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La realtà virtuale (VR) nel trattamento di Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder. La terapia di esposizione allo stimolo nella VR: perché funziona e le prove di efficacia

La letteratura dimostra come la VR-CET sia valida ed efficace come trattamento di II livello per pazienti con bulimia nervosa e Binge Eating Disorder (BED)

Di Elisa Rabarbari

Pubblicato il 26 Gen. 2022

Aggiornato il 08 Feb. 2024 14:53

Diversi studiosi si sono occupati di esplorare ed indagare nuove opzioni di trattamento per i disturbi alimentari, tra cui Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder, e una direzione particolarmente promettente prevede l’integrazione della realtà virtuale (VR) con i trattamenti evidenced-based (EBT) già esistenti

 

I disturbi alimentari (DA) sono disturbi mentali diffusi, invalidanti e spesso cronici (Carvalho et al., 2017) e spesso comportano gravi conseguenze psicologiche e fisiologiche (APA, 2013). Secondo il DSM-5, si caratterizzano per un disturbo persistente dell’alimentazione o per comportamenti ad essa correlati che determinano un consumo alterato di cibo che compromette la salute fisica e il funzionamento psicosociale. In questo articolo faremo particolare riferimento ai disturbi alimentari di tipo binge-purge (Carvalho et al., 2017): Bulimia Nervosa (BN) e Disturbo da Alimentazione Incontrollata, chiamato anche Binge Eating Disorder (BED).

Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder

Bulimia e Binge Eating Disorder si caratterizzano per un modello di alimentazione disordinata la quale consiste in episodi di consumo insolitamente elevato di cibo, in un determinato periodo di tempo, accompagnati da sensazioni soggettive di perdita di controllo (APA, 2013). Nella bulimia, gli episodi di abbuffate sono seguiti da comportamenti compensatori inappropriati per evitare l’aumento di peso. Il comportamento più comune è il vomito auto-indotto, seguito poi dall’abuso di lassativi, il digiuno o eccessivo esercizio fisico. Nel Binge Eating Disorder (BED), invece, gli episodi di perdita di controllo sono spesso seguiti da vergogna, orrore o pensieri depressivi. Questi episodi di alimentazione incontrollata che caratterizzano bulimia nervosa e BED possono essere innescati da fattori emotivi e ambientali, come un evento di vita significativo, spesso correlato a perdita, cambiamenti significativi della vita dai quali scaturiscono autocritica nell’individuo o che portano a sperimentare affetti negativi, angoscia e solitudine (Burton & Abbott, 2017).

Il trattamento di Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder

Le Linee Guida di pratica clinica (NICE, 2017) raccomandano la terapia cognitiva comportamentale (CBT) come approccio psicoterapico più efficace. Tuttavia, in media solo il 50% dei pazienti va in remissione mentre il 24% abbandona prima di completare il trattamento (Brown et al., 2020). Per questo motivo diversi studiosi si sono occupati di esplorare ed indagare nuove opzioni di trattamento per i disturbi alimentari e una direzione particolarmente promettente prevede l’integrazione della realtà virtuale (VR) con i trattamenti evidenced-based (EBT) già esistenti. La realtà virtuale (VR) può essere descritta come “una forma avanzata di interfaccia uomo-computer che consente all’utente di interagire e immergersi in un ambiente generato dal computer in modo naturalistico” (Schultheis & Rizzo, 2001). L’aspetto fondamentale per la funzionalità e l’efficacia della realtà virtuale è che sia in grado di suscitare il senso di presenza, ovvero la sensazione di “esserci” effettivamente all’interno dell’ambiente digitale che sostituisce le percezioni reali (Riva, 2021). Affinché ciò si realizzi, sono necessari due fattori: immersione e interazione (Gorini et al., 2010). L’immersione avviene attraverso l’utilizzo del dispositivo tecnologico che consente agli utenti di sentirsi fisicamente presenti nel mondo virtuale. L’interazione si ottiene permettendo agli utenti di interagire con il mondo virtuale in tempo reale, quindi vivere l’ambiente virtuale come reale o molto simile al reale. Maggiore è il senso di presenza percepito, più è realistica l’esperienza virtuale e più è intenso il coinvolgimento emotivo degli utenti, e di conseguenza si sperimenta un più alto livello di reazioni (Gutiérrez-Maldonado et al., 2006; Gorini et al., 2010). Infine, sempre con lo scopo di suscitare una risposta emotiva paragonabile a quella reale nei soggetti che l’utilizzano, è di fondamentale importanza che gli ambienti virtuali siano clinicamente significativi tali da evocare le paure e i pensieri sperimentati nella vita reale (Perpiñá et al., 2003).

Disturbi alimentari e realtà virtuale

Negli ultimi 25 anni, una delle applicazioni cliniche più efficaci della realtà virtuale è stato l’ambito dei disturbi alimentari (DA) con lo sviluppo di approcci terapeutici innovativi (Clus et al., 2018; Gutiérrez-Maldonado et al., 2016; Ferrer-García et al., 2013). Tra questi, uno degli interventi clinici più comuni nei DA quali bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, è la terapia di esposizione allo stimolo (in inglese Cue Exposure Therapy, CET) in VR.

