Il Betrayal Trauma
Immaginate che la vostra vita dipenda totalmente da qualcuno, dalla relazione con una persona che ha il compito di prendersi cura di voi e dei vostri bisogni. Immaginate di confidare nella sicurezza di quella relazione, di affidarvi a chi dovrebbe essere il vostro porto sicuro, solo per scoprire che proprio quella persona è causa di dolore, sofferenza, abusi. Un tradimento così profondo cambia tutto, cambia la prospettiva di sé e del mondo, mina alla radice la fiducia primaria con cui veniamo al mondo.
Jennifer J. Freyd, con il suo concetto di “Betrayal Trauma” (Freyd, J., 1991), ha cercato di dare voce a quel dolore indicibile, alla rottura della fiducia nelle persone e nelle istituzioni su cui contavamo per la nostra stessa sopravvivenza.
Il Betrayal Trauma s’inserisce nel contesto più ampio della teoria del trauma e descrive proprio il trauma legato agli abusi perpetrati da figure o istituzioni dalle quali ci si aspetta di essere protetti, accuditi, salvaguardati o sostenuti, come nel caso di abusi fisici, emotivi o sessuali da parte di un caregiver (Freyd J., 2008).
Il tradimento di questa fiducia crea un conflitto in cui la consapevolezza del male subito si scontra con la necessità fondamentale di mantenere la relazione intatta.
Un bambino, infatti, non può fare a meno del suo caregiver, per quanto abusante: la sua stessa sopravvivenza dipende da quel legame e il suo istinto lo spinge a conservarlo a ogni costo, anche se questo significa subire abusi e sofferenza.
L’unica difesa possibile è provare a non sentirlo, quel dolore, negandolo a se stesso, imparando a non vederlo, a tenerlo fuori dalla consapevolezza. Quel bambino oscilla tra la verità dolorosa e la negazione, cercando disperatamente di trovare un equilibrio tra la sua sopravvivenza emotiva e la realtà dei soprusi che gli vengono inflitti.
È la compartimentalizzazione: una difesa del nostro cervello che porta a tenere separate informazioni incompatibili. Il cervello di un bambino non riesce a trovare una sintesi coerente tra l’idea di un genitore amorevole e accudente a cui affidarsi e l’idea di quello stesso genitore come abusante, allora queste informazioni vengono separate, conservate da parti emotive che non comunicano tra loro. È l’essenza dei disturbi dissociativi.
I traumi che comprendono questo tipo di tradimento, infatti, danno luogo a sintomi e disturbi molto più gravi di quelli in cui è presente la sola dimensione del rischio di vita. Da diversi studi emerge il dato che il trauma conseguente a eventi in cui è presente questa sensazione di tradimento è maggiormente predittivo dello sviluppo di sintomi dissociativi e PTSD rispetto a quello conseguente a eventi in cui è presente la sola paura per la propria sopravvivenza (DePrince, 2001; Ross, 2007).
Il concetto di trauma da tradimento illustra in modo chiaro gli effetti devastanti degli abusi subiti sia durante lo sviluppo sia in età adulta, perpetrati da caregiver o persone di fiducia, come un partner. In queste situazioni non solo la persona che dovrebbe proteggere manca a questo importante compito, ma è lei stessa causa della sofferenza. La necessità di mantenere la relazione entra in conflitto diretto con la paura e il dolore interiori causati dal tradimento. Spesso, per risolvere questo paradosso, le persone ricorrono alla negazione, isolando i vissuti e i ricordi spaventosi e dolorosi in parti scotomizzate della loro esperienza interna. Il trauma da tradimento emerge come una forza violenta e disorientante, che frammenta e spinge l’individuo in direzioni contrapposte, creando sensazioni di smarrimento, paura, minaccia e solitudine.
Jennifer Freyd utilizza il concetto di “Betrayal Blindness” per descrivere la tendenza delle persone a ignorare, negare o minimizzare il tradimento subito, specialmente quando proviene da figure di fiducia o contesti in cui la dipendenza è elevata. La “cecità” al tradimento è appunto un meccanismo di difesa, un modo di proteggere la propria stabilità emotiva e la connessione con chi ha tradito.
