco riconosciuto ma ad oggi sta ricevendo maggiori attenzioni cliniche

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 02 Mag. 2024

Cos’è il binge eating disorder?

Il Disturbo da Binge Eating è il disturbo alimentare più comune negli Stati Uniti. Secondo il National Institute of Mental Health, quasi il 3% della popolazione statunitense ha sviluppato un disturbo da alimentazione incontrollata in qualche momento della propria vita, più del doppio dei dati relativi a bulimia nervosa e anoressia.

Poco considerato e poco riconosciuto sia dal grande pubblico che in ambito sanitario, i clinici stentano ancora a diagnosticarlo, e chi ne soffre spesso sperimenta i sintomi per anni prima di comprendere che la propria condizione è curabile (Giel et al., 2022).

Il binge eating disorder o disturbo da alimentazione incontrollata è entrato nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5) 10 anni fa, e per questo la sua definizione è relativamente recente.

I sintomi (APA, 2013) sono i seguenti:

  • frequenti episodi di abbuffate in cui il paziente mangia, in un arco di tempo circoscritto (di solito meno di 2 ore), una quantità di cibo oggettivamente grande
  • sensazione di perdita di controllo rispetto a cosa e quanto viene mangiato durante l’abbuffata e fatica nello smettere di mangiare una volta iniziato   
  • le abbuffate arrecano significativo disagio e si verificano almeno 1 volta a settimana, per la durata di almeno 3 mesi
  • almeno 3 tra le seguenti caratteristiche: mangiare più rapidamente del normale, mangiare sino a percepire una sgradevole sensazione di sazietà, mangiare grandi porzioni anche senza appetito, mangiare da soli per il disagio dovuto alle quantità di cibo consumato, sentimenti di disgusto per se stessi, senso di colpa o depressione
  • dopo le abbuffate non si eseguono comportamenti di “compensazione” per eliminare il cibo ingerito (ad es. autoinduzione del vomito).

Il DSM-5 specifica anche vari livelli di gravità del disturbo, in relazione alla frequenza delle abbuffate: lieve, da 1 a 3 abbuffate a settimana; moderato, da 4 a 7 abbuffate settimanali; grave, da 8 a 13; estremo, 14 e oltre.

Le persone con binge eating a volte sviluppano bulimia nervosa e viceversa (Blum, 2023). Entrambi i disturbi sono caratterizzati da episodi di abbuffate, ma il binge eating non è collegato a comportamenti di eliminazione, come vomito indotto o esercizio fisico eccessivo, al fine di “compensare” il cibo ingerito. Il binge eating, inoltre, può essere diagnosticato sia in individui normopeso che in sovrappeso o in condizione di obesità, nonostante solitamente l’obesità non sia associata a episodi di frequenti abbuffate (APA, 2013).

Quando si sviluppa il binge eating?

Un’indagine relativa al territorio italiano, svolta dal 2018 al 2021, ha evidenziato un boom dei disturbi alimentari, con un aumento dell’incidenza complessiva del 30%, in particolare tra i 12 e i 17 anni, fascia di età più colpita a seguito del Covid-19 (Dalla Ragione, 2022).

Tuttavia, i dati a disposizione su inizio e decorso tipici del binge eating sono ancora insufficienti. 

I sintomi possono iniziare in età evolutiva, abbinati a un incremento del peso e del disagio psicologico, in adolescenza (in cui episodiche abbuffate possono fungere da prodromi di un successivo disturbo dell’alimentazione) o in età adulta. Solitamente a chiedere aiuto sono individui “più anziani” rispetto a quelli affetti da anoressia nervosa o bulimia che richiedono un trattamento (APA, 2013).

Cause e fattori di rischio del binge eating

Tipico dei Paesi industrializzati, è uniformemente distribuito tra le etnie asiatica, afroamericana, latinoamericana e caucasica (APA, 2013). 

Uno studio di genomica ancora in corso, condotto su un campione di circa 1000 persone mediante un’applicazione per smartwatch, sta al momento indagando i fattori genetici coinvolti nel binge eating (Bulik et al, 2020). Il disturbo, inoltre, ricorre tra componenti della stessa famiglia, dato che confermerebbe un certo grado di influenza genetica (APA, 2013).

Sebbene al momento non esistano risposte certe sulla natura del binge eating, è stato rilevato che esperienze traumatiche, storie di abusi sessuali, sintomi depressivi e difficoltà nella regolazione delle emozioni sembrano costituire possibili fattori di rischio (Harrington et al., 2010; Goode et al., 2020).

