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Complicanze legate all’impulsività nel Disturbo Bipolare

Con la sua espressione altamente variabile in base alla situazione e allo stato affettivo, l'impulsività è particolarmente evidente nel Disturbo Bipolare

Di Francesca Naldi

Pubblicato il 14 Apr. 2023

Approfondiamo alcune delle difficoltà legate all’impulsività nel Disturbo Bipolare come l’aggressività, l’abuso di sostanze e il rischio suicidario.

Introduzione

 Il Disturbo Bipolare è un grave disturbo cronico dell’umore caratterizzato da episodi di mania, ipomania ed episodi di depressione che influenzano notevolmente la vita dell’individuo e sono fortemente debilitanti sul piano lavorativo, sociale, affettivo e familiare (Grande et al., 2016).

L’impulsività può essere definita come una predisposizione a reazioni rapide e non pianificate a stimoli interni o esterni, senza tener conto delle conseguenze negative.

Con la sua espressione altamente variabile a seconda della situazione e dello stato affettivo, è particolarmente evidente nel Disturbo Bipolare e l’alta frequenza delle comorbidità associate evidenziano ulteriormente la rilevanza clinica di questa dimensione della malattia (Powers et al., 2013).

Complicanze legate all’impulsività

Aggressività e violenza

Gli episodi maniacali possono essere associati ad un aumento del comportamento aggressivo, in gran parte impulsivo. Come per altri disturbi psichiatrici, la probabilità di aggressività è maggiore in presenza di disturbi da uso di sostanze e in individui con precedenti comportamenti aggressivi. Un ampio studio prospettico ha confermato che un disturbo da uso di sostanze coesistente, insieme ad altri fattori di rischio, tra cui un precedente arresto, la detenzione minorile o l’arresto parentale, era associato a un comportamento violento (Swann, 2009). Vi è consenso sul fatto che l’impulsività sia strettamente correlata all’aggressività. Diversi studi hanno descritto pazienti maniacali che mostravano comportamenti violenti prima del ricovero e mostravano livelli di violenza più elevati durante la prima settimana di ricovero. In un centro di detenzione minorile, la mania è stata riscontrata nel 22% dei soggetti e la depressione nel 20% (Pliszka et al., 2000). Barlow et al. (2000) hanno mostrato che i pazienti bipolari avevano il più alto rischio di diventare aggressivi tra i pazienti ricoverati in psichiatria, mentre, dall’altro lato, i pazienti con depressione avevano meno probabilità di essere coinvolti nelle aggressioni. Anche se nessuno studio ha esaminato direttamente un legame tra impulsività e aggressività in pazienti bipolari, sembrerebbe esserci una relazione coerente tra queste caratteristiche. L’aggressività concettualizzata come una difficoltà nel tradurre gli impulsi comportamentali in parole può essere un collegamento tra queste condizioni (Najt et al., 2007).

Abuso di sostanze

La maggior parte dei pazienti con Disturbo Bipolare ha una diagnosi di abuso di alcol e/o sostanze (Swann et al., 2004). L’impulsività è una caratteristica centrale e pervasiva del Disturbo Bipolare e dei disturbi da uso di sostanze e può fornire un quadro concettuale per comprendere la sovrapposizione e alcune manifestazioni di questa comorbidità, come l’aggressività e la suicidalità. L’impulsività può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo del disturbo da uso di sostanze nei pazienti con Disturbo Bipolare, e/o una manifestazione comportamentale di un’anomalia biologica che predispone ad entrambi i disturbi. Sono stati mostrati aumenti cumulativi dei punteggi totali della Barratt Impulsiveness Scale (BIS-11) quando l’abuso di sostanze e il Disturbo Bipolare erano presenti contemporaneamente nei pazienti.

 Questi interessanti risultati indicano un collegamento tra Disturbo Bipolare e l’associazione tra impulsività e abuso di sostanze (Ozten et al., 2015). La prima ipotesi per spiegare questa sovrapposizione propone che i soggetti con Disturbo Bipolare facciano uso di particolari sostanze nel tentativo di contrastare o “automedicare” gli spiacevoli sintomi affettivi, portando ad un uso ripetitivo delle stesse. Infatti, Sonne et al (1994) hanno scoperto che il 38% di 25 pazienti bipolari con storie di abuso di sostanze assumeva alcol quando era in fase maniacale e il 13% faceva uso di cocaina durante gli episodi depressivi. Un’altra ipotesi propone che il Disturbo Bipolare possa causare un abuso di sostanze a causa dell’impulsività, della scarsa capacità di giudizio e dell’eccessivo coinvolgimento in attività piacevoli associate al disturbo (Levin & Hennessy, 2004). L’alta prevalenza di disturbi da uso di sostanze o alcool, soprattutto in pazienti suscettibili a stati misti, può aggiungersi alla complessità medica degli episodi maniacali. Anche quando non è l’unico fattore precipitante, l’intossicazione o l’astinenza da sostanze può contribuire agli episodi maniacali e/o essere mascherata da essi (Swann, 2009).

Suicidio

Le persone con disturbi dell’umore sono maggiormente a rischio di morte per suicidio. L’interesse per l’impulsività in relazione al Disturbo Bipolare sembra essere radicato nell’idea che l’impulsività possa essere alla base di alcuni dei comportamenti esibiti da chi è affetto da questo disturbo nel corso della malattia. Nel valutare gli episodi maniacali e ipomaniacali, l’impulsività è implicitamente inclusa come parte dei criteri diagnostici (ad esempio la disinibizione comportamentale) in termini di coinvolgimento in attività che hanno il potenziale di causare conseguenze altamente indesiderate per l’individuo e le persone che lo circondano (Watkins & Meyer, 2013). L’incidenza di morte per suicidio tra i pazienti con Disturbo Bipolare è elevata e può essere più di 20 volte superiore a quella della popolazione generale, in particolare quando il disturbo non è trattato. Circa un terzo o la metà dei pazienti con Disturbo Bipolare tenta il suicidio almeno una volta nella vita, e circa il 15-20% dei tentativi sono portati a termine (Grande et al., 2016). Rafforzando l’importanza dell’impulsività e dell’attivazione nel comportamento suicidario, uno studio di 127 militari con tendenze suicidarie ha mostrato che la gravità dei sintomi ipomaniacali prevedeva un successivo comportamento suicidario (Bryan  et al., 2008). La presenza di un disturbo da uso di sostanze aumentava il rischio di tentativi di suicidio e questo rischio era associato ad un aumento dell’aggressività e dell’impulsività. Dopo i primi episodi maniacali, la gravità del comportamento suicidario era legata alla presenza di uno stato misto. Coerentemente con il ruolo della depressione e dell’impulsività combinate nel rischio di suicidio, uno studio prospettico di 18 mesi ha mostrato che l’incidenza dei tentativi di suicidio era due volte più alta tra gli individui con stati misti (prevalentemente depressivi e maniacali) rispetto a quelli con episodi depressivi puri (Valtonen et al., 2008).

Conclusioni

L’impulsività è un tratto preponderante nel decorso e nella gravità del quadro sintomatologico del Disturbo Bipolare. Pertanto, è probabile che possa essere un fattore essenziale per la diagnosi precoce e la valutazione del rischio nel Disturbo Bipolare, nonché un possibile obiettivo futuro per le strategie terapeutiche e farmacologiche.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Barlow K, Grenyer B, Ilkiw-Lavalle O. (2000). Prevalence and precipitants of aggression in psychiatric inpatient units. Aust N Z J Psychiatry. 2000 Dec;34(6):967-74.
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