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L’esperimento del violinista nella stazione metropolitana di Washington DC

Il famoso violinista Joshua Bell suona incognito in una stazione della metro: un esperimento sulla percezione della bellezza della musica e il contesto

Di Nicolò Bianchi

Pubblicato il 10 Lug. 2023

In questo articolo viene presentato e analizzato un interessante esperimento sul contesto, la percezione e le priorità personali in cui il rinomato virtuoso del violino, Joshua Bell, si esibì in incognito con il suo strumento da 3,5 milioni di dollari presso la stazione della metropolitana di Washington DC come se fosse un semplice musicista di strada.

L’esibizione del violinista in metropolitana

 Dopo 43 minuti di esibizione Joshua Bell raccolse un totale di 32.17$ e tra le 1.097 persone che passarono dalla stazione quella mattina, solo una fu in grado di riconoscere il violinista che solo tre giorni prima si era esibito nella maestosa Symphony Hall davanti al suo pubblico. Meno di un centinaio furono quelli che distrattamente si fermarono ad ascoltare qualche secondo per poi continuare per la loro strada dopo aver lasciato una moneta. L’esperimento, ideato e condotto dal The Washington Post nel 2007, aveva lo scopo di indagare se la bellezza della musica avrebbe potuto trascendere e influenzare il comportamento delle persone anche in un ambiente ordinario come una stazione della metropolitana.

L’articolo pubblicato l’8 aprile 2007, scritto da Gene Weingarten e titolato “Pearls Before Breakfast”, racconta dell’intrigante esperimento che si è svolto alla stazione della metropolitana di L’Enfant Plaza a Washington DC. Durante l’ora di punta del mattino, precisamente alle 7:51, il virtuoso del violino Joshua Bell si è esibito come un musicista di strada, vestito in modo del tutto informale: un giovane uomo con indosso jeans, una maglietta a maniche lunghe e una visiera dei Washington Nationals uscì dalla metropolitana alla stazione di L’Enfant Plaza, si fermò in un atrio al coperto in cima alle scale mobili, prese il suo violino dalla custodia e iniziò a suonare nel bel mezzo dell’ora di punta del mattino di venerdì 12 gennaio 2007.

Durante i successivi 43 minuti, nei quali Bell eseguì brani classici di altissimo valore, nessuno poteva sapere che il violinista di 39 anni non fosse realmente un musicista di strada, (nonostante fosse vestito e si comportasse come tale), ma piuttosto un “ex bambino prodigio” adesso musicista di fama mondiale. In breve, in una delle tante stazioni della metropolitana di Washington c’era un artista straordinario che si esibiva gratuitamente su uno dei migliori violini mai realizzati: il suo Stradivari del valore di 3,5 milioni di dollari, (realizzato personalmente da Antonio Stradivari nel 1713, quando il maestro di Cremona aveva ormai 69 anni) e nessuno se ne stava accorgendo.

Quali sono state le reazioni dei passanti davanti al violinista?

Come spiega ulteriormente il giornalista, l’idea era di dimostrare attraverso un semplice esperimento, se (solamente ascoltando la musica) le persone avrebbero notato che stava accadendo qualcosa di speciale. Si sarebbero fermati un attimo per goderne? Avrebbero mostrato qualche segno di riconoscimento o sarebbero passati oltre, senza nemmeno girare la testa? Qualcuno avrebbe riconosciuto Joshua Bell?

 In questo non ci fu alcuna correlazione, modello etnico o demografico, che potesse differenziare le persone che si fermavano un minuto a guardare o che lasciavano soldi all’artista. Il 90% delle persone lo ignorava semplicemente. Solo una fu in grado di riconoscere il valore di quelle note, avvicinarsi a Bell e riconoscerlo. L’autore dell’articolo ha raccontato che, tuttavia, il comportamento di uno specifico gruppo rimase assolutamente costante: ogni volta che un bambino passava di fronte a Bell, cercava di fermarsi a guardare, e ogni volta il genitore allontanava velocemente il bambino per poi continuare nel loro percorso.

L’articolo solleva la questione su come sia necessario un contesto specifico, per apprezzare la bellezza. L’esperimento suggerisce come molti passanti, immersi nella frenesia della vita quotidiana, non siano riusciti a cogliere la straordinaria performance che avevano di fronte. Ciò solleva il dubbio se la bellezza richieda un ambiente appositamente creato, un “frame” che la inquadri e che la possa servire al pubblico per essere apprezzata o se possa realmente emergere e influenzare le persone anche in situazioni comuni e inaspettate. Saremmo ancora in grado di commuoverci davanti ad “un Klimt” che adorna la sala d’aspetto del nostro dentista o è forse il processo metacognitivo stesso del sapere di trovarsi davanti a un capolavoro a farcelo apprezzare e di conseguenza a commuoverci? L’universalità dell’arte può essere potente e suscitare emozioni profonde, anche in contesti inaspettati. Può sfidare le nostre percezioni preconfezionate e aprire nuovi orizzonti di significato solo nel momento in cui siamo disposti a lasciarci sorprendere.

 

Un estratto video dell’esperimento è presente su Youtube:

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