L’impulso, o l’impulsività, rappresenta la voglia irrefrenabile di eseguire un’azione incontrollabile, involontaria, incontenibile.
Si tratta di mettere in atto una risposta repentina in reazione a uno stimolo proveniente dall’ambiente esterno tramite un agito comportamentale.
Non sempre è un gesto negativo, infatti, le persone che manifestano un tratto impulsivo sono brillanti, veloci nelle decisioni, adottano comportamenti alternativi, sono dinamici e plastici, scattanti, originali e creativi, sono spontanei e molto spesso intuitivi, si adattano ai cambiamenti e sono flessibili alle situazioni della vita.
Ovviamente esiste il rovescio della medaglia: l’impulsività può causare numerosi inconvenienti non solo relazionali, ma anche personali. La cosa importante è non superare il limite, ovvero quel sottile confine che separa il patologico dal normale. L’impulsività è anche un comportamento funzionale se manifestato al momento giusto, ma se fosse l’unica modalità attuabile in tutte le situazioni quotidiane, allora sarebbe disadattiva.
Agire d’impulso, dunque, significa rispondere malamente senza pensare minimante alle possibili conseguenze, guidare ad alta velocità in città senza considerare i rischi, lanciare un oggetto senza valutare se fosse dannoso per qualcuno, etc.
Chiaramente, se agire d’impulso diventasse la norma, allora potrebbe essere auspicabile imparare a gestirlo. Gestire l’impulso significa valutare sempre le conseguenze di un proprio gesto impulsivo, modificando di conseguenza il proprio comportamento. Una possibile strategia potrebbe essere differire i propri scopi, ad esempio contando fino a 10 prima di parlare, oppure bere un bicchiere d’acqua o pensare a qualcosa di piacevole.
In sostanza, la cosa importante, prima di agire, è trovare qualcosa di utile che permetta di inserire una pausa o di spostare l’attenzione prima di agire. Inoltre, gerarchizzare gli scopi da raggiungere permette di perseguirli senza disperdere inutilmente energie. Infine, ma non meno importante, comunicare la propria emozione prima di agire aiuta a renderla meno carica e a questo punto è possibile scegliere di non agirla, ma di fare qualcosa che possa far star bene.