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Psicopatia e disturbo antisociale di personalità: un’analisi clinica e cinematografica dei disturbi

Discriminare tra la psicopatia e il disturbo antisociale di personalità tramite il supporto di parallelismi cinematografici

Di Jacopo Fusetti

Pubblicato il 14 Dic. 2023

Aggiornato il 21 Dic. 2023 15:13

La psicopatia e il disturbo antisociale di personalità

La psicopatia è una deriva del disturbo antisociale di personalità, con il quale condivide alcune caratteristiche e, allo stesso tempo, è caratterizzata da alcuni tratti unici.

L’obiettivo di questo articolo è quello di dare, in primo luogo, un inquadramento clinico per poter discriminare psicopatia e disturbo antisociale di personalità, in secondo luogo, aiutare il lettore a riconoscere i tratti fondamentali dei due disturbi tramite un parallelismo cinematografico. 

La psicopatia, o disturbo psicopatico di personalità, viene spesso confusa con il disturbo antisociale di personalità e, spesso, è possibile che i due termini vengano utilizzati come sinonimi.

In realtà, la psicopatia è stata aggiunta alle classificazioni ufficiali solo recentemente e viene indicata come uno specificatore del disturbo antisociale di personalità all’interno della Sezione III del DSM-5 (APA, 2013). 

A tal proposito, è importante non confondere i due disturbi, dato che spesso vengono considerati come sinonimi, ma nella realtà presentano diverse differenze significative.

La psicopatia viene definita come un disturbo caratterizzato da deficit emotivi e interpersonali, con comportamenti antisociali e scarsa moralità.

Il termine “psicopatia” è stato introdotto dallo psichiatra statunitense Harvey Cleckley, con la pubblicazione dell’opera “The Mask of Sanity” (Cleckley, 1941).

Nella sua opera, Cleckley delinea le caratteristiche principali del soggetto psicopatico, in modo da fornire un protocollo da seguire per poter individuare individui patologici con più facilità. La lista di Cleckley prevedeva 16 punti chiave per classificare il disturbo: 

  1. fascino superficiale e buona intelligenza;
  2. assenza di deliri e altri segni di pensiero irrazionale/bizzarro;
  3. assenza di agitazione o di manifestazione psiconevrotica;
  4. inaffidabilità;
  5. falsità;
  6. mancanza di rimorso o vergogna;
  7. comportamento antisociale motivato in modo inadeguato;
  8. poco buonsenso e fallimento nell’apprendere dall’esperienza;
  9. egocentrismo patologico e incapacità di amare;
  10. povertà generale durante le reazioni affettive maggiori;
  11. perdita specifica di insight;
  12. generale mancanza di coinvolgimento nelle relazioni interpersonali;
  13. comportamento eccentrico e poco gradevole quando beve alcol e a volte senza;
  14. minacce suicidarie manifestate raramente;
  15. vita sessuale impersonale, triviale, e scarsamente integrata;
  16. fallimento a seguire ogni tipo di piano di vita (Cleckley, 1941).

Cosa differenzia psicopatia e disturbo antisociale di personalità

Gli studi di Hare, in particolare l’utilizzo dello strumento di misurazione da lui denominato Psychopathy Checklist-Revised, meglio noto come PCL-R (Hare, 1991), hanno fornito delle importanti differenze tra il costrutto (ovvero il concetto) della psicopatia e il disturbo antisociale di personalità.

La psicopatia, infatti, differisce dal disturbo antisociale di personalità per il fattore corrispondente all’area emotiva e interpersonale: lo psicopatico, a tal proposito, è caratterizzato da uno stile arrogante e mendace e una significativa componente di distacco emotivo in relazione all’esperienza vissuta.

Per quanto riguarda il distacco emotivo e il processamento delle emozioni, la letteratura si biforca in due correnti di pensiero. 

Secondo la prospettiva generale rispetto al deficit emotivo, gli psicopatici sono caratterizzati da una minore capacità di esperire le emozioni in linea di massima, interferendo nella comprensione del significato emotivo degli eventi e in termini di significato delle loro azioni (Cleckley, 1941). Seguendo tale ipotesi, gli psicopatici sarebbero sostanzialmente razionali e intatti dal punto di vista cognitivo, ma, data la loro mancanza a livello di profondità emotiva, il loro apprendimento dalle situazioni sarebbe inadeguato e non permetterebbe loro di anticipare le conseguenze emotive delle loro azioni. Questa ipotesi, infatti, pone il deficit cognitivo come aspetto secondario rispetto alla patologia del sistema di processamento delle emozioni.

La seconda corrente di pensiero afferma che gli psicopatici siano caratterizzati da uno specifico deficit emotivo che li renderebbe incapaci di fare fronte solamente a determinate esperienze emotive. Diverse prospettive relative a questa ipotesi sono state oggetto di studio, tra cui l’ipotesi della “bassa paura” (Lykken, 1995), la quale afferma che gli psicopatici sarebbero in grado di esperire le emozioni, ma con ridotta capacità o una soglia rafforzata per l’attivazione dei sistemi di paura, difesa e ritiro (Brook et al, 2013).  

