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Adolescenti

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Aggiornato il 13 ott. 2023

Una fase di cambiamento

L’adolescenza è quel periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta in cui si susseguono cambiamenti su molteplici livelli. È una delicata fase di vita che racchiude in sé grandi mutamenti e grande disorientamento, con rilevanti trasformazioni fisiche e psicologiche che i ragazzi e le loro famiglie devono affrontare. Si caratterizza per l’intensità delle emozioni e l’importanza del gruppo dei pari, oltre che per il cambiamento nel rapporto con le figure genitoriali e una ridefinizione dei confini.

Quando inizia e quando finisce l’adolescenza?

L’adolescenza ha inizio intorno agli 11 anni circa, quando i ragazzi iniziano a pensare in modo più astratto e sviluppano la capacità di generare ipotesi e di pensare in modo più logico; spesso però fanno fatica a collegare situazioni, pensieri ed emozioni, quindi faticano a comprendere e distinguere le emozioni che provano e tendono a reagire ad esse in modo impulsivo. Conoscere il funzionamento emotivo, mentale e relazionale degli adolescenti nei diversi contesti di vita è indispensabile per poterli supportare nel loro percorso di crescita.

Nella fase 11-15 anni circa i problemi tipici sono frequenti sbalzi di umore influenzati dai cambiamenti biologici, iper-reattività agli stimoli, difficoltà nel rapporto con i genitori, senso di inadeguatezza rispetto agli altri, conformità al gruppo dei pari, senso di colpa e imbarazzo associati alla sessualità, uso o abuso di sostanze (Di Pietro e Bassi, 2013; Pierantoni, 2020).

Proprio in questo periodo inoltre è il corpo stesso a cambiare, a denotare il passaggio dall’infanzia a qualcosa di diverso, non sempre facile da elaborare e accettare; non è scontato infatti che l’adolescente possa sentirsi a suo agio davanti a questi cambiamenti.

Dopo questa prima fase dell’adolescenza, segue quella che viene definita adolescenza avanzata: compresa tra i 16 e i 19 anni circa (ma non c’è una vera e propria età limite), è caratterizzata da maggiore stabilità rispetto agli anni precedenti. I ragazzi iniziano a pensare in modo più sofisticato, formulando ipotesi complesse e considerando eventi futuri e possibili conseguenze. In questa fase dello sviluppo i ragazzi tendono a impegnarsi per ottenere una maggiore indipendenza e cominciano a sperimentare nuovi ruoli e responsabilità, i loro interessi possono cambiare e tendono a porsi domande di natura esistenziale. Affrontano i rapporti con i coetanei con maggior maturità, sono più tolleranti verso la diversità, nei rapporti affettivi si presentano nuove sfide riguardo le relazioni di coppia e la sessualità. I problemi tipici di questa fase sono ad esempio l’ansia riguardo alla scelta degli studi o l’inserimento nel mondo del lavoro, la rabbia associata al desiderio di indipendenza dalla famiglia o il senso di solitudine dovuto ai cambiamenti nei rapporti interpersonali (Di Pietro e Bassi, 2013).

I cambiamenti nelle relazioni durante l’adolescenza

L’adolescenza avvia alla ridefinizione dei rapporti all’interno del nucleo familiare, con una rottura degli equilibri precedentemente raggiunti.

L’adolescente ha bisogno di maggiori libertà per “esplorare il mondo”, ma allo stesso tempo necessita di sentirsi supportato e di sapere che potrà ritirarsi nel contesto familiare quando necessario. Si crea quindi un contrasto tra la spinta all’esplorazione e il bisogno di supporto e protezione, tra la ricerca di novità e i principi trasmessi a livello familiare, per cui è più che comprensibile che emergano tensioni, contraddizioni e fatiche, sia per l’adolescente che per gli altri membri della famiglia. In base alle interazioni tra temperamento e ambiente, tutto ciò può esprimersi in modo diverso in ogni persona e non esiste un manuale che spieghi il modo giusto in cui affrontare le sfide dell’adolescenza.

Mai come prima il gruppo dei coetanei diventa fondamentale. È all’interno di questo nuovo contesto che l’adolescente può sperimentare nuove modalità di relazione ed esplorare pensieri che si allontanano dai dogmi familiari. Nel contatto con i pari si intensifica anche il timore del giudizio, guidato dal desiderio di piacere, sentirsi parte di un gruppo, vedersi riconosciuta la propria identità e allo stesso tempo fondersi in qualche modo con l’identità del gruppo, avendo dei nuovi principi comuni in cui identificarsi e delle nuove esperienze da condividere.

In situazioni in cui si percepisce una difficoltà importante è opportuno rivolgersi ad uno specialista, che possa aiutare l’adolescente attraverso un percorso di psicoterapia, e/o supportare i genitori in questa fase delicata.

I cambiamenti cerebrali in adolescenza e le loro conseguenze

Perché gli adolescenti sono impulsivi e adottano comportamenti rischiosi? Durante l’adolescenza si verificano modifiche strutturali e funzionali a carico di aree cerebrali corticali e sottocorticali. 

