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Felicità cercasi. Pratiche personali e collettive (2020) di Sergio Sorgi e Francesca Berté – Recensione del libro

Per gli autori di "Felicità cercasi" occuparsi di felicità dovrebbe essere naturale, oltre che necessario, in particolare in un periodo storico come questo

Di Mariapia Ghedina

Pubblicato il 26 Mag. 2021

Il titolo del libro Felicità cercasi. Pratiche personali e collettive è assolutamente fedele al suo contenuto: la felicità va cercata, non solo tramite l’impegno necessario, ma anche attraverso le modalità più adatte.

 

Sorgi e Bertè, basandosi su vari dati empirici, propongono classificazioni e tesi con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori al bisogno di felicità. La soddisfazione di tale bisogno, secondo gli autori, non riguarda solamente il singolo individuo, ma la collettività, pertanto la felicità comune dovrebbe coincidere con lo scopo della società e, in particolare, delle istituzioni. È evidente che noi esseri umani, in quanto animali sociali, siamo costantemente in qualche modo interconnessi. Un capitolo del testo viene infatti interamente dedicato alla valenza delle relazioni umane spiegandone la funzione nel trovare, o ritrovare, la felicità sia propria che condivisa. Tale ricerca risulterebbe pertanto fondamentale per il bene della collettività e per l’avvenire. “Una cosa è per noi certa: essere felici non è un destino, né un accadimento casuale e neppure l’esito di un approccio ingenuo”. È qualcosa che viene infatti descritto dagli autori come un’abilità che va sviluppata attraverso le modalità adatte.

Secondo Sorgi e Berté, occuparsi di felicità dovrebbe essere naturale, oltre che necessario, in particolare in un periodo storico come questo in cui è facile confondersi tra ciò che rende e non rende felici.

Tramite il riferimento al famoso esperimento di Mischel, in cui vengono utilizzati i Marshmallow, gli autori spiegano come la capacità di posticipare la gratificazione si riflette nell’abilità di mettere in ordine le proprie priorità. Attraverso l’esempio riportato viene quindi messa in luce la funzionalità di una determinata modalità di presa di decisione: una ricerca del benessere continuo a discapito di quello immediato. Secondo gli autori infatti essere felici non è una mera abilità intrinseca, bensì una capacità che va appunto sviluppata tramite uno sforzo costante, delle scelte adatte e delle prese di posizione chiare.

Tutto ciò, secondo Sorgi e Bertè, dovrebbe essere noto alle istituzioni e far riflettere chi governa i territori.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Sorgi S. & Berté F. (2020). Felicità cercasi. Pratiche personali e collettive. Egea.
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