La musica e i suoi effetti
È noto a tutti che la musica possiede un potere universale di tipo emotivo, in grado di evocare tutte le tipologie di sentimenti, dalla gioia alla tristezza. Nonostante questo, gli effetti che la musica dal vivo produce sul cervello non sono stati particolarmente approfonditi (Dolan, 2024).
La musica dal vivo
Una nuova ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (Trost et al., 2024) ha dimostrato che le performance musicali dal vivo, a differenza di quelle registrate, riescono ad evocare nelle persone una risposta emotiva significativamente più forte, attivando aree cerebrali che coinvolgono sia l’amigdala (tradizionalmente definita come “centro emotivo” del cervello) che reti cognitive e affettive più ampie, come lo striato ventrale e il nucleo talamico pulvinar.
Osservando mediante risonanza magnetica funzionale l’attività cerebrale di ascoltatori di una performance di pianoforte, i ricercatori hanno scoperto che la stimolazione emotiva della musica live è in grado di innescare un attivo scambio di informazioni, esteso a tutto il cervello e un’elaborazione completa delle emozioni, migliorando potenzialmente l’esperienza di ascolto complessiva.
Un altro fattore importante emerso dallo studio è la natura non adattiva della musica registrata, a differenza di quella dal vivo che permette al musicista di adeguare e modulare l’esecuzione dei brani in base alle risposte emotive degli ascoltatori. Nonostante negli ultimi decenni ci sia stato un enorme progresso nella tecnologia di registrazione, ogni anno milioni di appassionati di musica continuano ad affollare i concerti dal vivo in tutto il mondo. Questo avviene presumibilmente perché la musica live è in grado di indurre risposte emotive più forti e coerenti, suscita movimenti nel corpo degli ascoltatori, riduce lo stress in misura maggiore rispetto alla musica registrata e attiva un processo di sincronizzazione tra l’eccitazione corporea e gli stati cerebrali del pubblico.
Musica dal vivo e sincronizzazione con il pubblico
I ricercatori hanno osservato un allineamento tra le esperienze emotive soggettive del pubblico e la loro attività cerebrale, in particolare all’interno del sistema uditivo (il quale valuta le qualità acustiche della musica, come forma, struttura e complessità del profilo spettrale di un segnale uditivo). Questa “armonia” era considerevolmente più pronunciata durante le esibizioni dal vivo, il che spiegherebbe la connessione unica che si crea tra musicisti e ascoltatori nelle performance dal vivo, una sorta di spazio emotivo condiviso in cui gli esecutori e gli spettatori sono in stretta sintonia gli uni con gli stati emotivi degli altri (Trost et al., 2024).
Il flusso di comunicazione nella musica dal vivo
Un ulteriore fattore interessante scoperto dallo studio riguarda la presenza di un flusso continuo e reciproco di comunicazione emotiva tra l’esecutore e il pubblico.
Secondo i ricercatori, questo dato potrebbe essere ricondotto alle radici evolutive della musica, suggerendo che si predilige la musica dal vivo perché crea un coinvolgimento emotivo e sociale impareggiabile, un viaggio emozionale in tempo reale in cui a condurre sono i musicisti e le loro note (Trost et al., 2024).