Centrale in questo periodo è la maturazione della corteccia prefrontale. Il lobo frontale è la sede delle funzioni esecutive: consente di ragionare in modo critico, controllare gli impulsi, inibire atteggiamenti inappropriati, pianificare, prendere decisioni ponderate, definire priorità, organizzare i pensieri, comprendere le intenzioni e il punto di vista altrui. Tutte capacità che appaiono carenti negli adolescenti, non per loro scelta, ma proprio per l’incompleto sviluppo di questa area del cervello. La minore attivazione della corteccia prefrontale permette inoltre che il sistema limbico (coinvolto nelle reazioni emotive istintuali) sia particolarmente attivo. Queste evidenze spiegano il comportamento impulsivo e le montagne russe emotive che caratterizzano l’adolescenza (Pierantoni, 2020).

Inoltre, durante l’adolescenza il sistema di ricompensa della dopamina è meno attivo e necessita di maggiore stimolazione perché sopraggiunga la sensazione positiva di gratificazione. Proprio per questo i ragazzi tendono a cercare esperienze molto stimolanti ed eccitanti, in grado di dare forti sensazioni anche se potenzialmente rischiose. Con la maturazione della corteccia prefrontale si sviluppa la capacità di controllo cognitivo che crea uno spazio mentale di riflessione tra impulso e azione, riducendo l’impulsività e la propensione al rischio (Pierantoni, 2020).

Adolescenza e regolazione emotiva

Gli adolescenti si ritrovano a vivere emozioni intense che spesso non sono in grado di gestire o comunicare; può capitare che emozioni come la tristezza, la rabbia e la preoccupazione, si trasformino in depressione, collera e ansia. Non avendo ancora imparato come gestirle possono mettere in atto strategie disfunzionali come autolesionismo, abuso di sostanze, isolamento, aggressività e ipercontrollo (Pierantoni, 2020).

La regolazione emotiva indica il modo in cui una persona sostiene, rafforza, inibisce le sue emozioni in base ai suoi scopi o obiettivi e può diventare disfunzionale se non c’è un bilanciamento tra emozioni dolorose ed emozioni positive. I due poli estremi lungo i quali si collocano le problematiche legate alla regolazione emotiva sono la disregolazione (es. autolesionismo) e l’ipercontrollo (es. perfezionismo).

La disregolazione emotiva

La disregolazione emotiva è l’incapacità di regolare gli stimoli, le esperienze, le azioni, le risposte verbali e non verbali. Si manifesta con esperienze emotivamente dolorose, incapacità di inibire gli impulsi e i comportamenti. Le difficoltà nella regolazione emotiva derivano da vulnerabilità biologiche (alta emotività negativa, sensibilità agli stimoli emotivi, reazioni intense agli stimoli emotivi e un lento ritorno allo stato emotivo di partenza) associate ad un ambiente familiare invalidante (invalidazione delle emozioni, incapacità di esprimerle adeguatamente, scarsa adeguatezza delle risposte genitoriali). È importante in questi casi intraprendere un’adeguata psicoterapia per guidare l’adolescente nella scoperta e nella gestione delle proprie emozioni (Linehan, 2015).

L’ipercontrollo

Il controllo è un modo estremamente rigido di tentare di gestire, prevenire o eliminare la sofferenza, che manca di una visione flessibile al punto che è proprio la rigidità adottata come strategia a mantenere lo stato di sofferenza. L’obiettivo dell’ipercontrollo è annullare ogni rischio di sofferenza e vivere in uno stato di apparente sicurezza attraverso la ricerca di rassicurazioni, il rimugino, la ruminazione o le doverizzazioni. Questa modalità risulta controproducente perché di base non si può eliminare l’incertezza, essa può essere accettata e tollerata, obiettivo a cui si può arrivare anche in questo caso attraverso un mirato percorso di terapia.

Promuovere il benessere dell’adolescente

Gli adolescenti possono manifestare varie problematiche emotive, comportamentali e relazionali, che possono essere temporanee e risolversi da sole, oppure possono indicare un disagio che richiede interventi specifici: questo è quello che accade quando i sintomi si strutturano in un disturbo, persistono nel tempo e ostacolano lo sviluppo, interferendo con il funzionamento a livello relazionale, familiare, scolastico ecc. 

Come genitori o adulti di riferimento è utile prestare attenzione ad alcuni segnali di possibile disagio: alterazioni del sonno o dell’alimentazione, un calo nel rendimento scolastico o un’eccessiva attenzione alla performance scolastica, cambiamenti nella sfera amicale, abbandono delle attività sportive o degli hobbies, isolamento sociale, uso di sostanze e precoce attività sessuale.

Sebbene questi sintomi costituiscano segnali di potenziali difficoltà a livello psicologico, vanno comunque considerati in base al caso specifico e lo scopo in questa sede è esclusivamente quello di fornire alcuni suggerimenti.

Pertanto, è fondamentale mantenere, nonostante la fatica che questo comporta, uno sguardo attento, aperto e disponibile nei confronti dell’adolescente, senza leggere i suoi comportamenti come necessariamente patologici, ma senza neanche sottovalutarli, in modo da potersi rivolgere a uno specialista e far sì che l’adolescente possa vivere il più serenamente possibile questa fase di vita già di per sé complicata.

Bibliografia

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