L’articolo di Scaini e collaboratori recentemente pubblicato (2021) presenta i dati di validazione della versione italiana del questionario Angry Cognition Scale-Revised (ACS-R; Soto and DiGiuseppe , 2016), testato su un campione italiano di 180 adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 18 anni.
La rabbia disfunzionale e la Angry Cognition Scale
Le problematiche in merito alla regolazione della rabbia e ai comportamenti aggressivi nei bambini e negli adolescenti sono tra le motivazioni più frequenti alla base delle richieste di aiuto rivolte ai professionisti della salute mentale (Sukhodolsky et al., 2016). Le teorie cognitive-comportamentali della rabbia (si vedano ad esempio, Beck, 1999; Defenbacher, 1996; Dryden, 1990; Ellis, 1977) hanno sottolineato il ruolo chiave di bias cognitivi nei processi di elaborazione dell’informazione e una modalità di pensiero rigida tra gli individui che presentano difficoltà nella regolazione della rabbia. Sia Ellis (1994) che Beck (1999) ipotizzano che via siano pensieri eccessivamente negativi, credenze irrazionali e atteggiamenti disfunzionali che co-occorrono con un’emozione di rabbia disfunzionale e maladattiva.
La Angry Cognitions Scale (ACS; Martin & Dahlen, 2007) è un primo strumento self-report che è stato messo a punto in ambito statunitense per esaminare i costrutti cognitivi e le credenze correlate alla rabbia. La scala ACS richiede al soggetto di leggere e di immedesimarsi in nove diversi scenari emotigeni -possibilmente attivanti l’emozione di rabbia. Al termine della lettura di ogni scenario, al soggetto viene richiesto di dare un punteggio ad alcuni items che rappresentano le categorie dei pensieri che si potrebbero attivare nell’esperire quella situazione.
A partire dalla ACS, Soto and DiGiuseppe (2016) hanno rivisto lo strumento in questione, ampliando le categorie dei pensieri che si potrebbero attivare nella persona che si trovi a vivere le diverse situazioni proposte. In particolare, dopo avere letto uno scenario vengono proposti al soggetto 7 items che rappresentano sette tipologie di credenze negative: 1) “Doverizzazione” – che la situazione non avrebbe dovuto verificarsi: “Le persone avrebbero dovuto farmi passare e devono imparare a guidare!”; 2) “Catastrofizzazione della situazione”: “È terribile essere trattato cosi da uno sconosciuto”; 3) “Attribuzioni ostili”: “si comporta così solo per farmi arrabbiare”; 4) “Intolleranza della frustrazione”: “Non sopporto di dovermene occupare”; 5) “Appellativo-etichettamento offensivo” della persona le cui azioni avrebbero causato il problema: “Quello stupido sciatto!”; 6) “Ipergeneralizzazione”: “Non rispettano mai le mie indicazioni, questo posto è completamente inutile”; 7) “Conseguenze negative della rabbia”: “Arrabbiarsi non è di aiuto alla nostra relazione”. In seguito, le risposte date agli item che rappresentano le 7 categorie di pensiero vengono sommate per i nove scenari proposti, in modo da avere un totale per una subscala relativa a ciascuna categoria di pensieri.
Questa versione della scala rivista e modificata da Soto e Di Giuseppe (2016) è denominata Angry Cognition Scale-Revised (ACS-R; Soto and DiGiuseppe , 2016). Tale versione rivisitata mira a rappresentare in maniera più completa ed esaustiva la teoria delle idee irrazionali di Ellis e delle credenze correlate all’emozione della rabbia.
La validazione italiana della Angry Cognition Scale-Revised
L’articolo di Scaini e collaboratori recentemente pubblicato (2021) presenta i dati di validazione della versione italiana del questionario Angry Cognition Scale-Revised (ACS-R; Soto and DiGiuseppe , 2016), testato su un campione italiano di 180 adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 18 anni. Il campione è ben bilanciato per il genere e bambini e ragazzi affetti da gravi disabilità intellettuali o disturbi del neurosviluppo sono stati esclusi dallo studio. Inoltre, il 50.6% dei soggetti frequentava la scuola secondaria di primo grado e il 49.4% la scuola secondaria di secondo grado.
Lo studio ha avuto l’obiettivo di verificare la struttura fattoriale della Angry Cognition Scale-Revised (ACS-R, versione per adolescenti), di approfondire le caratteristiche psicometriche relative alla coerenza interna dello strumento e l’affidabilità test-retest nella cultura italiana. Infine, è stata verificata anche la validità convergente con altri questionari e la validità predittiva della ACS-R (versione per adolescenti). La validità predittiva è stata valutata testando la correlazione tra i punteggi della ACS-R e i punteggi ottenuti da strumenti self-report somministrati ai partecipanti dello studio e riguardanti problemi esternalizzanti (ad esempio, problemi di condotta, di self-control, di devianza dalle regole e comportamenti aggressivi).
Dai risultati è emerso che la struttura fattoriale della ACS-R, per come proposta dallo studio di Soto and DiGiuseppe (2016) nel campione americano, non è pienamente confermato nel campione italiano.
L’analisi fattoriale sul campione italiano supporta un modello multidimensionale, anche se la distribuzione degli items si differenzia rispetto al modello originale.
In particolare, dall’analisi fattoriale sui dati italiani è emerso come significativo un modello a tre fattori (e non a sette).
Pertanto, in relazione ai dati di validazione sul campione italiano, Scaini e colleghi (2021) hanno nominato i tre fattori del modello come segue: Fattore 1, definito come “Ostilità verbale e attribuzioni cognitive catastrofiche”, Fattore 2 definito come “Pensieri adattivi sulle conseguenze negative della rabbia” e Fattore 3 “Doverizzazione e ipergeneralizzazione”. La coerenza interna è apparsa ottimale per tutti e tre i fattori sopra definiti, e in generale le analisi hanno dimostrato una buona affidabilità test-rest e una buona validità convergente della scala.
Infine, è stata riscontrata una buona validità predittiva: la scala appare essere uno strumento valido e affidabile per rilevare pensieri e credenze relative alla rabbia, e quindi un utile supporto per identificare adolescenti a rischio di sviluppare sintomi esternalizzanti, problemi nella disregolazione della rabbia e comportamenti aggressivi.
Lo strumento consente un’indagine più specifica delle credenze che possono predisporre a comportamenti aggressivi e a emozioni di rabbia disfunzionale, offrendo anche la possibilità di disputare in terapia le credenze irrazionali con maggiore specificità.
In conclusione, la validazione della scala ACS- R (Soto & Di Giuseppe, 2016) e le analisi delle caratteristiche psicometriche in un campione di popolazione di adolescenti italiani si configura come un passo importante per la ricerca e per l’assessment in ambito clinico degli aspetti cognitivi e delle credenze relative alla rabbia.