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Credenze metacognitive e Binge Eating Disorder

Nel Binge Eating Disorder alcune credenze metacognitive sono coinvolte nell'esordio e nel mantenimento del disturbo: il MBEQ permette di individuarle

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 30 Ott. 2023

Aggiornato il 05 Feb. 2024 11:45

Che cosa sono le credenze metacognitive

Le credenze metacognitive o metacredenze si possono definire come delle consapevolezze soggettive relative al proprio funzionamento cognitivo e alle strategie di coping generalmente utilizzate.  Le credenze metacognitive possono essere positive o negative e si possono associare a strategie di coping disadattivo: ad esempio, credere che il rimuginio sia un modo utile per affrontare una minaccia futura (credenza metacognitiva positiva) mi porterà a rimuginare in maniera più intensa e frequente.

Di conseguenza, certe credenze metacognitive possono portare la persona verso circoli viziosi in cui risponde in un certo modo alle proprie modalità di pensiero e ai propri stati interni, incrementando ad esempio preoccupazioni, bias attentivi, e anche comportamenti problematici (es. evitamento).

Alcuni studi hanno dimostrato il ruolo delle credenze metacognitive disfunzionali nei disturbi alimentari, quali anoressia e bulimia nervosa (Palmieri et al., 2021; Woolrich et al., 2008) e in molti altri disturbi psicologici (come è previsto dal modello metacognitivo di Wells (2009).

Esempi di credenze metacognitive nel disturbo da alimentazione incontrollata

Un’indagine qualitativa preliminare (Palmieri et al., 2021) ha messo in luce la presenza di alcune specifiche credenze metacognitive riguardo al disturbo stesso in pazienti che soffrono di disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder, BED).

Le credenze metacognitive positive relative al mantenimento degli aspetti di alimentazione tipiche del disturbo sarebbero ad esempio:

  • “l’alimentazione incontrollata è un modo per interrompere un pensiero ripetitivo e perseverante riguardo alle preoccupazioni (le preoccupazioni scompaiono)”;
  • “l’alimentazione incontrollata è un modo per rilassarsi”;
  • “l’alimentazione incontrollata è un modo per sentirsi meglio”;
  • “l’alimentazione incontrollata è un modo per colmare la noia”;
  • “l’alimentazione incontrollata mi distrae dai miei pensieri”.

Tra le credenze metacognitive possono esservi credenze relative all’incontrollabilità delle condotte alimentari problematiche, quali ad esempio:

  • “una volta che inizio a mangiare non ho il controllo”;
  • “una volta che inizio a mangiare non riesco a fermarmi”,
  • “i miei pensieri riguardo il binge eating sono incontrollabili”.

Uno strumento utile per la valutazione delle credenze metacognitive nel Binge Eating Disorder

L’obiettivo della ricerca condotta da Palmieri e colleghi (2023) è stato quello di sviluppare e validare uno strumento self-report utile per identificare e valutare le credenze metacognitive specifiche riguardanti e implicate nell’esordio e nel mantenimento del Binge Eating Disorder. In un primo studio, un campione di circa 200 soggetti (maggiorenni e riportanti almeno un episodio di Binge Eating nei tre mesi precedenti) ha completato il questionario Metacognitions about Binge Eating Questionnaire (MBEQ) e il Binge Eating Scale (Gormally et al., 1982) ed è  stata effettuata un’analisi fattoriale esplorativa finalizzata ad esplorare la struttura fattoriale della versione preliminare dello strumento. 

Il questionario Metacognitions about Binge Eating Questionnaire (MBEQ) consiste in 24 item che indagano le credenze metacognitive positive e negative, con una modalità di risposta su scala Likert: punteggi maggiori indicano maggiori livelli di credenze metacognitive disfunzionali. In un secondo studio, è stata svolta un’ulteriore analisi fattoriale confermativa (CFA), verificando quindi la validità concorrente e incrementale dello strumento. I risultati hanno evidenziato un modello fattoriale del MBEQ a due fattori: 1) il Fattore MBEQ – Credenze metacognitive positive riguardo il Binge Eating e 2) il Fattore MBEQ – Credenze metacognitive negative riguardo il Binge Eating.

Le credenze metacognitive positive e negative in pazienti con BED: i risultati dello studio

I dati hanno evidenziato una correlazione positiva tra le credenze metacognitive (positive e negative) e credenze sul cibo sia nella popolazione generale, sia in un campione di pazienti con diagnosi di Binge Eating Disorder. La presenza di credenze metacognitive sul Binge Eating Disorder, inoltre, si è dimostrata significativamente maggiore in un campione clinico (pazienti con diagnosi BED) rispetto alla popolazione generale. 

Gli autori evidenziano quindi che, sia nella popolazione generale che in campioni clinici, le credenze metacognitive positive sarebbero correlate all’utilità percepita del comportamento di Binge Eating come strategia di interruzione di una modalità di pensiero perseverante negativo e di regolazione di alcuni stati emotivi (es. noia, tensione, irritazione). D’altro canto, le credenze metacognitive negative sembrano avere un ruolo di mantenimento e persistenza dell’alimentazione incontrollata una volta iniziato l’episodio. Questa lettura è coerente con precedenti studi svolti su campioni patologici differenti (es. addiction da sostanze) sottolineando che le credenze metacognitive positive e negative avrebbero funzioni diverse rispettivamente nell’esordio dell’episodio comportamentale disfunzionale e nella sua persistenza (Fernie & Spada, 2008; Hamonniere & Varescon, 2018).

Implicazioni cliniche e di ricerca

In conclusione, la ricerca di Palmieri e colleghi (2021) ha messo a punto e validato uno strumento self-report valido e attendibile, in lingua italiana e in lingua inglese, per l’assessment delle credenze metacognitive implicate nei fenomeni di Binge Eating. Si è dimostrato che lo strumento ha delle buone proprietà psicometriche, che quindi diviene spendibile sia nel campo della ricerca che in ambito clinico.

La maggiore presenza di credenze metacognitive sul Binge Eating nel campione clinico (pazienti con diagnosi BED) legittima la possibilità di utilizzare il MBEQ come strumento utile ai fini diagnostici e preventivi. Inoltre, in termini clinici le credenze metacognitive disfunzionali possono diventare target di trattamento nel contesto del disturbo dell’alimentazione incontrollata.

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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