expand_lessAPRI WIDGET

Lo stress e i disturbi dell’alimentazione: una relazione complessa

Approfondiamo il ruolo dello stress e dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) nell'eziologia e nel mantenimento dei disturbi alimentari

Di Vittoria Barbati

Pubblicato il 28 Mar. 2023

Aggiornato il 05 Feb. 2024 11:45

La reazione di stress è un potente modulatore dell’assunzione di cibo: la relazione che vi è tra regolazione di un comportamento complesso, come quello alimentare, e lo stress è intuibile sia a livello psicologico che a livello endocrino-immunitario. Ma qual è la relazione tra lo stress e i disturbi alimentari?

 

Stress, asse HPA e alimentazione

 Le ultime ricerche nel campo dello stress (per esempio, Monteleone et al., 2018) evidenziano quanto lo stress, regolato dall’asse asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), provochi una serie di cambiamenti a livello fisiologico in grado di alterare la funzione nutritiva assumendo, quindi, un ruolo anche nel mantenimento dei disturbi alimentari.

In letteratura ci sono vari studi (per esempio, Klatzkin et al., 2018) che approfondiscono le relazioni tra le reazioni stressogene, il funzionamento dell’asse HPA e i disturbi alimentari, suggerendo la presenza di alcune alterazioni dell’asse dello stress nei soggetti affetti. L’iperattività dell’asse HPA, che sottende uno stato di attivazione stressogena, è ampiamente documentata soprattutto nelle fasi acute, sia nell’anoressia che, in forma più lieve, nella bulimia. Per quanto riguarda il disturbo da alimentazione incontrollata, anche abbreviato in BED (dall’inglese Binge Eating Disorder), il funzionamento di questo asse rimane ancora poco chiaro a causa del numero ridotto di studi.

Le alterazioni di questi sistemi stress-correlati, come si nota dai risultati di alcuni studi (per esempio, Omodei et al., 2015), sembrano essere coinvolte nell’insorgenza e nel mantenimento dei disturbi dell’alimentazione, e il loro ruolo sta acquisendo sempre più importanza sia per la comprensione della patogenesi sia per il modellamento di potenziali trattamenti integrati che tengano conto del loro coinvolgimento. Le anomalie psicopatologiche, comportamentali e biologiche, come la restrizione alimentare, l’attività fisica compulsiva, la disfunzione sessuale, l’amenorrea, l’osteoporosi, la compromissione delle funzioni tiroidee, le alterazioni immunoendocrine e la sindrome metabolica sono elementi centrali dei disturbi alimentari e tutti sembrano in qualche modo essere modulati dalla ipo o iper reattività dell’asse HPA.

Coping e disturbi alimentari

Dal punto di vista comportamentale, come possiamo vedere dai criteri diagnostici del DSM-5 (APA, 2014), pazienti con disturbi alimentari sembrano avere difficoltà ad elaborare adeguate risposte di coping allo stress, sia esso fisico o psicologico. Non essendo in grado di identificare e descrivere adeguatamente i propri sentimenti, oltre che risultare poco consapevoli del legame tra essi e i propri comportamenti, presentano una bassa tolleranza alla frustrazione e risposte disadattive agli stimoli stressanti. Ad aggravare il quadro della reazione stressogena vi è l’alto tasso di comorbidità psichiatrica presente nella popolazione disturbi alimentari, che aumenta ulteriormente il rischio di iperisposta agli stimoli peggiorando le risposte di coping e sovrattivando il sistema dello stress. Anche l’aspetto dell’attività fisica compulsiva e intensiva, tipico di anoressia e bulimia, induce l’organismo in uno stato di stress fisico cronico indotto dagli sforzi costanti al quale il corpo viene sottoposto, inficiando ulteriormente il funzionamento dell’asse dello stress.

I pazienti con disturbi alimentari, quindi, potrebbero essere considerati come soggetti cronicamente esposti a stress. Il loro atteggiamento patologico nei confronti del cibo e del corpo implica una vigilanza costante, determinando conseguentemente un perenne stato di allarme e necessità di controllo con una conseguente riduzione della vita sociale che viene inevitabilmente pregiudicata da questo.

Stress ed eziologia dei disturbi alimentari: il ruolo delle avversità infantili

Lo stress sembra avere un ruolo anche nell’eziologia del disturbo: gravi eventi avversi di vita sono spesso presenti nella storia dei pazienti con disturbi alimentari. È nota, infatti, una correlazione positiva tra l’insorgenza di disturbi alimentari ed eventi traumatici come abusi sessuali e fisici nella prima infanzia, come sottolineato dai risultati nella metanalisi condotta da Caslini e colleghi (2016), i quali riferiscono che “la presenza di varie forme di abuso sui minori è associata in modo differenziato con i vari disturbi alimentari”.