Il fattore che, invece, si sovrappone al disturbo antisociale di personalità è caratterizzato dalla cosiddetta antisocialità, ovvero l’insieme di condotte impulsive e lesive verso la comunità che portano ad una forte correlazione con la criminalità (Hare, 1991). 

Il fattore di discriminazione tra i due disturbi porta ad un’inevitabile differenza in termini di prognosi per i soggetti che ne sono affetti. Per questo motivo, infatti, esistono i cosiddetti “psicopatici di successo”, quegli individui che possiedono le capacità necessarie per ricoprire ruoli importanti e spesso di leadership nell’area lavorativa (Hall & Benning, 2005).

Questa capacità, invece, è impossibile da sviluppare per soggetti antisociali, poiché la natura del loro disturbo porta inevitabilmente alla messa in atto di comportamenti criminali, che nella maggior parte dei casi causa il loro arresto (Glenn et al., 2013).

Psicopatia e disturbo antisociale di personalità nel cinema

Per facilitare il riconoscimento del comportamento di un individuo antisociale e un individuo psicopatico, questo articolo si è proposto di affiancare alla spiegazione clinica, una serie di esempi cinematografici che risultano molto efficaci per comprendere le differenze esplicitate in precedenza. 

I personaggi principali selezionati che mostrano evidenti comportamenti antisociali o psicopatici sono: Alex DeLarge (antisociale), Hannibal Lecter (psicopatico), Joker (psicopatico).

Nel primo caso, il protagonista del film “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick, mostra chiaramente la sua natura antisociale. Alex, infatti, durante il film mostra continui comportamenti impulsivi e mossi dall’intento di nuocere al prossimo. Un esempio significativo è riscontrabile nella scena in cui Alex e la sua compagnia decidono di picchiare un vagabondo solamente per il gusto di farlo o, ancora, quando decidono di violentare in compagnia una donna indifesa nella sua abitazione, davanti al marito inerme (Kubrick, 1971).

Per quanto riguarda Hannibal Lecter e Joker, invece, è possibile notare una differenza significativa, che li porta ad appartenere al versante psicopatico. 

Hannibal Lecter, personaggio principale del celebre film “Il Silenzio degli Innocenti”, risulta un individuo molto intelligente e affascinante, caratterizzato da una forte mancanza di empatia e che non si cura di recare danno al prossimo. I suoi comportamenti, però, sono intrisi da una logica molto strutturata, una pianificazione dettagliata e una grande freddezza emotiva. A tal proposito è emblematica la scena in cui Lecter intrattiene un dialogo con la giovane Clarice, la co-protagonista della pellicola, evidenziando la sua grande intelligenza e il suo fascino nel modo di parlare e nel suo atteggiamento (Demme, 1991).

Infine, il personaggio di Joker nel film “Il Cavaliere Oscuro”, magistralmente rappresentato dal compianto Heath Ledger, possiede le caratteristiche principali di un individuo psicopatico. Joker è, infatti, molto affascinante a livello superficiale, soprattutto grazie ad un lessico molto coinvolgente e quasi ammaliante. Un esempio che riassume queste caratteristiche è riscontrabile nella scena in cui Joker tratta con i gangster di Gotham. Durante l’intero film è possibile notare che tutte le azioni di Joker vengono precedute da una pianificazione quasi ossessiva, dove nulla viene lasciato al caso. A tal proposito, la scena in cui Joker dialoga con Batman dopo essere stato arrestato, è l’esatta rappresentazione di un comportamento caratterizzato da grande intelligenza e freddezza emotiva, nonché da motivazioni che ricercano il proprio benessere tramite lo sfruttamento o il recare danno ad un altro individuo (Nolan, 2008).

Per approfondire

Per una maggiore comprensione e completezza, le scene riportate all’interno dell’articolo sono visibili cliccando i seguenti link:

Si consiglia, ad ogni modo, la visione completa di tutti i film, così da avere uno sguardo più completo rispetto ai due disturbi. 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Disorders, Fifth Edition, DSM-5. Arlington, VA. (Tr. it.: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014).
  • Brook M, Brieman CL, Kosson DS. Emotion processing in Psychopathy Checklist-assessed psychopathy: a review of the literature. Clin Psychol Rev. 2013 Dec; 33(8):979-95. doi: 10.1016/j.cpr.2013.07.008. Epub 2013 Jul 27.
  • Cleckley, H. (1941). The mask of Sanity: An Attempt to Clarify Some Issues About the So-Called Psychopathic Personality. Mosby.
  • Hall, J., R., & Benning, S., D. (2005). The “Succesful” Psychopath. In Patrick, C., J. Handbook of Psychopathy (pp.459-480). The Guilford Press. 
  • Hare, R., D. (1991). The Hare Psychopathy Checklist-Revised. Toronto: Multi-Health Systems.
  • Glenn, A. L., Johnson, A. K. & Raine, A. Antisocial Personality Disorder: A Current Review. Curr Psychiatry Rep 15, 427 (2013).

Filmografia

  • Lykken D., T. (1995). The Antisocial Personalities. Hillsdale. NJ: Erlbaum
  • Demme, J. (1991). The Silence of the Lambs. Orion Pictures.
  • Kubrick, S. (1971). A Clockwork Orange. Warner Bros.
  • Nolan, C. (2008). The Dark Knight. Warner Bros.
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