Inside Out è appena uscito in Italia e se potete correte a vederlo. È una storia animata per tutte le età, sebbene le sue metafore psicologiche siano a tratti complesse. Non è la solita storia animata popolata di maghi, streghe ed elfi, o supereroi e viaggi spaziali e così via. Qui si tratta di quello che succede a ciascuno di noi quotidianamente. È difficile non ritrovarsi in uno dei momenti descritti in “Inside Out” ed è ancora più difficile che riusciate a vederlo tutto senza fermarvi un attimo per esclamare “Questo è successo anche a me!”
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Questa storia vi aiuterà a ridere e a piangere al tempo stesso; la cosa più sorprendente alla fine sarà la consapevolezza della capacità che ciascuno di noi ha di connettersi con il livello più profondo delle proprie emozioni.
Da un punto di vista psicologico “Inside Out” ci consente di riesaminare quale sia il valore delle emozioni nel definire chi siamo e ci aiuta a capire perché ci comportiamo in un determinato modo. La nostra compagna di avventura è Riley, una ragazza di 11 anni piena di vita che dallo stato del Minnesota si trasferisce a San Franscisco. Questo spostamento non è vissuto nel migliore dei modi e “Inside Out” descrive come Riley come cambi da ragazza felice con moltissimi hobbies a ragazza estremamente infelice.
Ed è a questo punto che inizia la magia della storia perché siamo trasportati nella mente di Riley dove incontriamo le sue emozioni. Ad attenderci ci sono Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura. Ho usato intenzionalmente le maiuscole per meglio personificarle. Ciascuna emozione ha un colore ben definito e non vi nascondo che mi sono sentito subito a mio agio con questo accostamento cromatico, che si è rivelato molto utile per identificare quale sia l’emozione in gioco e perché ci si comporti e si parli in un certo modo. Avete mai tentato di dare voce alle vostre emozioni? Forse inizierete a farlo dopo aver visto questa fantastica storia.
Un punto importante a favore di “Inside Out” è che si tratta di uno dei primi film che utilizza in maniera semplice e chiara i concetti della teoria cognitiva della mente, presentandoli alla cultura di massa che in genere ha più familiarità con le teorie psicoanalitiche. Era ora che accadesse questo. I concetti cognitivi sono indubbiamente, rispetto a quelli psicoanalitici, molto meno ricchi di fascino e di mistero. Da una parte inconscio e forze profonde, dall’altra emozioni, pensieri e memoria di lavoro. La Pixar, tuttavia, è riuscita a presentare in maniera accattivante questi aridi concetti scientifici.
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Il film mostra brillantemente come ognuna delle cinque emozioni ha una determinata funzione, che tutte loro vanno esplorate e nessuna di esse va mai ignorata.
Mi sono particolarmente commosso quando il film ha riprodotto uno dei capisaldi teorici della terapia che pratico personalmente, la terapia razionale emotivo comportamentale:
ovvero che il modo in cui ci sentiamo emotivamente e il modo in cui agiamo sono la risultante di ciò che ci sia passando per la testa.
In “Inside Out” partiamo dalla componente emotiva per poi passare a quelle comportamentali e cognitive. Non dobbiamo commettete l’errore di pensare che noi siamo incondizionatamente in balia delle emozioni. Possiamo invece cercare di normalizzare la loro influenza sulle nostre azioni.
Tuttavia “Inside Out” ha anche dei messaggi che possono essere interpretati in una dimensione più psicoanalitica quando si sofferma sul valore delle prime esperienze, del trauma di Riley e di tematiche legate all’attaccamento.
Andate a vederlo e fatemi sapere cosa ne pensate! non vi nascondo che alla fine ho pianto quando Gioia e Tristezza sono riuscite a tornate alla base.