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Immolarsi per la ricerca sì…ma fino a un certo punto!

Alcune ricerche in psicologia sono conosciute per prove e compiti inusuali e non affatto piacevoli ai quali i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti.

Di Marina Morgese

Pubblicato il 11 Giu. 2015

Alcune ricerche in psicologia sono venute alla ribalta soprattutto per le prove e i compiti non proprio usuali e non affatto piacevoli ai quali i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti. 

La maggior parte dei lettori, avendo studiato psicologia o psichiatria o, in caso contrario, mostrando comunque un certo interesse verso le scienze psicologiche e le neuroscienze, avrà avuto a che fare col mondo della ricerca scientifica.

Sia che i ricercatori siate voi (o per lo meno lo siete stati ai tempi della tesi sperimentale quando disperati cercavate di reclutare soggetti anche dal salumiere), sia che invece abbiate mai fatto parte di un campione di ricerca (magari eravate lì tranquilli dal salumiere a far la spesa!), avrete avuto modo di osservare, a grandi linee, cosa significa essere uno di quegli individui che prendono parte a una ricerca: per lo meno viene chiesto di compilare questionari, spesso a risposta chiusa, altre volte a risposta aperta o di svolgere compiti di concentrazione, memoria, calcolo, ecc. (a parte ovviamente gli studi che si avvalgono di risonanze magnetiche e altri strumenti di misurazione fisiologica e neuronale; con questo però non si vuole sminuire alcun tipo di ricerca, spero sia chiara l’impronta ironica dell’articolo). Dunque si tratta di essere sottoposti a compiti a volte semplici, alle volte un pò più difficili, ma comunque decisamente accettabili per i partecipanti.

Stessa lieta sorte non è però toccata ai soggetti di alcuni studi, venuti alla ribalta soprattutto per le prove e i compiti non proprio usuali e non affatto piacevoli ai quali i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti.

Un esempio: quale sarebbe stata la vostra reazione se un ricercatore, con l’intento di studiare il disgusto, vi avesse chiesto di odorare il pannolino sporco di un bebè? D’accordo, numerose mamme penserebbero Sono abituata, che ci vorrà mai?!, ma cosa penserebbero invece se dei neuroscienziati, mossi dalla voglia di scoprire i circuiti cerebrali coinvolti nella paura, le sottoponessero a una PET mentre un bel serpente di 1, 5 metri si stringe attorno al loro corpo?

L’articolo che vi consigliamo di leggere elenca le dieci ricerche in psicologia che più hanno messo a dura prova i soggetti e ce n’è di tutti i tipi: dalle prove più dolorose alle prove più hot! Non vi anticipo altro, buona lettura!

 

It was all in the name of science, to better understand the darker, less pleasant aspects of being human. We salute the men and women who volunteered their minds and bodies to take part. Their pain is our gain. It’s important to note that in line with international ethical protocols, any psychology studies from the modern era would have required participant informed consent, with careful debriefing upon study completion (…) Now, let’s get this Digest tour underway

Immolarsi per la ricerca sì…ma fino a un certo punto!Consigliato dalla Redazione

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Alcune ricerche in psicologia sono venute alla ribalta soprattutto per le prove e i compiti non proprio usuali e non affatto piacevoli ai quali i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti. (…)

 

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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