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La validazione italiana della COVID-19 Anxiety Syndrome Scale 

La C-19ASS risulta essere uno strumento valido per l’assessment delle strategie di coping disfunzionali legate all’ansia da COVID nella popolazione italiana

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 10 Ott. 2022

Aggiornato il 14 Ott. 2022 12:48

Mansueto et al. (2022) hanno effettuato una validazione preliminare della versione italiana della scala C-19ASS (creata per valutare le strategie di coping cognitivo-comportamentali in relazione al distress psicologico da COVID-19) e hanno esplorato se la C-19ASS avesse un ruolo di mediazione nella relazione tra i tratti della personalità riferiti al modello del Big-Five e gli outcome psicologici in un campione italiano.

 

Gli effetti della pandemia

 La pandemia da COVID 19 ha apportato un generale aumento di distress, tra cui ansia, preoccupazione, sintomi affettivi, disturbi dell’umore, oltre che sintomatologia post-traumatica, somatizzazioni e abuso di sostanze, come evidenziato da molteplici studi a livello globale. Tale aumento di distress psicologico e il peggioramento della salute mentale durante la pandemia è stato rilevato sia nella popolazione generale che in campioni di soggetti maggiormente fragili e vulnerabili, che includono gli operatori sanitari, i soggetti più anziani e i pazienti psichiatrici.

Parallelamente, le ricerche nell’ambito hanno evidenziato l’insorgenza di strategie di coping disfunzionali in risposta alla paura e al senso di minaccia legato alla pandemia da COVID-19, quali ad esempio comportamenti di evitamento, di controllo, rimuginio e costante monitoraggio dei possibili contesti rischio di contagio da COVID (es. costante verifica della presenza di sintomi COVID, attenzione alle persone che mostravano possibili sintomi del COVID) (Nikčevic et al., 2021; Nikčevic & Spada, 2020). Tali strategie di coping disfunzionali portano la persona a chiudersi in circoli viziosi caratterizzati da stati di minaccia e paura, evitamenti e controlli, compromettendo il ritorno a una normalità della routine quotidiana (Lee, 2020a; Nikčevic & Spada, 2020). Tale compromissione della quotidianità aumenta a sua volta il distress e i sintomi psicopatologici per l’individuo (Duffy & Allington, 2020; Lee, 2020a; Nikčevic & Spada, 2020).

A fronte di tali premesse, da una prospettiva clinica risulta importante avere a disposizione strumenti che consentano ai professionisti della salute mentale e ai ricercatori di valutare e comprendere con precisione a livello individuale la natura e il livello del distress psicologico relativo alla pandemia da COVID-19. Al tempo stesso, risulta necessario identificare attraverso strumenti standardizzati le strategie di coping disfunzionali potenzialmente attuate dalla persona.

La COVID-19 Anxiety Syndrome Scale (C-19ASS)

Già nel 2020, a seguito della prima ondata, Nikčevic e Spada  (2020) hanno sviluppato uno strumento self-report finalizzato a valutare nello specifico le strategie di coping cognitivo-comportamentali in relazione al distress psicologico da COVID-19, inteso come aumentato senso di paura e minaccia del virus. Gli autori hanno definito l’insieme di tali strategie disfunzionali come “COVID-19 anxiety syndrome” e hanno nominato la scala inglese per misurare tale costrutto COVID-19 Anxiety Syndrome Scale (C-19ASS).

La scala C-19ASS è costituita da due fattori:

  • la perseverazione (ad esempio, preoccuparsi di non aver aderito rigorosamente alle linee guida sul distanziamento sociale per il coronavirus, leggere costantemente notizie legate al coronavirus compromettendo l’impegno nel lavoro – ad esempio scrivere email, lavorare su documenti di testo o fogli di calcolo).
  • l’evitamento (ad esempio, evitamento di luoghi pubblici, mezzi di trasporto collettivi, e contatto con oggetti a causa della paura e del senso di minaccia per il COVID-19, Nikčevic & Spada, 2020).

