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L’accettazione del lutto

La teoria ideata da Elisabeth Kübler-Ross offre una visione del processo di elaborazione del lutto in cinque fasi, delle quali l'ultima è l'accettazione

Di Francesca Naldi

Pubblicato il 31 Mag. 2023

Approfondiamo di seguito il lutto e la sua elaborazione, soffermandoci sull’accettazione come fase finale e indicando infine gli orientamenti terapeutici di riferimento.

 Accettare una perdita significativa non è un processo semplice. Alla fine, però, si arriva a un punto in cui si può riconoscere che la perdita è avvenuta e ci si adatta al cambiamento. L’accettazione è considerata l’ultima fase della teoria del lutto ideata dalla psichiatra Elisabeth Kübler-Ross nel 1969. Tale teoria offre una visione del processo di elaborazione del lutto, la cui accettazione porta alla comprensione di una nuova realtà che può illuminare il cammino per uscire dal lutto.

Introduzione

L’incontro dell’uomo con la morte è uno degli argomenti su cui più si è scritto dall’inizio della stessa apparizione dell’uomo sulla terra. Numerosi sono i riferimenti bibliografici e filmici che ci accompagnano fin dall’infanzia; pensiamo, ad esempio, alla morte di Mufasa ne “Il Re Leone” o a quella della mamma di Bambi. Sono forse un mezzo fornitoci per normalizzare la morte e aiutarci a capire che è solo una parte della vita? Il nostro modo abituale di vivere e di pensare, tuttavia, ci spinge a negare la temporaneità dell’esistenza e ci permette di accorgerci della morte solo quando tocca altri a noi vicini. Il lutto è infatti riconosciuto come il più grande fattore di stress che affrontiamo come esseri umani (O’Connor, 2019).

L’elaborazione del lutto

Il processo di elaborazione del lutto può essere complesso e non è uguale per tutti. Alcune reazioni generali e universali alla perdita sono l’incredulità per la morte, la rabbia, il pianto, la negazione, il senso di colpa ecc. Il senso di vuoto e l’intensa nostalgia del defunto sono i sintomi principali di un lutto prolungato. Nell’edizione rivista della Classificazione Internazionale delle malattie (ICD-11), il lutto è descritto come un intenso dolore emotivo, difficoltà ad accettare la perdita e incapacità di sperimentare uno stato d’animo positivo. Queste reazioni sono associate a una compromissione funzionale e durano più di sei mesi dopo la perdita (Pop-Jordanova, 2021). Nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) questa condizione viene definita “disturbo da lutto persistente e complicato” quando perdura per oltre 12 mesi.

Nel 1969 la psichiatra Elisabeth Kübler-Ross, ha proposto una teoria secondo la quale il lutto avviene in cinque fasi: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione.

  • Negazione: nella prima fase del processo di elaborazione del lutto, la negazione ci aiuta a minimizzare il dolore schiacciante della perdita. Mentre elaboriamo la realtà della perdita, cerchiamo anche di sopravvivere al dolore emotivo.
  • Rabbia: la seconda fase del lutto è la rabbia. Stiamo cercando di adattarci a una nuova realtà e probabilmente stiamo vivendo un forte disagio emotivo. Le cose da elaborare sono talmente tante che la rabbia può sembrare uno sfogo emotivo.
  • Contrattazione: quando si affronta una perdita, non è insolito sentirsi così disperati da essere disposti a fare qualsiasi cosa per alleviare o minimizzare il dolore. In questa fase del lutto, si può cercare di contrattare per cambiare la situazione, accettando di fare qualcosa in cambio di un sollievo dal dolore provato.
  • Depressione: durante la nostra esperienza di elaborazione del lutto, arriva un momento in cui la nostra immaginazione si calma e iniziamo lentamente a guardare alla realtà della nostra situazione attuale. In questa fase del lutto, tendiamo a chiuderci in noi stessi man mano che la tristezza aumenta.
  • Accettazione: quando arriviamo a un punto di accettazione, non smettiamo di sentire il dolore della perdita, ma non stiamo più resistendo alla realtà della nostra situazione e non stiamo lottando per renderla diversa.

L’accettazione del lutto

“Accettare non significa essere felici della perdita. Piuttosto, in questa fase si accettano finalmente il dolore e la perdita subiti e si inizia a guardare avanti e a pianificare il futuro” (Stroebe et al., 2017).

 Questa fase consiste nell’accettare il fatto che esiste una nuova realtà che non può essere cambiata e nel capire come tale realtà avrà un impatto sulla propria vita, sulle proprie relazioni e sulla propria traiettoria. Accettare non significa scivolare di nuovo nella negazione, fingendo che la perdita non sia avvenuta. Piuttosto, accettare significa abbracciare il presente, comprendere la portata della perdita piuttosto che combatterla, accettare la responsabilità di se stessi e delle proprie azioni e iniziare il viaggio verso una nuova fase della vita con soddisfazione.

L’accettazione è un concetto essenziale in diversi orientamenti terapeutici, tra cui l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e la Terapia Dialettico Comportamentale (DBT). Nell’ACT, accettazione significa aprirsi e fare spazio a emozioni, sensazioni e sofferenze, abbandonando la lotta contro di esse. Questo non implica volerle o farsele piacere, ma semplicemente offrire loro una casa affinché l’impulso a evitarle non finisca per esercitare un controllo sul comportamento (Presti & Miselli, 2018). Nella DBT, accettazione significa comprendere che tutti noi stiamo facendo del nostro meglio. La pratica dell’accettazione convalida le proprie emozioni, i propri pensieri e le proprie azioni. Ciò può aiutare a cambiare la propria prospettiva su una situazione e, normalizzando esperienze come il lutto, si possono trovare meccanismi di coping per affrontare lo stress ed emozioni complesse (Theriault, 2012).

Conclusioni

Le emozioni provocate da una perdita significativa possono essere molto difficili e, in alcuni casi, possono creare l’illusione che la propria vita sia irrimediabilmente compromessa. Come non si può controllare la pioggia che ha rovinato un’uscita, il volo perso che è costato una fortuna o le conseguenze di una relazione sentimentale, non è possibile controllare la perdita di qualcuno o qualcosa. L’accettazione spesso non è una pratica facile da implementare. Tuttavia, crea la possibilità di acquisire fiducia per il futuro, e agganciarsi a questa scelta iniziale diventa fondamentale per plasmare la propria realtà e superare il dolore.

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