expand_lessAPRI WIDGET

Il lutto e i cambiamenti cerebrali che ne conseguono

Descriviamo il lutto nelle sue varie forme e gli effetti che esso provoca a livello di cambiamenti cerebrali

Di Fiamma Fenili

Pubblicato il 03 Apr. 2024

Aggiornato il 04 Apr. 2024 15:01

Il lutto

Il lutto può assumere varie forme, può essere dovuto alla morte di una persona importante, alla rottura di una relazione, al trasferimento o ad altri eventi, e può avere un effetto molto negativo. Questo effetto è dovuto al fatto che siamo persone sociali, e il legame con le altre persone ci dà un senso di appartenenza. I lutti o le separazioni da persone per noi significative possono farci vivere sentimenti di tristezza, solitudine e di mancanza di significato, che a lungo andare ci logorano. 

Questi sentimenti si provano in modo così intenso anche perché l’esperienza della perdita può portare a cambiamenti nei nostri sistemi biologici. 

Capire come avvengono questi cambiamenti a livello cerebrale può aiutarci a capire che l’elaborazione di un lutto richiede del tempo e che dobbiamo essere compassionevoli con noi stessi durante questo processo (Miller, 2024).

I cambiamenti cerebrali nel periodo del lutto

Durante il periodo del lutto i livelli di ormoni dello stress, come il cortisolo, aumentano e avviene un cambiamento nei modelli di attivazione cerebrale. 

Dagli studi si è evidenziato che è possibile che i gangli basali, ovvero un’area cerebrale situata nella parte inferiore del cervello, si attivino maggiormente. I gangli della base sono coinvolti nella definizione dei nostri modelli di azione abituali e contribuiscono a determinare la ricompensa e il piacere che otteniamo dalle relazioni; inoltre codificano il nostro senso di vicinanza e di attrazione per gli altri. Per questo, secondo gli studiosi hanno un ruolo nel modo in cui reagiamo alla separazione dai nostri cari. Un’iperattività di quest’area in risposta alla separazione dall’altro può spingerci a cercare di riavvicinarci attraverso comportamenti di ricerca e tentativi di riavvicinamento. E, dal momento che le persone a noi care sono associate a sensazioni di gratificazione, la loro assenza può indurci a desiderarle (Miller, 2024).

Un altro punto da tenere in considerazione è che esiste una certa sovrapposizione tra le aree che codificano la rappresentazione di noi stessi e quelle che codificano le rappresentazioni degli altri a noi cari. La nostra mente e il nostro cervello non riescono a distinguere del tutto sé stessi dagli altri, perciò può esserci in qualche misura una sorta di confusione tra il punto in cui finiamo noi e inizia l’altra persona, soprattutto nelle relazioni intime. Per questo la perdita di una persona significativa può farci sentire come se una parte di noi stessi fosse stata portata via, rendendoci difficile riconoscere chi siamo dopo la perdita.

Infine, nel cervello si può verificare una disconnessione tra le aree della memoria episodica o autobiografica (le quali registrano gli eventi fattuali e ci informano che la persona non c’è più) e le aree della memoria semantica o concettuale (ovvero quelle aree che registrano le informazioni contestuali sulla nostra vita e ci informano che questa persona è stata, e quindi dovrebbe continuare a essere, una parte prevedibile della nostra esistenza quotidiana) (Miller, 2024).

Bloccati nel ciclo di lutto

Ci sono diversi modi in cui le persone possono rimanere bloccate nel dolore conseguente ad un lutto

Talvolta le sensazioni di piacere e soddisfazione sono state così tanto legate ad una persona specifica che può sembrare impossibile fare qualcosa di utile o gratificante che non sia legato ad essa. Ad esempio, le persone preferiscono trascorrere del tempo ripensando a vari ricordi (anche se portano dolore), ascoltando canzoni, guardando film o fotografie, piuttosto che orientarsi verso altre attività che potrebbero essere piacevoli ma che non hanno alcun legame con la persona che non c’è più.

In alcuni casi, dedicarsi ad altro può far insorgere il senso di colpa, perché si può pensare di tradire la persona cercando di andare avanti. Più eravamo uniti a qualcuno, più è difficile immaginare un futuro senza di lui/lei, e questa situazione può prolungare il lutto.

È importante, dunque, nel processo di elaborazione del lutto, arrivare ad accettare che la perdita di qualcuno a cui siamo affezionati è una parte inevitabile della vita (Miller, 2024).

Cercare di affrontare il lutto

Esistono alcune cose da tenere in considerazione durante il processo di elaborazione del lutto:

  • Evitare l’isolamento: è normale che in questa fase ci si voglia circondare di ricordi legati alla persona assente, pensando ripetutamente alla perdita ed evitando di impegnarsi in situazioni e attività non legate alla perdita. Spesso si hanno pensieri ripetitivi del tipo “Perché è successo a me?” o “Avrei potuto fare qualcosa di diverso?”. È fondamentale però cercare di entrare in contatto con gli altri, poiché questo ci spingerà a capire che ci sono altre relazioni che valgono la pena di essere vissute.
  • Non definirsi in base alla perdita: nel processo di elaborazione del lutto è importante ricordare che tutti noi abbiamo un valore intrinseco, che rimane vivo nonostante l’assenza dell’altro. È importante quindi recuperare il proprio senso di valore, per ricordarci che la vita continua, anche se la relazione (la quale ci faceva sentire speciali e unici nella mente di qualcun altro) non prosegue. 
  • Il lutto detta il suo corso: ogni persona ha tempistiche diverse, non esiste una tempistica unica per elaborare un lutto. Può accadere che altre persone facciano pressione sull’individuo in lutto affinché vada avanti, ma non possiamo eliminare tutti i ricordi della persona assente. È anche possibile che si riviva il lutto ad esempio in corrispondenza di date importanti. Dobbiamo essere pazienti con noi stessi e compassionevoli, affinché avvenga una integrazione realistica e sostenibile della nostra perdita (Miller, 2024).
Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
L’accettazione del lutto

Le persone manifestano molteplici e complesse reazioni emotive, fisiche, cognitive e comportamentali in risposta al lutto

ARTICOLI CORRELATI
Le fiabe come mezzo per l’elaborazione dell’esperienza e strumento di crescita in terapia

Le fiabe, e in generale le storie, sono importanti strumenti in terapia per affrontare eventi negativi che provocano sofferenza

Gli scritti ritrovati di Roberto Lorenzini – L’elaborazione del lutto

Inizia oggi la pubblicazione a puntate dei racconti "Gli scritti ritrovati", di Roberto Lorenzini e a cura di Pierangelo D'Ambra.

cancel