Il Betrayal Trauma a livello istituzionale
La betrayal blindness può manifestarsi anche a livello sociale, quando un’intera comunità o istituzione sceglie di ignorare o minimizzare abusi o tradimenti perpetrati da membri all’interno di essa. Questo può alimentare ulteriormente il dolore delle vittime, creando un ambiente che non solo tollera il tradimento, ma lo nasconde attivamente.
Non solo le persone possono tradire, infatti, ma anche le istituzioni. Pensiamo ai tanti, troppi racconti di vittime di violenza sessuale che si ritrovano di fatto sul banco degli imputati a causa di atteggiamenti colpevolizzanti da parte delle forze dell’ordine o dei tribunali, e finiscono per sentirsi ritraumatizzate nel momento in cui è messa in dubbio la loro credibilità, con tutto il dolore e la vergogna di essere esposte a tale trattamento.
Con il concetto di “Institutional Betrayal” sempre Jennifer Freyd (Freyd, 2021) apre uno sguardo critico e profondo sulla fiducia che riponiamo nelle istituzioni e sulle implicazioni devastanti quando queste stesse istituzioni ci tradiscono. Questo tradimento istituzionale va oltre l’abuso individuale, estendendosi all’incapacità dell’istituzione di proteggere chi dipende da essa.
Riflette profondamente sulla vulnerabilità delle persone quando cercano sicurezza e giustizia nelle istituzioni e crea un danno considerevole, spesso sottovalutato, che può avere conseguenze durature sulla vita delle persone coinvolte.
L’idea di “Institutional Betrayal” solleva importanti questioni etiche e sociali riguardo al ruolo delle istituzioni nella tutela e nella giustizia. Chiede una riflessione critica su come queste entità affrontano le questioni di abuso, discriminazione e maltrattamenti interni, e se davvero agiscono nell’interesse del benessere delle persone che dovrebbero servire e proteggere.
Solo il “coraggio istituzionale”, come lo chiama appunto Jennifer Freyd, può essere l’antidoto a questo tradimento: il coraggio di promuovere azioni corrette attraverso le quali si dimostra responsabilità, trasparenza e sostegno alle persone che subiscono danni all’interno del contesto dell’istituzione. Questo coraggio è cruciale nel promuovere un clima che non solo riconosce le vulnerabilità, ma agisce attivamente per proteggerla e sostenerla.
Le conseguenze del Betrayal Trauma
Il Betrayal Trauma è una ferita profonda che si insinua nel tessuto stesso delle connessioni umane, lasciando cicatrici invisibili che possono perdurare per una vita intera. Le conseguenze si manifestano innanzitutto a livello emotivo, dando vita a una complessa gamma di sentimenti che possono includere paura, ansia, rabbia e profonda tristezza. La fiducia, infranta dalla violazione, diventa una moneta di scambio difficile da recuperare, influenzando ogni nuova connessione e rendendo arduo instaurare legami sani. La percezione della sicurezza può essere compromessa, portando a una costante ipervigilanza e alla difficoltà nel distinguere situazioni sicure da minacciose. Le relazioni future diventano il terreno di una battaglia interna tra il desiderio di connessione e la paura di essere feriti nuovamente. Alcuni individui possono chiudersi emotivamente, costruendo barriere invalicabili per evitare il rischio di ulteriori ferite. Altri possono sviluppare schemi relazionali dannosi, ripetendo inconsapevolmente dinamiche abusive apprese durante il trauma.
Creare consapevolezza sociale su queste dinamiche è fondamentale per promuovere una comprensione più profonda e un sostegno solidale per coloro che lottano contro il peso di tali esperienze traumatiche.
Solo comprendendone la complessità è possibile una riparazione non solo individuale, ma anche sociale. E’ di cruciale importanza creare ambienti che riconoscano la gravità delle ferite emotive causate da questo tipo di traumi, garantendo maggiore comprensione e supporto per le vittime. Affrontare il trauma da tradimento richiede più di una singola battaglia personale; è una guerra che coinvolge la società stessa.