La Redazione di State of Mind consiglia la lettura di questo contenuto:
Come mai chi mette in atto comportamenti aggressivi non riesce a fermarsi in tempo?
Per il senso comune è quasi impossibile pensare che una persona aggressiva o violenta non sia in grado di controllare la propria impulsività.
Ecco che ci vengono in aiuto alcune ricerche che ci dimostrano come chi è più aggressivo di fatto tenta di inibire il primo impulso di rabbia, ma che non sempre è possibile.
Questi fattori che vengono esplicati e messi a confronto nelle ricerche dell’articolo, comprendono sia fattori genetici (gene della monamina ossidasi-A),sia livelli ormonali (cortisolo, testosterone…) che infine quelli di glucosio. Il fattore comune di queste ricerche sembra essere che non esiste un “è più forte di me” e la scienza ce lo dimostra!
Grazie anche all’intervento dei fattori, genetici od organici sembra esserci da parte del cervello un tentativo di inibizione del comportamento, che però spesso va a discapito di altro, ad esempio una prestazione cognitiva.
Quello che queste ricerche suggeriscono è che sia possibile andare ad agire sul cervello dell’aggressivo e limitare il danno del suo comportamento, gli si può insegnare a mantenere quello che lui tenta di mettere in atto spontaneamente.
An impatient commuter shoves us out of the way to get onto the subway train. The bullying boss enjoys berating us in front of colleagues. The grouch next door yells at the neighborhood kids whenever a kickball accidentally ends up in his yard. We routinely deal with people who seem socially reckless, quick to retaliate at any perceived slight, and unremorseful if not downright sadistic.
In truth, though, the modern mantra “mean people suck” fails to capture many underlying drivers of aggression, cruelty, and hostility. Recent work in social neuroscience indicates that the brains of hotheaded people seem to work extra hard to control their outbursts, but for some reason fail.
Naturally Nasty – Association for Psychological Science
Consigliato dalla Redazione
(…)
Per continuare la lettura sarete reindirizzati all’articolo originale … Continua >>
Articoli di State of Mind sull' Impulsività

Sia l’impulsività che la FOMO sono state correlate all’uso problematico del cellulare, che è stato associato positivamente anche all’uso del cellulare durante la guida. L’uso del cellulare tra i giovani adulti L’uso problematico del telefono è particolarmente diffuso tra i giovani adulti (di età compresa tra i 18 e

State of Mind presenta la nuova stagione di Caffè Cognitivo in formato podcast: una raccolta di episodi, uno inedito ogni settimana, per conoscere ed esplorare il mondo della Psicologia e della Psicoterapia, accompagnati dalle voci dei nostri professionisti e dei più noti esperti in materia. Fil rouge di questa nuova

L’autocontrollo di tratto presuppone la presenza di un “sé attivo”, che sia in grado di dare priorità agli obiettivi a lungo termine, rispetto a quelli a breve termine, nonostante questi ultimi forniscano una gratificazione immediata. L’autocontrollo viene generalmente definito come la capacità di inibire comportamenti indesiderati, in virtù del

L’impulsività è definita come la ‘mancanza di riflessione prima di fare o dire qualcosa‘, la ‘tendenza a seguire i propri impulsi‘ (Cattana e Nesci, 2003, pp. 366-367). Il DSM-5 (APA, 2013) definisce l’impulsività, o un comportamento impulsivo, come un’azione non lungimirante espressa prematuramente, inappropriata per la situazione, rischiosa e

Numerosi studi hanno mostrato una comorbilità tra disturbo da uso di sostanze e disturbo borderline di personalità. Quale sarà con questi pazienti l’efficacia del trattamento DBT e DBT-DUS, un adattamento del trattamento DBT standard? Ornella Lastrina, OPEN SCHOOL Studi Cognitivi Modena La DBT e il modello bio sociale La

Negli ultimi anni si è evidenziato come l’asserita differenza tra impulsività e compulsività non sia poi così assoluta, a partire dall’analisi dei disturbi caratterizzati da questi due aspetti. Sembra infatti che nell’ambito del medesimo disturbo possano presentarsi sia aspetti impulsivi che compulsivi. La teoria unidimensionale e le differenze tra

