expand_lessAPRI WIDGET

‘Ma che colpa abbiamo noi’: le nostre scelte musicali? Nel bene o nel male, merito dei nostri genitori

Le canzoni che hanno segnato i ricordi dei nostri genitori, hanno per noi lo stesso impatto emotivo delle canzoni ascoltate nella nostra adolescenza.

Di Marina Morgese

Pubblicato il 03 Lug. 2015

La musica considerata più nostalgica sembra quella ascoltata negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in quanto evocatrice di ricordi autobiografici: gli autori hanno chiamato questo picco di nostalgia Reminescence Bump. Ma c’è di più…

Vi è mai capitato di ritrovare, a distanza di anni, una vostra vecchia audiocassetta e di provare ad ascoltarla? Quasi sicuramente vi sarà scesa una lacrima dovuta non tanto alla consapevolezza di non avere più 13 anni, quanto alla vergogna provata per il tipo di musica che ascoltavate quando eravate pre-adolescenti! Eppure le corde vocali partono in automatico e vi ritrovate, quasi fosse un duetto con il vostro cantante preferito d’allora, a cantare a squarciagola il ritornello (giurando a voi stessi che nessuno saprà mai quel che sta accadendo). Stessa cosa succede ai matrimoni: tutti timorosi e imbarazzati, fin dalle prime note, all’idea di dover ballare eppure, nel momento in cui il dj mette I will survive, non resistete ad alzarvi dalla sedia e a scatenarvi con gli sposi in pista!

Gli psicologi hanno studiato i meccanismi di questa nostalgia musicale e hanno fatto delle interessanti scoperte. In uno studio del 2013 sono stati reclutati 62 soggetti, età media 20 anni, e sono stati fatti loro ascoltare pezzi delle hit musicali di ogni anno, dal 1955 al 2009. E’ stato poi chiesto quale canzone avesse suscitato loro una maggiore sensazione di nostalgia.

Ovviamente la musica considerata più nostalgica era quella ascoltata negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in quanto evocatrice di ricordi autobiografici: gli autori hanno chiamato questo picco di nostalgia Reminescence Bump.

Ma non è tutto: la scoperta più sorprendente è che altri picchi di Reminescence Bump si sono registrati per le canzoni degli anni 60 e dei primi anni 80, prima ancora della nascita dei soggetti. I ricercatori spiegano questo fenomeno, indicato col nome Cascading Reminiscence Bumps, alla luce di una trasmissione transgenerazionale: le canzoni che hanno segnato la giovinezza dei nostri genitori e, forse, anche dei nostri nonni possono avere per noi lo stesso impatto nostalgico delle canzoni ascoltate durante la nostra adolescenza. In fin dei conti siamo cresciuti con dei genitori che ascoltavano o canticchiavano davanti a noi alcuni ritornelli, anche quelli possono dirsi dei piacevoli ricordi.

I genitori, mentre allevavano noi fanciulli, hanno dunque contribuito alla nostra formazione musicale? Qual è invece la spiegazione del picco degli anni 60? Si è propensi a credere che, nella trasmissione delle preferenze musicali, vi sia anche una influenza nonni-genitori-figli. Tuttavia, non avendo in realtà studiato l’effettiva influenza dei nonni in questa trasmissione, i ricercatori hanno avanzato anche un’altra spiegazione: la musica degli anni 60 è stata sempre considerata di qualità superiore e, quindi, i brani di quel periodo sono rimasti nel repertorio popolare guadagnandosi lo status di evergreen o classic rock e dunque una maggiore diffusione via radio.

E così, proprio come la nostalgia porta a una maggiore nostalgia, allo stesso modo la popolarità porta ad ulteriore popolarità: siamo condannatti a ballare I will survive anche ai matrimoni dei nostri nipoti?

Per saperne di più sull’argomento, vi rimando alla lettura dell’articolo consigliato…capirete che, se i vostri amici criticano tanto la musica che ascoltate, è solo colpa dei vostri genitori! Nel frattempo però pensate anche alla vostra canzone preferita, siete proprio sicuri di volerla cantare davanti ai vostri figli?

 

“… Baby, One More Time” is not a good song. You could make a convincing argument, in fact, that it is an actively terrible song: devoid of musical merit, underdeveloped, overproduced, eroding our collective IQs one oh, baby, baby at a time—a notable roadblock, basically, on humanity’s long march toward the hazy destination of Progress. And yet: I love “… Baby, One More Time”

I nostri gusti musicali? Nel bene o nel male, merito dei nostri genitoriConsigliato dalla Redazione

'Ma che colpa abbiamo noi' le nostre scelte musicali? Nel bene o nel male, merito dei nostri genitori - Immagine: 84432422
Le canzoni che hanno segnato la giovinezza dei nostri genitori e, forse, anche dei nostri nonni possono avere per noi lo stesso impatto nostalgico delle canzoni ascoltate durante la nostra adolescenza. (…)

