expand_lessAPRI WIDGET

Il Disturbo Dissociativo dell’Identità attraverso la figura di Aaron Luke Stampler nel film “Schegge di paura”

La presenza degli alter ego tipica del disturbo dissociativo dell'identità è ben rappresentata dal personaggio di Aaron nel film "Schegge di paura"

Di Stefania Dessì

Pubblicato il 21 Apr. 2023

Il disturbo dissociativo dell’identità (DDI) è connesso a traumi emotivi intensi di esperienze molto dolorose che comportano la patologia come forma di difesa della mente da una realtà impossibile da gestire.

 

 Magistrale interpretazione dell’attore Edward Norton nel film “Schegge di paura” del 1996 nel ruolo di un giovane chierichetto balbuziente accusato dell’omicidio dell’arcivescovo di Chicago Richard Rushman. L’avvocato penalista Martin Vail (Richard Gere), è l’unico a decidere di difendere Aaron convinto della sua innocenza, seppure le prove raccolte sulla scena del crimine mostrino Aaron come unico indiziato e partecipe del delitto.

Il giovane soffre di perdite di memoria che non gli permettono di fare un riepilogo coerente dell’accaduto. L’avvocato Martin decide, dunque, di sottoporlo ad una analisi psichiatrica e dalle sedute si scopre che il ragazzo soffre di disturbo dissociativo dell’identità, disturbo sviluppatosi in seguito a imposizioni di carattere sessuale provenienti dall’arcivescovo quando Aaron era un ragazzino.

Negli studi di psicologia clinica, secondo il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder dell’American Psychiatric Association) e secondo l’approccio teorico del modello postraumatico, il disturbo dissociativo dell’identità (DDI) è connesso a traumi emotivi intensi di esperienze molto dolorose che comportano la patologia come forma di difesa della mente da una realtà impossibile da gestire. Si pensi ai traumi subiti durante il periodo infantile, quali abusi sessuali e ripetuti maltrattamenti fisici. Tali eventi portano l’individuo a dissociare le esperienze soggettive in personalità multiple, i cosiddetti “alter ego”.

 Proprio la presenza degli alter ego è ben rappresentata da una particolare scena del film, una scena in cui il giovane Aaron subisce forte stress causato dal pubblico ministero Janet Venable (Laura Linney) in aula di tribunale attraverso un attacco fatto di parole incisive che gli fanno rivivere le violenze psicologiche subite. Ed ecco che, improvvisamente, Roy si sostituisce ad Aaron: cambia tono di voce, modifica la sua espressione facciale, mostra spavalderia verso la giuria e la pubblica accusa. Roy si differenzia da Aaron per il linguaggio senza balbuzie, per le parole che scadono nel volgare e per il suo scagliarsi verbalmente e fisicamente contro l’avvocato accusatore. A questo punto, le guardie intervengono, prendono di forza Aaron/Roy, portandolo fuori dall’aula mentre continua a urlare e minacciare il pubblico ministero Janet Venable.

L’ARTICOLO CONTINUA DOPO IL VIDEO:

Da quanto emerge da diversi studi psicologici, le due o più personalità presenti in un unico individuo sono distinte, vale a dire, hanno modi di pensare, essere, sentire e agire totalmente indipendenti. Solitamente vi è una personalità principale, una identità che assume il controllo del comportamento della persona e ciascuna di esse non ha consapevolezza dell’esistenza delle altre personalità, né ha ricordo di ciò che fanno le altre. Ogni identità ha la sua personalità con i suoi modi di percepire, pensare e relazionarsi nei confronti di sé e dell’ambiente.

Tuttavia, nonostante le diverse identità riferiscano di non condividere i ricordi, in realtà alcune identità sembrano conoscere le altre ed interagire con esse. Infatti, nel film c’è una scena dove l’avvocato Martin ha un colloquio con Aaron per obbligarlo a dirgli la verità sull’omicidio dell’arcivescovo Rushman. Questa conversazione porta il giovane a far prevalere l’altra identità, quella di Roy, il quale fa capire di ricordarsi molto bene di Aaron. Ne parla come un debole, incapace di commettere un crimine così violento, ribadendo il concetto della fragilità e della viltà di Aaron.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Kring A.M., Davison G.C., Neale J.M., Johnson S.L., Psicologia Clinica, Ed. Zanichelli, Bologna, 2013
  • Perdighe C., Gragnani A., Psicoterapia cognitiva. Comprendere e curare i disturbi mentali, Ed Raffaello Cortina, Roma, 2021
  • Diehl W. (traduttore Brambilla G.). (1999) Romanzo: Schegge di paura. Sperling & Kupfer
  • Sanità informazione
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Disturbo dissociativo dell'identità diagnosi e caratteristiche del disturbo
Disturbo dissociativo dell’identità

I sintomi del disturbo dissociativo dell'identitià si manifestano all’improvviso, con l’evidenza che non vi siano collegamenti tra le diverse personalità

ARTICOLI CORRELATI
Forgotten baby syndrome: bambini dimenticati in auto
Bambini dimenticati in auto: la forgotten baby syndrome

È importante sottolineare che non esiste un profilo tipico del genitore che dimentica il figlio in auto: la forgotten baby syndrome può capitare a chiunque

Disturbo dissociativo dell'identità: esplorarne il funzionamento cerebrale
Cervello e disturbi dissociativi dell’identità (DDI)

Recenti studi mostrano un'associazione tra disturbo dissociativo dell’identità e disfunzioni nei sistemi di regolazione emozionale e memoria autobiografica

WordPress Ads
cancel