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Ragione e Sentimento… Seconda e terza giornata al XIX congresso SITCC

Il tentativo di superamento della dicotomia tra emozione e ragione è stato un po’ la cifra dell’intero congresso, che ha visto stimolanti incontri scientifici un tempo non facilmente pensabili. Intrigante, ad esempio, assistere a un simposio intitolato “La matrice relazionale del cognitivismo italiano”

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 24 Set. 2018

Si è chiuso oggi domenica 23 settembre il XIX congresso nazionale della Società di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC). In quest’ultima comunicazione da Verona, città del congresso, scriveremo però anche della giornata di ieri. Tra i maggiori eventi di queste due giornate ci sono stati gli ospiti stranieri: Julian Thayer sabato 22, professore al dipartimento di neuroscienze dell’università dell’Ohio e Luiz Pessoa professore e direttore del Maryland Neuroimaging Center domenica 23. Entrambi hanno parlato degli aspetti più viscerali, esperienziali, emotivi e affettivi dell’attività neurologica.

Julian Thayer si è concentrato sul funzionamento adattivo e flessibile non solo cognitivo ma anche corporeo nel senso più vero e viscerale del termine ovvero dell’attività cardiovascolare e della funzione del nervo vago, misurate per mezzo della variabilità della frequenza cardiaca, per Thayer vero e proprio segnalatore delle prestazioni cognitive, delle sequenze affettive e delle variabili comportamentali. Invece Luiz Pessoa ha illustrato, mediante metodi di risonanza magnetica comportamentale e funzionale, lo studio delle interazioni tra i sistemi cognitivi ed emotivi del cervello e tra cognizione e motivazione tentando al tempo stesso di approfondire e di superare queste classificazioni, sempre a rischio di rigida dicotomizzazione.

Questo tentativo di superamento di dicotomie tra emozione e ragione è stato un po’ la cifra dell’intero congresso, che ha visto stimolanti incontri scientifici un tempo non facilmente pensabili. Intrigante, ad esempio, assistere a un simposio significativamente intitolato “La matrice relazionale del cognitivismo italiano” e patrocinato da Francesco Mancini come chair mentre Benedetto Farina agiva da discussant. Titolo quanto mai azzeccato per caratterizzare culturalmente e scientificamente il progetto di un intero movimento, autobiografia di una casa comune quale indubbiamente è la SITCC. Gli autori del simposio hanno correttamente intuito che il movimento cognitivo comportamentale internazionale sta vivendo una fase di crisi e poi hanno legittimamente proposto che l’uscita dalla crisi possa essere l’adozione del modello cognitivo evoluzionista di Liotti, sia pure con l’aggiunta di alcuni opportuni correttivi processuali che lo rendano più internazionalmente commestibile e compatibile con la svolta processualista promossa da Steven Hayes e Stefan Hofmann nel loro “Process based CBT” di quest’anno. Correttivi che consistono nel modello metacognitivo interpersonale di Semerari.

LA MATRICE RELAZIONALE DEL COGNITIVISMO ITALIANO TRA STORIA E FUTURO DELLA PSICOTERAPIA - SITCC 2018

Analoghe conclusioni sono state tratte dal simposio sui “Fattori di cambiamento nelle terapie cognitive”, presieduto dalla presidente della SITCC Rita Ardito (peraltro confermata nella sua carica: complimenti!) e ravvivato dalla partecipazione di Francesco Mancini, Antonio Semerari, Fabio Monticelli e Giancarlo Dimaggio mentre Andrea Bassanini fungeva da discussant. Si tratta di un progetto ambizioso e audace al quale si devono fare i migliori auguri di riuscire a conquistare il proprio spazio vitale e il proprio posto al sole. Un modello che potrebbe chiamarsi relazionale procedurale, come proposto da un triumvirato di colleghe e colleghi: Antonio Onofri, Cecilia La Rosa e Giancarlo Dimaggio.

FATTORI DI CAMBIAMENTO NELLE TERAPIE COGNITIVE TEORIA E CASI CLINICI - SITCC 2018

Più defilati rispetto a questa grandiosa convergenza se ne stanno i vecchi post-razionalisti, sempre inguaribilmente affezionati alle care organizzazioni di personalità, sia pure protetti dall’egida della scienza cognitiva imbracciata da Bruno Bara.

E in posizione differente ci sono quelli che potremmo chiamare i processualisti estremi (ma il termine non è nostro: lo abbiamo rubato), capitanati da Sandra Sassaroli e il suo gruppo tra i quali milita anche chi scrive qui e qui si scusa per il conflitto di interesse di essere pittore e dipinto, a scapito dell’affidabilità del quadro che si tenta di rappresentare. Processualisti estremi a volte tacciati di essere paleoconservatori, arcaici cultori della vecchia e screditata CBT, rimprovero invero contradittorio (come poter essere passatisti e futuristi?) ma non privo di una sua sbilenca verità.

Questi processualisti estremi poi, forse sentendosi un po’ soli, hanno invitato alcuni guastatori esterni provenienti dalle arcaiche caverne della modificazione comportamentale, come il prof. Ezio Sanavio, o transfughi della psicoanalisi e approdati nei porti ben accettanti del modello dialettico-comportamentale come il prof. Cesare Maffei, o battitori liberi e inclassificabili ma sempre un po’ improfumati di psicoanalisi come il prof. Nino Dazzi, o infine ambasciatori esotici del modello dell’acceptance and committment therapy come alcuni allievi del prof. Paolo Moderato (purtroppo assente, ma giustificato). Per non parlare dell’orientalismo dei seguaci della mindfulness e degli algidi e anaffettivi seguaci della metacognizione alla Adrian Wells. Un bel mazzo di desperados oscillanti tra conservatorismo neobeckiano e futurismo iperprocessualista, non senza qualche nostalgia per il costruttivismo a ulteriore arricchimento di un quadro già complesso.

Per ora finisce qui e proseguiremo a Bologna nel 2020, sede della prossima edizione del romanzo della SITCC.

 


DAL CONGRESSO SITCC 2018:

Tra convergenze e differenze: la prima giornata del XIX congresso SITCC a Verona

 

Giornata inaugurale del XIX congresso nazionale della Società di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC): in memoria di Gianni Liotti – SITCC 2018, Report dall’evento

 

 

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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