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Cosa sta succedendo alla generazione Z?

L’aumento dei disturbi psichici nella generazione Z è reale o è il risultato di un minore stigma nel richiedere aiuto?

Di Lucia Salatini

Pubblicato il 26 Apr. 2024

La salute mentale della generazione Z rispetto a quelle precedenti

Secondo dati recenti, attualmente un giovane su tre tra i 18 e i 24 anni riferisce di soffrire di sintomi indicativi della presenza di un problema di salute mentale, come un disturbo d’ansia o la depressione; negli anni 2000 era un giovane su quattro (Tapper, 2024). Questi risultati provengono dal programma di ricerca triennale condotto della Resolution Foundation thinktank.

In questa ricerca gli studiosi hanno analizzato i dati longitudinali per tenere traccia delle risposte alle domande su alcuni sintomi, come ad esempio le difficoltà con il sonno. Le scoperte di questa ricerca sono supportate da diversi altri dati che testimoniano la presenza di alti livelli di disturbi psichici tra i giovani. Infatti, il numero di giovani a cui vengono prescritti antidepressivi è sempre più in aumento, per non parlare della crescita esponenziale degli atti di autolesionismo in particolare tra gli adolescenti (Tapper, 2024).

Questi dati che cosa potrebbero indicare? Risulta quasi un rito di passaggio per ogni nuova generazione venire etichettata e criticata dagli adulti, che spesso descrivono i giovani come pigri, incapaci e poco volenterosi. Con la generazione Z, però, sta forse accadendo qualcosa di diverso: l’aumento dei disturbi psichici tra i giovani sotto i 25 anni è semplicemente il risultato di un maggiore riconoscimento dei segnali di patologia e una minore stigmatizzazione nel richiedere aiuto oppure c’è davvero un aumento dei disturbi psichici nei giovani di oggi?

Le ipotesi formulate sono diverse.

In primis, l’idea che i giovani siano meno resilienti a causa dell’adozione da parte dei genitori di stili genitoriali diversi e meno funzionali rispetto al passato oppure a causa di percorsi scolastici potenzialmente non efficienti. Inoltre è possibile che il mondo si sia semplicemente modificato rapidamente, diventando maggiormente confuso, incerto, imprevedibile, pericoloso e che le nuove generazioni, a differenza di quelle passate, ne stiano pagando il conto. Le potenziali cause di questa maggiore incertezza e percezione di pericolosità del mondo non mancano; basti pensare alle guerre a Gaza e in Ucraina, al Covid e ai lockdown a esso collegati, all’aumento esponenziale del costo della vita, alla crisi climatica, alla pressione del sistema scolastico e lavorativo (Tapper, 2024). 

Cosa ci dice la psicologia riguardo alla situazione della generazione Z?

Ultimamente è stato riscontrato un aumento di situazioni incerte, imprevedibili e minacciose, potenzialmente traumatiche che le generazioni odierne si trovano sempre più a dover fronteggiare e che possono contribuire ad aumentare ansia e depressione

Il problema principale non risiede tanto nella gestione di un singolo problema/preoccupazione, ma nella gestione di più situazioni problematiche contemporaneamente. Inoltre, la differenza più saliente che si nota tra la generazione Z e quelle precedenti è la tipologia di linguaggio utilizzato e le aspettative rivolte alla gestione dei problemi. Secondo alcuni psicologi (Tapper, 2024) vi potrebbe essere una maggiore tendenza alla catastrofizzazione rispetto a qualche anno fa, probabilmente dovuta dalla percezione di non essere sufficientemente in grado di affrontare un problema, vivendolo, di conseguenza, come insopportabile e ingestibile. Infine, vi è sempre più la pretesa di soluzioni rapide e immediate, che non richiedano eccessivo tempo e “sforzo”.

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