I sintomi dell’ADHD nell’età adulta differiscono dalla sintomatologia presente nell’infanzia (presenza maggiore di sintomi internalizzanti piuttosto che esternalizzanti), senza però diminuire il loro impatto sul funzionamento quotidiano. Essi si associano ad un elevato numero di comorbilità psichiatriche, tra cui il disturbo borderline di personalità. Il disturbo da deficit di

Il primo suggerimento che diamo a qualcuno vicino a noi in preda all’ira più funesta è: “fai un bel respiro e conta fino a dieci”, sperando che la messa in atto di questo possa in qualche modo prevenire nell’irato la manifestazione di un comportamento rabbioso e aggressivo tramite la dilazione

La rabbia da marciapiede sembra essere il chiaro esempio di come molte persone oggi non riescono più ad accettare momenti di lentezza all’interno delle loro frenetiche giornate. Cosa ci ha portato a diventare così poco pazienti nei confronti della lentezza? “Chi si ferma è perduto” o, per lo meno,

Le nuvole non hanno sapore. Possono diventare conigli ed elefanti, golfi e dinosauri ma stesi sul prato occhi all’aria, le guardate quanto vi pare e non vi viene fame. Articolo pubblicato su il Corriere della Sera il 14 aprile 2019 Mettete un bambino di fronte a dei dolci. Gli

Un recente studio di Herman, Critchley e Duka dell’Università del Sussex, pubblicato su Scientific Reports, mette in luce la relazione tra abilità olfattive e tendenze comportamentali impulsive in un gruppo non clinico di volontari, con l’idea di poter individuare soggetti a rischio per problemi di inibizione e controllo degli impulsi

È risaputo che essere a contatto con la natura ha un notevole effetto sulla nostra salute e sul nostro benessere. Tuttavia oggi circa la metà della popolazione vive in centri urbani, riducendo drasticamente il tempo che passa a contatto con la natura. Sebbene la connessione tra natura e benessere

Negli adolescenti è tipica l’esigenza di unicità e visibilità ed è proprio tale desiderio che li conduce spesso a mettere in atto comportamenti provocatori e a volte rischiosi. Negli anni passati, non era previsto un periodo di transazione preciso tra l’infanzia e l’età adulta. Molti giovani trascorrevano gli anni precedenti

In questo articolo ci soffermeremo in particolar modo a parlare del Binge Eating Disorder (BED), descriveremo le sue peculiarità e ci concentreremo sul ruolo che riveste la strategia dell’ impulsività in questo specifico disturbo. Maria Obbedio e Ilaria Perrucci – OPEN SCHOOL Psicoterapia Cognitiva e Ricerca, Bolzano I disturbi

Chi utilizza l’autolesionismo sostiene che farsi del male li riporti in contatto con il loro corpo e con la mente, come se fosse un modo per esprimere emozioni indicibili, tenendole però sotto controllo. “Cominci a prendere a calci la porta. Butti la roba in giro per la stanza, fuori

Parlare da soli: Quante volte ci capita di osservare il nostro compagno, la nostra amica, nostra madre a “parlottare” tra sé e sé? Quante volte non ne capiamo il senso e ci chiediamo se dobbiamo preoccuparci e se questi sono i primi segni di un giorno di ordinaria follia, di

Alla luce degli studi recenti, sorge spontaneo chiedersi se davvero gli adolescenti siano delle inarrestabili e autolesive macchine in corsa o se invece ci siano altri fattori coinvolti nella propensione al rischio in adolescenza. L’adolescenza è un periodo estremamente delicato: solo nel 2015 si stimano circa un milione e

Il suicidio è una delle principali cause di morte tra le persone con anoressia nervosa: dal 3 al 20% dei pazienti con questo disturbo dell’alimentazione tentano il suicidio nell’arco della propria vita, mentre in una percentuale compresa tra 1 e 5,3% lo portano a termine (Franko et al., 2006). Secondo