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Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro i Disturbi Alimentari – “Sempre più casi, ma sempre meno strutture”

In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro i Disturbi Alimentari una riflessione sui dati e sulle strutture per la presa in carico

Di Arianna Belloli

Pubblicato il 18 Mar. 2024

Disturbi alimentari: tra dati e silenzio

Nonostante l’aumento esponenziale di casi di disturbo alimentare (DA) tra gli adolescenti, sono sempre meno le strutture (tra pubblico e privato accreditato) disponibili sul territorio italiano (da 164 nel 2018, a 126 nel 2024) che possano fornire una presa in carico tempestiva ed efficace. L’ultima indagine del Ministero della Sanità riporta i seguenti dati: quasi quattro milioni di casi di DA (90% di sesso femminile) in Italia, di cui il 40% ha tra i 12 e i 17 anni, il 25% ne ha meno di 14, il 6% nemmeno 12, stimando un totale di 3.000 morti per disturbo alimentare nel 2022. Tra alcune delle vittime di disturbo alimentare si ricordano: Giulia Tavilla (17 anni) nel 2011, Lorenzo Seminatore (20 anni) nel 2020, Giulia Scaffidi (17 anni) nel 2021, Ilenia Belotti (25 anni) nel 2021. 

Per quanto queste siano cifre elevate, si tratta comunque di un dato parziale e sottostimato, in quanto è indicativo soltanto dei casi di Disturbi Alimentari che giungono presso un servizio sanitario, ed è proprio la porzione di casi ‘silenti’ e nascosti l’aspetto più allarmante. 

L’importanza di agire tempestivamente

A tal proposito la psichiatra Dott.ssa Laura Dalla Ragione, fondatrice e dirigente della “Rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare” della USL.1 dell’Umbria, ribadisce quanto sia necessaria una presa in carico il più tempestiva e precoce possibile, per prevenire la degenerazione e cronicizzazione del disturbo alimentare, ponendo anche l’attenzione su quanto il rischio di morte sia elevato quando il disturbo giunge all’attenzione clinica in stadio avanzato. La Dott.ssa Dalla Ragione, all’interno del suo libro “Social fame” si esprime in questi termini sui disturbi alimentari:

Sono la nuova forma di depressione giovanile, che si manifesta attaccando uno degli aspetti che ossessionano gli adolescenti, cioè il corpo. Ossessione alla quale si intreccia il culto della magrezza come valore assoluto. Su questo nucleo, che può anche avere un’origine genetica, si inseriscono altri elementi. Un trauma ad esempio. O fattori ambientali, a cominciare dai social e dai modelli di bellezza che di volta in volta dominano in un dato periodo

Dalla parte di chi ne soffre: le storie di Rachele e Irene

Vengono di seguito riportare le storie, raccontate sulle pagine di La Repubblica, di Rachele e Irene, due giovani ragazze che condividono il loro tentativo di guarigione dal disturbo alimentare. 

Rachele (20 anni) è attualmente in carico presso la “Residenza Palazzo Francisci” (Todi, PG), struttura deputata al trattamento di pazienti con disturbo alimentare in regime intensivo. Lei stessa racconta la sua esperienza, evidenziando gli aspetti più critici del disturbo e l’iniziale “luna di miele della malattia”

Vomitavo sempre e ovunque. Mangiavo e di corsa in bagno. Di notte mi sfinivo di esercizi. In silenzio per non farmi scoprire. Solo così mi sentivo in pace. Anzi fortissima. Sarei tornata ad essere quello scricciolo che vinceva tutte le gare di ginnastica artistica

Lanciando anche un messaggio di speranza

Sono qui da due mesi, sto provando a guarire!.

Rachele si descrive come una ginnasta e studentessa ‘modello’, sempre orientata a raggiungere e mantenere standard elevati, attraverso performance ineccepibili. Identifica il suo ‘picco di felicità’ proprio in quel periodo in cui si descrive come “piccola e sottile”. Ad un certo punto, però, questo periodo di vita vissuto come ‘idilliaco’ si interrompe. Il suo corpo iniziava a cambiare, a 17 anni pesava 55 Kg per 160 Cm di altezza (Indice di Massa Corporea, IMC di 21.5). Da questo momento Rachele inizia una dieta ferrea. In concomitanza con la pandemia da Covid-19, il contesto di lockdown ha contribuito ad esacerbare il circolo vizioso che si stava instaurando. Lei stessa riporta:

Passavo le giornate chiusa nella mia stanza guardandomi allo specchio e seguendo ossessivamente i video di TikTok per dimagrire. Mangiavo, vomitavo e mi vedevo grassa, grassa. Era come una tossicodipendenza. Avere il corpo vuoto mi faceva sentire onnipotente

Quando Rachele arriva in clinica, il suo peso è di 35 Kg (IMC: 13.7). Ad oggi, dopo due mesi dalla presa in carico, ha recuperato 4 Kg. Lei stessa riporta:

Ci sto provando a guarire…

Irene (18 anni) sta per finire il suo percorso presso la “Residenza Palazzo Francisci”. Alla sua uscita dal centro inizierà l’università, è finalmente energica e il suo eloquio è tornato ad essere veloce e abbondante. 

L’esordio del suo disturbo è simile a quello di Rachele. Irene stessa racconta:

Tutto è cominciato quando mi hanno esclusa dalle gare regionali di pallavolo perché, ad un tratto, ero diventata troppo grassa. Ero stata sempre la più brava, capitana della squadra, voti altissimi a scuola. Poi è arrivata quella delusione: sono alta 163 Cm e qualche anno fa pesavo 66 Kg. Troppi. La mia carriera è finita lì, sulla bilancia dei selezionatori. Quel giorno si è rotto qualcosa.

Come nel caso di Rachele, anche per Irene il contesto pandemico si è rivelato un fattore precipitante per l’esordio conclamato del suo disturbo. L’assenza di scuola e di socialità hanno circoscritto la sua attenzione unicamente sul peso e sulla forma fisica, voleva diventare ‘una piuma’ e soprattutto voleva riscattarsi dalla delusione vissuta. 

Rachele e Irene condividono un evento di vita comune: aver esperito molestie sessuali, un dato che frequentemente si configura come fattore predisponente nei quadri di Disturbo Alimentare. 

 

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla nasce con la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei disturbi dell’alimentazione, aumentare la consapevolezza sul piano individuale, collettivo e istituzionale e soprattutto difendere i diritti di colui che in prima persona sta vivendo il disturbo. 

Nel presente estratto dedicato a questa Giornata Nazionale, il focus è stato rivolto sulla disparità tra numero di casi e numero di posti disponibili all’interno di strutture accreditate per il trattamento dei Disturbi Alimentari, nella speranza che la sensibilizzazione sul tema non sia fine a se stessa e che per i disturbi alimentari possano essere riconosciuti i legittimi diritti all’assistenza sanitaria. 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Maria Novella De Luca (2023) “Lasciatemi morire di fame”: così gli adolescenti fuggono dalla vita. La Repubblica. Disponibile qui
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