Sara Palmieri – OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI
Durante il XIV Congresso Europeo di Psicologia (ECP), tenutosi a Milano dal 7 al 10 luglio scorso, è stato organizzato un simposio sul tema dell’autolesionismo non suicidario (Non-suicidal self-injury – NSSI).
Tale comportamento è definibile come un’autodistruzione intenzionale o un’alterazione dei tessuti del corpo in assenza di un intento suicida consapevole. L’autolesionismo non suicidario è un comportamento transdiagnostico, comune tra i maschi e le femmine, utilizzato per far fronte alle emozioni intense e al disagio psicologico. Nell’NSSI rientrano comportamenti quali tagli, bruciature, colpire sé stessi o farsi del male con oggetti (Favazza & Conterio, 1989).
L’NSSI differisce dal comportamento suicida (compresi l’ideazione e i tentativi) in quanto, di solito, coinvolge metodi non letali ed è guidato dall’intento di regolare le emozioni piuttosto che dal desiderio di terminare la propria vita. Alla luce di ciò risulta chiaro come l’eziologia dell’autolesionismo non suicidario e del comportamento suicida sia diversa e che quindi sia necessario un approccio su misura per la comprensione e il trattamento dell’NSSI.
Durante il simposio sono stati presentati i risultati di alcuni progetti di ricerca che hanno tentato di capire meglio l’eziologia e il trattamento dell’NSSI secondo una prospettiva intrapersonale e interpersonale.
La prima presentazione (Baetens et al., 2014) ha riguardato infatti i fattori interpersonali e intrapersonali che potrebbero influenzare e mantenere l’NSSI. Lo studio longitudinale condotto su coppie di genitore-figlio adolescente, ha mostrato come il comportamento autolesionistico sia scatenato e mantenuto da fattori appartenenti tanto ai genitori quanto ai figli. A partire da questo risultato sono state ipotizzate implicazioni terapeutiche per la terapia familiare.
La seconda presentazione ha riguardato uno studio volto ad indagare i predittori dell’autolesionismo non-suicidario e del comportamento suicida in 144 adolescenti trattati per depressione. I dati hanno mostrato come nel campione di adolescenti depressi siano frequenti comportamenti autolesionistici (42% di comportamenti lifetime), manifestati soprattutto attraverso tagli, che si verificano più spesso quando gli adolescenti sono arrabbiati o credono di non aver fatto abbastanza.
Lo studio ha anche indagato se vi fossero differenze sull’outcome del trattamento (farmaci vs CBT) in base al fatto di avere o meno comportamenti autolesionistici. È stato mostrato come non vi fossero differenze significative su depressione, ansia e funzionamento relazionale tra chi ha autolesionismo e chi no.
Sembrerebbe che l’NSSI sia comune tra i giovani con depressione ma che sia in gran parte resistente al trattamento. La ricerca futura dovrà quindi focalizzarsi sull’NNSI come possibile outcome del trattamento per i disturbi depressivi e determinare quando specifiche strategie di trattamento sono necessarie per ridurre l’NNSI.
Un altro contributo (Tanner, Hasking, Martin, 2015) ha riguardato la relazione tra NNSI e impulsività ed i recenti dati in letteratura in merito al ruolo che lo stress esercita sull’impulsività nei giovani adulti con autolesionismo. I dati mostrano come l’impulsività possa essere legata all’NSSI, ma usare l’autolesionismo in modo impulsivo sembrerebbe più legato ad alla regolazione delle emozioni.
Il simposio si è concluso con una la presentazione di risultati provenienti da studi di fMRI, che hanno tenuto conto anche di fattori quali stress – attivazione cerebrale – dolore, nel tentativo di sviluppare un il modello neurobiologico dell’autolesionismo non suicidario (Groschwitz & Plener, 2012).
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BIBLIOGRAFIA:
- Baetens, I., Claes, L., Martin, G., Onghena, P., Grietens, H., Van Leeuwe, K., et al. (2014). Is Nonsuicidal Self-Injury Associated With Parenting and Family Factors? The Journal of Early Adolescence, 34 (3), 387-405.
- Favazza, A.R., & Conterio, K. (1989). Female habitual self-mutilators. Acta Psychiatrica Scandinavica, 79, 282–289.
- Groschwitz, R.C., & Plener, P.L. (2012). The Neurobiology of Non-suicidal Self-injury (NSSI): A review. Suicidology Online, 3, 24-32. DOWNLOAD
- Tanner, A., Hasking, P., Martin, G. (2015). Co-Occurring Non-Suicidal Self-Injury and Firesetting Among At-Risk Adolescents: Experiences of Negative Life Events, Mental Health Problems, Substance Use, and Suicidality. Arch Suicide Res. 2015 Jul 27 [Epub ahead of print].