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“13 Reasons Why” e autolesionismo tra gli adolescenti

Sebbene l’intento dei creatori della serie tv 'Tredici' fosse dei migliori, la letteratura sembra indicare un aumento dei casi di suicidio e autolesionismo

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 08 Mar. 2022

Uno studio molto recente (Sinyor et al., 2021) ha analizzato possibili cambiamenti nella frequenza delle visite nei reparti di emergenza per suicidio o autolesionismo da parte di adolescenti e giovani adulti nei mesi successivi al rilascio della prima stagione della serie tv Tredici.

 

Il 31 Marzo del 2017, su Netflix, è stata mandata in onda la prima stagione della serie tv 13 Reasons Why, in italiano Tredici. La serie, che includeva una lunga rappresentazione del suicidio di un’adolescente, Hannah Baker, è stata già ampiamente criticata per aver violato numerose raccomandazioni per le rappresentazioni responsabili del suicidio (Bridge et al., 2020; Niederkrotenthaler et al., 2019; Rosa et al., 2019 ; Sinyor et al., 2019). In particolare, l’episodio finale che descrive il suicidio del personaggio principale raffigura Hannah in una vasca da bagno mentre si taglia i polsi con una lama di rasoio. Questa scena ha destato una particolare preoccupazione e già diversi studi hanno analizzato la correlazione della serie con il fenomeno del suicidio che sembra aver mostrato un aumento nei giovani di circa il 15% negli Stati Uniti (Niederkrotenthaler et al., 2019) e del 18% in Canada (Sinyor et al., 2019).

Questi risultati hanno rafforzato la letteratura esistente che dimostrava che la serie tv era associata ad un aumento delle ricerche su Google ‘come suicidarsi’ (Ayers et al., 2017), e ad un peggioramento dell’umore in un adolescente su quattro dopo aver visto la serie Tredici (Rosa et al., 2019). L’argomento è stato trattato anche in un articolo precedentemente pubblicato su State of Mind.

Inoltre, un’indagine del 2019 (Hong et al., 2019) aveva addirittura mostrato che, su 87 adolescenti che si sono presentati al pronto soccorso durante una crisi suicida, circa un quarto credeva che lo spettacolo avesse aumentato il rischio di suicidio.

I risultati ottenuti in letteratura che dimostrano i possibili danni provocati sugli adolescenti a seguito della visione della serie tv risultano essere altamente suggestivi.

Oltre al focus sul suicidio, però, anche il tema dell’autolesionismo appare centrale. Un personaggio secondario della serie, Skye, ricorre all’autolesionismo descrivendolo come ‘quello che fai invece di ucciderti’ (Yorkey, 2017; episodio 13), mostrando anche egli dei tagli sul corpo.

Studi in letteratura ci dimostrano che anche le raffigurazioni di autolesionismo possono portare a comportamenti imitatori (Jarvi et al., 2013; Khasawneh et al., 2020). Dato che entrambi i personaggi di Hannah e Skye mostrano comportamenti autolesivisi, ci si potrebbe aspettare, come è accaduto per il suicidio, un’imitazione dei comportamenti autolesivi non fatali nella popolazione. Nonostante ciò, sono presenti pochi dati sulle visite in pronto soccorso per atti autolesivi a seguito del rilascio della serie Tredici.

Uno studio, ad esempio, ha riscontrato un aumento dei ricoveri per tentativi di suicidio/autolesionismo in un ospedale pediatrico negli Stati Uniti (Cooper et al., 2018) e un altro studio preliminare sulle visite nei dipartimenti d’emergenza e accettazione per autolesionismo negli Stati Uniti ha indicato un possibile aumento di tale comportamento dopo l’uscita della serie tv (Feuer & Havens, 2017).

Pochi studi però hanno esaminato l’elemento dell’autolesività rispetto a quelli che hanno analizzato il tasso di tentativi di suicidio portati a termine o meno. La relativa scarsità di studi in quest’area rappresenta un’importante lacuna nella letteratura dato che l’aumento di tali presentazioni, se osservato, rappresenterebbe esiti sanitari negativi altamente rilevanti che rafforzerebbero i precedenti risultati sui decessi per suicidio.

Data la mancanza di dati in questo campo, uno studio molto recente (Sinyor et al., 2021) ha cercato di analizzare possibili cambiamenti per quanto riguarda la frequenza delle visite nei reparti di emergenza da parte di adolescenti e giovani adulti (nello specifico, di età compresa tra 10 e 29 anni) confrontando i dati con un gruppo di adulti di mezza età (età compresa tra 30 e 45 anni) in Ontario, Canada, nei mesi successivi al rilascio della prima stagione della serie tv Tredici. In particolare, lo studio ha cercato di analizzare un possibile aumento di visite al pronto soccorso per autolesionismo, ma anche visite al pronto soccorso relative alla salute mentale e alla dipendenza e visite mediche ambulatoriali.

I risultati di questo studio hanno mostrato un aumento significativo di visite al pronto soccorso sia per autolesionismo sia per problemi di dipendenza nei tre mesi successi al rilascio della serie tv Tredici. L’aumento che si è osservato nelle visite riguarda in particolare la fascia d’età degli adolescenti e il sesso femminile.

Il fatto che gli aumenti siano stati maggiori nella fascia d’età dai 10 ai 19 anni è coerente con ciò che gli autori dello studio si aspettavano dall’effetto dell’imitazione, dato anche che il pubblico a cui era indirizzata la serie e i protagonisti stessi erano proprio gli adolescenti.

Nonostante i risultati dello studio non mostrino nessun nesso di causalità tra i due elementi, essi sono coerenti con l’idea che la serie abbia stimolato comportamenti imitativi in spettatori vulnerabili.

Sebbene quindi l’intento dei creatori della serie Tredici fosse dei migliori, ovvero lo scopo era quello di coinvolgere la popolazione generale sul tema del suicidio e della salute mentale, aiutando di conseguenza chi ne soffre, i risultati in letteratura sembrano indicare il contrario. Se la serie avesse avuto un effetto positivo sulle persone con pensieri suicidi o con malattie mentali in generale, è plausibile pensare che si sarebbe verificato un aumento delle visite ambulatoriali psichiatriche o un aumento nelle cure primarie per le dipendenze. Invece, negli Stati Uniti, per esempio, nel periodo immediatamente successivo al rilascio della prima stagione, è stato registrato un minor numero di chiamate rispetto alla media (Thompson et al., 2019).

Nel loro insieme, questi risultati suggeriscono che la visione della serie tv è associata ad un aumento dei comportamenti autolesionistici con visite al pronto soccorso, piuttosto che facilitare i contatti di cure non acute o di crisi.

In conclusione, questi risultati si aggiungono alle prove considerevoli che suggeriscono che la serie in questione ha causato danni negli adolescenti vulnerabili e sottolinea la necessità di un ulteriore impegno con i creatori e i fornitori di media di intrattenimento per diffondere le migliori pratiche per rappresentazioni sicure del suicidio (Organizzazione mondiale della sanità, 2019).

 

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