La CET si basa sul modello di condizionamento classico dell’alimentazione incontrollata (Jansens, 1998): l’esposizione graduale e ripetuta ad un segnale di abbuffata mira ad estinguere l’associazione tra il segnale (stimolo condizionato, CS) e la risposta disadattiva (stimolo incondizionato, US). In quest’ottica, la vista, il gusto, l’olfatto o il contesto in cui si mangia sono considerati stimoli che determinano in modo affidabile l’assunzione di cibo e possono agire come stimoli condizionati (CS), e l’assunzione di cibo è considerata uno stimolo incondizionato (US). La presenza degli stimoli condizionati suscita risposte fisiologiche che vengono vissute come desiderio intenso (es: irresistibile voglia di mangiare) e possono aumentare la probabilità degli episodi di abbuffate. Lo scopo di tale procedura di intervento è estinguere e/o abituare il desiderio intenso e incontrollabile per il cibo (craving) e le risposte ansiose in risposta agli stimoli legati al cibo, riducendo in questo modo il rischio associato all’episodio di abbuffata nei pazienti con bulimia nervosa e binge eating disorder (Ferrer- García et al., 2019; Gutiérrez-Maldonado et al., 2016). In termini più semplici, l’intervento mira a rompere il legame tra gli stimoli condizionati e l’innesco dell’episodio di abbuffata.

Utilizzare la realtà virtuale nell’applicazione di tale intervento offre diversi vantaggi rispetto all’esposizione tradizionale (in vivo o per immagini) per ridurre il desiderio di cibo e i livelli di ansia. Innanzitutto, la realtà virtuale permette di entrare in simulazioni sicure ed ecologiche degli scenari di vita reale, molto più simili e rappresentative delle situazioni in cui di solito si verificano i comportamenti alimentari disfunzionali. Inoltre, la realtà virtuale permette di erogare ripetutamente gli stessi segnali e scenari con una ricca stimolazione multisensoriale, consentendo quindi di attenuare la risposta e allo stesso tempo di graduare la difficoltà e personalizzarla per ogni specifico paziente.

VR-CET per pazienti Bulimia e Binge Eating Disorder

Diversi studiosi si sono occupati di indagare l’efficacia della VR-CET come terapia di secondo livello in gruppi di pazienti con bulimia e BED, e hanno ottenuto risultati molto promettenti.

In particolare, in uno studio randomizzato e controllato con un follow-up di 6 mesi (Ferrer-García et al., 2017; Ferrer-García et al., 2019), un campione di pazienti con bulimia e BED, in seguito al fallimento del trattamento cognitivo-comportamentale (cognitive behavior therapy, CBT), è stato esposto, in sei sessioni di realtà virtuale, ad una gerarchia di ambienti virtuali che simulavano varie situazioni legate al cibo in cui erano presenti alimenti precedentemente valutati come quelli che innescano i più alti livelli di desiderio (es: cibo ad alto contenuto calorico, cucina). I risultati di tale studio riportano un miglioramento dell’ansia legata all’alimentazione sia a breve che a lungo termine, una riduzione significativa del numero di episodi di abbuffata e di eliminazione, ed una riduzione della tendenza auto-riferita a mettere in atto episodi in perdita di controllo, pensieri legati al desiderio di cibo e all’ansia, rispetto ad un gruppo di controllo che era stato sottoposto a sessioni aggiuntive di CBT. Inoltre, tutti i pazienti hanno mostrato riduzioni significative nei punteggi clinici al questionario che misura la presenza del disturbo alimentare (Eating Disorder Inventory, EDI, Garner et al. 1983), in particolare nella scala relativa alla spinta alla magrezza e all’insoddisfazione per il corpo, indipendentemente dal gruppo di appartenenza.

Infine, una recente metanalisi ha dimostrato l’efficacia dell’intervento della VR nel ridurre la frequenza delle abbuffate evidenziando il potenziale della realtà virtuale nell’aiutare i pazienti con BED e bulimia nervosa a sviluppare strategie di coping verso gli stimoli alimentari e situazionali (Low et al., 2021). Come nello studio precedente, è stato riscontrato che l’esposizione al segnale in VR sia particolarmente efficace nel ridurre l’intenso desiderio del cibo e l’ansia associata, che tipicamente innescano episodi di abbuffata nei pazienti con BED e bulimia nervosa (Brown et al., 2020; Burton & Abbott, 2017).

In conclusione, si può affermare che la letteratura dimostra come la VR-CET sia valida ed efficace come trattamento di secondo livello per pazienti con bulimia nervosa e BED, in quanto non solo riduce la frequenza di comportamenti di perdita di controllo e compensatori, ma permette anche un miglioramento della reazione emotiva legata al cibo in termini di ansia e di desiderio.

 


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