La relazione tra eventi avversi precoci della vita e l’asse HPA è stata verificata da numerosi studi (per esempio, Caslini et al., 2016), e non è quindi inaspettato un suo funzionamento anomalo in questi pazienti. Nello studio condotto da Hulme (2010) i risultati suggeriscono che i cambiamenti nella regolazione dell’asse HPA sono presenti in molti adulti che hanno subito abusi sessuali in infanzia, con e senza una diagnosi attuale di disturbo da stress post traumatico.

 L’effetto bidirezionale delle disregolazioni neuroendocrine che vengono considerate sia fattore predisponente sia conseguenza di un disturbo alimentare, oltre che il ruolo dell’iperattività dell’asse HPA e della sua influenza sulla funzione nutritiva e viceversa, risultano quindi temi centrali da esplorare nell’intervento su questi disturbi (Gibson e Mehler, 2019). Risulta quindi sempre più importante comprendere il ruolo del sistema neuroendocrino come anche quello dell’asse HPA nell’eziologia, nella patogenesi ma anche nel trattamento dei disturbi alimentari: un approfondimento di questi campi critici potrebbe consentire nuovi studi affidabili sulla natura e l’estensione delle associazioni tra psicopatologia specifica dei disturbi alimentari e disfunzioni dell’asse dello stress.

Il lato biologico dello stress: cortisolo e anoressia

I livelli di cortisolo, anche conosciuto come l’ormone dello stress, risultano anomali nella stragrande maggioranza della popolazione con anoressia. La disregolazione dell’asse HPA in pazienti con anoressia è ormai verificata dai risultati di molte ricerche (per esempio, Schmalbach et al., 2020) ma la difficoltà principale in questo tipo di indagini risulta essere l’attribuzione delle cause dell’alterazione, ovvero individuare se lo squilibrio del sistema dello stress sia dovuto alla eccessiva perdita di peso e malnutrizione o alla patologia in sé. Come si può notare dai risultati dello studio precedentemente citato, la perdita di peso, il ridotto apporto calorico e lo stato catabolico sarebbero in grado di influenzare l’asse HPA e altri sistemi endocrini, ma il cambiamento allostatico sembra vada oltre la mera condizione fisica di sottopeso. L’iperattivazione dell’asse HPA che si osserva nell’anoressia, infatti, si traduce anche in un aumento della secrezione di cortisolo in condizioni basali o dopo stimoli di stressanti. Lo studio condotto da Schmalbach e colleghi (2020) ha indagato la risposta del cortisolo salivare a un fattore di stress psicosociale in condizioni di laboratorio altamente standardizzate in pazienti ricoverati con anoressia e un campione abbinato di partecipanti senza anoressia. È stata riscontrata infatti una iperattivazione costante dell’asse HPA nei pazienti anoressici, la quale si riflette con livelli basali elevati di cortisolo in stato di riposo, oltre che una attenuata risposta del cortisolo in seguito all’esposizione stressogena. Rispetto ai controlli, inoltre, i pazienti anoressici e i pazienti esposti a stati di malnutrizione causata da malattie diverse dall’anoressia o indotta dalla fame, mostrano livelli maggiormente elevati di cortisolo plasmatico e un tasso ridotto di metabolismo del cortisolo, e queste anomalie sembrano essere invertite dal ripristino del peso.

Il lato biologico dello stress: il cortisolo nel binge eating

Il ruolo dell’asse HPA nell’obesità e nelle sue comorbilità è attualmente dibattuto. Come già citato precedentemente, il ruolo dello stress e delle emozioni negative risulta centrale in quanto questi precedono solitamente gli episodi di abbuffata. Un numero crescente di ricerche (per esempio, Gluck et al., 2004) mostra che il cortisolo rilasciato durante l’esposizione allo stress potrebbe promuovere la fame emotiva e il comportamento alimentare incontrollato (Tataranni et al., 1996). Come per l’anoressia, anche gli individui con binge eating disorder mostrano una reattività anomala dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, oltre che un’elevata sensibilità agli eventi stressanti. Lo studio di Gluck e colleghi (2004), ha riscontrato un aumento della secrezione di cortisolo dopo l’esposizione a uno stress fisico somministrato in laboratorio in persone affette da disturbo da alimentazione incontrollata rispetto ad individui obesi senza BED. È stato riportato infatti come la risposta variasse a seconda del tipo di fattore stressante: uno stress fisico (immergere una mano in acqua gelida), ha portato all’iperattività dell’asse HPA, mentre uno stress psicologico ha provocato una risposta non significativa. Tuttavia, il dato interessante è che il desiderio post-stress di abbuffarsi e di assumere dolci era significativamente più alto nel gruppo con binge eating disorder rispetto ai partecipanti senza, a prescindere dalla tipologia di stimolo stressante.