Tratto da: The Atlantic

 

Per continuare la lettura sarete reindirizzati all’articolo originale … Continua  >>

 


Tutti gli Articoli di State of Mind su Musica
“Ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti?” Lucio Battisti e un sincero invito al lasciarsi andare
Lucio Battisti ha dato vita a un repertorio musicale capace di toccare l’anima di milioni di persone generazione dopo generazione, emozione dopo emozione
Differenze tra canto e discorso: un viaggio attraverso le caratteristiche acustiche che definiscono la musica e il linguaggio
Un gruppo di scienziati ci aiuta a comprendere cosa distingue il canto dal linguaggio analizzando le caratteristiche sonore
Suonare uno strumento musicale può migliorare alcune funzioni cognitive
Un recente studio ha messo in luce che suonare uno strumento musicale può avere degli effetti positivi a livello cerebrale, scopriamo quali
È in uscita il nuovo singolo di Psicantria: ECOANSIA!
Il nuovo singolo Ecoansia di Psicantria ci fa a riflettere sul tema del cambiamento climatico e sui suoi effetti sulla salute mentale
Gli ASMR artists e lo stretto legame tra udito e mente
Un ricerca ha approfondito gli effetti dell'ASMR e come potrebbe alleviare i sintomi di depressione e dolore cronico
La noia all’Eurovision: approcci psicologici alla sua comprensione
Angelina Mango ha vinto la 74° edizione del festival di Sanremo con il suo brano "La noia" in gara ora all'Eurovision per l'Italia
Gli effetti della musica dal vivo sul cervello
La musica dal vivo riesce ad evocare nelle persone una risposta emotiva più forte della musica registrata, cosa accade a livello cerebrale?
Come il cervello elabora l’ascolto di una canzone
Elaborare una canzone può sembrare un processo elementare, ma per il nostro cervello si rivela essere un'operazione altamente complessa
“Apriti Cuore”: Lucio Dalla ci esorta a non trascurare le emozioni e ad aprirci al sentire
Apriti Cuore, capolavoro di musica e parole, è un brano di Lucio Dalla, incredibilmente intenso ed emozionante
Vinicio Capossela e le ultime note della canzone d’autore
Vinicio Capossela con la sua musica può essere considerato forse uno degli ultimi rappresentanti della canzone d'autore
Emozioni, effetto esposizione e familiarità nell’ascolto di una canzone
La familiarità con una canzone e l'effetto esposizione sembrano favorire il nostro apprezzamento verso di essa
Parole e musica: l’effetto del testo nella canzone. Guida all’ascolto con la Psicologia Positiva di Annalisa Balestrieri
Il libro "Parole e musica" conduce il lettore in un viaggio tra le parole messe in musica, con un testo accurato e strutturato
Fonosimbolismo, tra testi e musica: anche le parole “suonano”
Il fonosimbolismo è un fenomeno per il quale senso e suono di una parola si confondono concorrendo a conferirle un significato
Come il testo di una canzone può condizionare il nostro comportamento
Le parole che ascoltiamo come testi delle canzoni possono determinare un cambiamento nelle emozioni, nell'umore e nel comportamento?
Rabbia e musica, un intreccio che rivela sorprese
La musica metal sembra costituire un interessante strumento per la regolazione delle emozioni, in particolare della rabbia
Le fasi dell’amore tra neuroscienze e le canzoni di Lucio Battisti
Battisti è riuscito a scrivere e cantare ogni fase e sintomo d’amore, regalandoci brani indimenticabili e intramontabili
Esperimento del violinista nella stazione metropolitana di Washington DC
L’esperimento del violinista nella stazione metropolitana di Washington DC
Il famoso violinista Joshua Bell suona incognito in una stazione della metro: un esperimento sulla percezione della bellezza della musica e il contesto
Maladaptive daydreaming: sognare comuplsivamente ad occhi aperti
Sognare compulsivamente ad occhi aperti: il maladaptive daydreaming, un disturbo poco conosciuto – PARTECIPA ALLA RICERCA
Il maladaptive daydreaming porta gli individui a creare fantasie complesse che arrivano a interferire con la vita della persona - PARTECIPA ALLA RICERCA
Musica e canzoni: quanto tempo ci serve per esprimere una preferenza
Ti piace questa canzone? Bastano 5 secondi per deciderlo
La New York University ha condotto una ricerca che dimostra come possono bastare 5 secondi per farci esprimere una valutazione su una canzone
Musica e cervello: come funziona il processo di decodifica
Come il cervello codifica la musica
Quando il nostro cervello ascolta una musica effettua un'analisi acustica e la trasforma in materia musicale astratta, ossia ne crea una rappresentazione
Carica altro
Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

Tutti gli articoli
ARTICOLI CORRELATI
cancel