Intraprendere diete restrittive può portare in alcuni casi allo sviluppo di un disturbo da binge eating, innescando un pericoloso “effetto boomerang” in cui si alternano privazione di cibo e abbuffate: più a lungo le persone si privano del cibo, maggiore è la probabilità che si abbuffino perché avranno fame e che, in seguito, sentendosi in colpa, ritornino a nuove condotte di privazione (Goode, 2023).

Terapie disponibili per il binge eating

Il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata ha mostrato graduali progressi negli ultimi anni. Alcune tipologie di intervento psicologiche e mediche si sono rivelate efficaci, come la terapia cognitivo comportamentale individuale e di gruppo e il trattamento per la perdita di peso. 

La terapia cognitivo comportamentale costituisce il trattamento d’elezione per il disturbo da alimentazione incontrollata, in quanto agisce su pensieri, convinzioni e comportamenti delle persone riguardanti il cibo e la propria immagine corporea

La psicoterapia ha effetti sulla riduzione delle abbuffate, sulla regolazione del peso corporeo e sulla percezione di disagio psichico e sofferenza vissuta dai pazienti (van Riel et al., 2023). 

Un’ulteriore opzione è rappresentata dalle cure a carattere residenziale, in cui un’équipe multidisciplinare svolge attività di prevenzione, valutazione, diagnosi e cura del disturbo in un regime di assistenza h24.

Alcuni studi stanno verificando l’efficacia a lungo termine di un approccio combinato di tipo psicologico e farmacologico al binge eating, con il ricorso a farmaci antidepressivi, anticonvulsivanti o antagonisti degli oppioidi (Hilbert et al., 2020). 

Anche i gruppi di supporto in presenza o online, sebbene meno diffusi nel panorama italiano, rappresentano una risorsa per ricevere aiuto e comprensione da chi vive le stesse esperienze e problematiche. 

L’hashtag #BingeEatingRecovery, lanciato su TikTok e youtube, ha dato la possibilità a molte persone affette da binge eating di condividere la loro lotta quotidiana contro questo disturbo, e a molti terapeuti di motivare i pazienti a chiedere aiuto, superando lo stigma e la vergogna che si celano dietro una diagnosi di disturbo alimentare.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition. Arlington, VA.
  • Blum, D. (2023). The Most Common Eating Disorder in the U.S. Is Also the Least Understood. The New York Times, May 30, 2023
  • Bulik, C.M., Butner, J.E., Tregarthen, J. et al. (2020). The Binge Eating Genetics Initiative (BEGIN): study protocol. BMC Psychiatry 20, 307. 
  • Dalla Ragione, L., Vicini, M., De Santis, C., Ferri, S. (2022). I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: un’epidemia nascosta. Risultati del Progetto CCM – Azioni centrali del Ministero della Salute – Segretariato Generale “Piattaforma per la lotta alla malnutrizione in tutte le sue forme (triplo burden: malnutrizione per difetto, per eccesso e da micronutrienti)”.
  • Giel, K.E., Bulik, C.M., Fernandez-Aranda, F., Hay, P., Keski-Rahkonen, A., Schag, K., Schmidt, U., Zipfel, S. (2022). Binge eating disorder. Nat Rev Dis Primers. Mar 17;8(1):16. doi: 10.1038/s41572-022-00344-y. PMID: 35301358; PMCID: PMC9793802.
  • Goode, R.W. (2023). Navigating Eating Disorders in your Patients with Type-2 Diabetes. Webinar transcription in www.enceedus.org 
  • Goode, R.W., Cowell, M.M., Mazzeo, S.E., Cooper-Lewter, C., Forte, A., Olayia, O.I., Bulik, C.M. (2020). Binge eating and binge-eating disorder in Black women: A systematic review. Int J Eat Disord. 2020 Apr;53(4):491-507. doi: 10.1002/eat.23217. Epub 2020 Jan 10. PMID: 31922293; PMCID: PMC8010989.
  • Harrington, E., Crowther, J., Shipherd, J. (2010). Trauma, Binge Eating, and the “Strong Black Woman”. DO  – 10.1037/a0019174, Journal of consulting and clinical psychology, Vol  – 78.
  • Hilbert, A., Petroff, D., Herpertz, S., Pietrowsky, R., Tuschen‐Caffier, B., Vocks, S., Schmidt, R. (September 2020). “Meta‐analysis on the long‐term effectiveness of psychological and medical treatments for binge‐eating disorder”. International Journal of Eating Disorders. 53 (9): 1353–1376.
  • National Institute of Mental Health, Statistics – Eating Disorders: www.nimh.nih.gov/health/statistics/eating-disorders
  • van Riel, L., van den Berg , E., Polak, M. et al. (2023). Exploring effectiveness of CBT in obese patients with binge eating disorder: personality functioning is associated with clinically significant change. BMC Psychiatry 23, 136 . https://doi.org/10.1186/s12888-023-04626-x
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