Questo risultato appare in linea con le conoscenze scientifiche attuali acquisite tramite gli studi scientifici evidenziati nel corso di questo articolo; è noto come sia nell’uomo e che negli animali, l’assunzione di cibo appetibile riduce l’entità della risposta allo stress poiché crea un’associazione tra il sollievo dallo stress e l’assunzione di tale cibo definito “confortante”. Secondo questa visione, il binge eating può essere un tentativo di ridurre lo stress e l’ansia attraverso una forma di automedicazione edonica basata sul piacere ottenuto dal cibo.

Tutte queste evidenze informano in merito al ruolo centrale dello stress in queste patologie e quanto, in effetti, la modulazione del cortisolo che riflette le risposte alterate degli assi dello stress sembra essere un campo meritevole di attenzione. Alla luce di queste evidenze empiriche, la speranza è che la ricerca si muova in questa direzione e che definisca sempre più la gestione dello stress, così come la reazione da stress alterata, come alcune tra le caratteristiche tipici del disturbo alimentare, importanti per una maggiore comprensione, cura, e gestione dello stesso.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association. (2014). DSM-5: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina.
  • Caslini, M.; Bartoli, F.; Crocamo, C., (2016). Disentangling the Association Between Child Abuse and Eating Disorders: A Systematic Review and Meta-Analysis. Psychosomatic Medicine 78(1):p 79-90. 10.1097/PSY.0000000000000233
  • Gibson, D., & Mehler, P. S. (2019). Anorexia nervosa and the immune system—a narrative review. Journal of clinical medicine, 8(11), 1915.
  • Gluck, ME., Geliebter, A., Hung, J., Yahav, E., (2004) Cortisol, hunger, and desire to binge eat following a cold stress test in obese women with binge eating disorder. Psychosom Med.:876-81. 10.1097/01.psy.0000143637.63508.47.
  • Hulme, PA. (2010) Childhood Sexual Abuse, HPA Axis Regulation, and Mental Health: An Integrative Review. Western Journal of Nursing Research. 2011;33(8):1069-1097. 10.1177/0193945910388949
  • Klatzkin, R. R., Gaffney, S., Cyrus, K., Bigus, E., & Brownley, K. A. (2018). Stress-induced eating in women with binge-eating disorder and obesity. Biological psychology, 131, 96–106.
  • Monteleone, A. M., Patriciello, G., Ruzzi, V., Fico, G., Pellegrino, F., Castellini, G., Steardo, L., Jr, Monteleone, P., & Maj, M. (2018). Insecure Attachment and Hypothalamus-Pituitary-Adrenal Axis Functioning in People With Eating Disorders. Psychosomatic medicine, 80(8), 710–716.
  • Omodei, D., Pucino, V., Labruna, G., Procaccini, C., Galgani, M., Perna, F., ... & Sacchetti, L. (2015). Immune-metabolic profiling of anorexic patients reveals an anti-oxidant and anti-inflammatory phenotype. Metabolism, 64(3), 396-405.
  • Schmalbach, I., Herhaus, B., Pässler, S., Runst, S., Berth, H., Wolff-Stephan, S., & Petrowski, K. (2020). Cortisol reactivity in patients with anorexia nervosa after stress induction. Translational Psychiatry, 10(1), 275.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Obesità, Binge Eating Disorder e disregolazione emotiva
Obesità, disturbo da alimentazione incontrollata e disregolazione emotiva

Non è infrequente l’associazione tra obesità e disturbi alimentari, quale funzione svolge la disregolazione emotiva in questi disturbi?

ARTICOLI CORRELATI
Disturbo Evitante Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (ARFID) e Disturbi dell’Immagine Corporea: quali connessioni?

Vi è una comorbidità o shift tra ARFID e disturbi dell’alimentazione con eccessiva valutazione di peso, forma del corpo e alimentazione?

Fondi ai Disturbi alimentari: sì o no? Il mancato rinnovo del fondo, le proteste di chi soffre e la risposta del Ministero della Salute

I disturbi alimentari sono tra i disturbi mentali con il più alto tasso di mortalità. Quali misure sono state adottate dal governo?

cancel