La scala C-19ASS è stata validata dapprima su un campione americano e in seguito in UK (Albery et al., 2021) e in Iran (Akbari, Seydavi, et al., 2021), dimostrandosi uno strumento affidabile e utile per identificare le strategie di coping disfunzionali in tale ambito.

La validazione italiana della COVID-19 Anxiety Syndrome Scale

Entro tale cornice Mansueto et al. (2022) hanno effettuato una validazione preliminare della versione italiana della scala C-19ASS in un campione di popolazione di 271 soggetti, attraverso la valutazione della struttura fattoriale, della validità di costrutto, validità interna e concorrente. Inoltre, lo studio ha avuto l’obiettivo di esplorare se la C-19ASS avesse un ruolo di mediazione nella relazione tra i tratti della personalità riferiti al modello del Big-FIve e gli outcome psicologici in un campione italiano. Per tale obiettivo sono stati coinvolti 484 partecipanti cui sono stati somministrati diversi strumenti self-report, tra cui la versione italiana della C-19ASS e una serie di questionari che misurano l’ansia da COVID-19, la compromissione del funzionamento nella quotidianità, la depressione, l’ansia generalizzata, l’ipocondria; inoltre è stato somministrato Big-Five Inventory-10 (BFI-10; Rammstedt & John, 2007).

 I risultati dell’analisi fattoriale hanno confermato che la versione italiana della C-19ASS è composta da 9 items, divisi in due fattori che corrispondono a due sotto-scale, appunto il fattore “perseveranza” (sei items) e il fattore “evitamento” (3 items). La scala dimostra una buona coerenza interna, validità convergente e validità incrementale. Si comprova quindi uno strumento valido per l’assessment delle strategie di coping disfunzionali legate all’ansia da COVID-19 anche nella popolazione italiana.

Ulteriori analisi statistiche hanno poi evidenziato che il fattore Perseveration della scala C-19ASS media la relazione tra stabilità emotiva e sintomi di outcome a livello psicologico (depressione, ansia generalizzata e ipocondria).

Tale fattore risulterebbe quindi particolarmente critico e più deleterio, in termini di salute mentale rispetto al fattore evitamento, proprio per il fatto che assume una funzione di mediazione, in soggetti con maggiore instabilità emotiva. La presenza di strategie di coping disfunzionale di perseveranza nei soggetti che presentano elevata instabilità emotiva (per come misurata dal BIG5 Inventory-10) porta a peggiori esiti psicopatologici in termini di ansia generalizzata, ipocondria e depressione.

Riguardo alla correlazione tra gli altri fattori di personalità del Big-Five e i sintomi psicopatologici i dati del presente studio confermano le evidenze già presenti in letteratura, ovvero che il fattore coscienziosità rappresenta un fattore protettivo per la depressione e per l’ansia generalizzata ( Koorevaar et al., 2017), mentre l’estroversione lo sarebbe per la depressione (Akbari, Seydavi, et al., 2021; Lyon et al., 2021; Koorevaar et al., 2017). Come già accennato sopra, la stabilità emotiva sarebbe un fattore protettivo per l’ansia generalizzata, l’ipocondria e la depressione (Akbari, Seydavi, et al., 2021; Jylhä & Isometsä, 2006; Nikčevic et al., 2021).

Inoltre, dalle analisi statistiche sono emerse differenze di genere riguardo la scala C-19ASS: I soggetti di genere femminile presentavano punteggi significativamente maggiori nella sottoscala Perseveration della C-19ASS rispetto ai soggetti di genere maschile. Tale risultato è coerente con i dati relativi al campione Iraniano (Akbari, Seydavi, et al., 2021).

Considerazioni conclusive

In conclusione, la versione italiana della C-19ASS si configura come uno strumento valido, affidabile e riconosciuto in letteratura per la valutazione della sindrome d’ansia da COVID-19 e delle strategie di coping disfunzionali ad essa correlate anche in ambito clinico per valutare e quindi intervenire precocemente sugli esiti psicopatologici legati alla pandemia.

 

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Per maggiori informazioni sulla Scala C-19ASS, è possibile contattare tramite mail il Dr. G. Mansueto
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