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E’ solo un gioco? La ricerca del rischio e i giochi pericolosi in adolescenza

Gli adolescenti spesso mettono in atto giochi pericolosi che non sono tuttavia semplicemente comportamenti incoscenti ma sono azioni che consentono loro di vivere in modo tangibile la propria identità, presentandola al gruppo per ottenere riconoscimento e per differenziarsi dagli altri.

Di Daniela Carnevale

Pubblicato il 06 Nov. 2018

Negli adolescenti è tipica l’esigenza di unicità e visibilità ed è proprio tale desiderio che li conduce spesso a mettere in atto comportamenti provocatori e a volte rischiosi.

 

Negli anni passati, non era previsto un periodo di transazione preciso tra l’infanzia e l’età adulta. Molti giovani trascorrevano gli anni precedenti e successivi alla pubertà entro i confini familiari. Le ragazze imparavano tra le mura domestiche a svolgere mansioni femminili, mentre i ragazzi venivano inseriti come apprendisti presso gli artigiani.

Oggi l’adolescenza è definita come una fase del ciclo di vita umano, una transazione dello stato di bambino a quello adulto. Essa ricopre un periodo lungo e mutevole da individuo a individuo in cui, a fronte delle numerose trasformazioni fisico-corporee, si assiste a profondi cambiamenti psicologici che investono le capacità cognitive, la sfera affettiva e le competenze sociali della persona.

La fase di transazione, non deve essere vista come svalutazione del contributo sociale e culturale ma un periodo di vita vissuto dagli adolescenti, come momento evolutivo per il processo di costruzione dell’identità, stato autonomo dove gli adolescenti sono capaci di concentrarsi sulla propria vita interiore.

L’adolescenza oggi: desiderio di unicità e comportamenti provocatori

Nei giovani d’oggi è tipica l’esigenza di unicità e visibilità che li conduce a mettere in atto comportamenti di provocazione. Il loro scopo è in ogni caso quello di anticipare l’adultità ed è proprio per questo che talvolta gli adolescenti mettono in atto comportamenti per loro inadeguati.

Sono definiti “sensation seeker” proprio per sottolineare il bisogno di ricercare sensazioni forti ed emozioni estreme. Sfida, impulsività, senso di invulnerabilità sono funzionali alla costruzione dell’identità e partecipazione sociale, intesa come insieme di relazioni sociali, ma se superano i limiti diventano un fattore di rischio.

La scelta di quali azioni intraprendere spetta agli adolescenti stessi che saranno influenzati non solo dall’ambiente di appartenenza, ma anche da variabili personali legate allo sviluppo di capacità individuali.

Le funzioni del comportamento a rischio che gli adolescenti possono mettere in atto sono:

  • Adultità: assunzione anticipata di comportamenti considerati normali negli adulti (es. fumo di sigarette, uso di alcol, comportamento sessuale vs partecipazione e assunzione di responsabilità);
  • Acquisizione e affermazione di autonomia: la necessità di svincolarsi dalla condizione di dipendenza dai genitori per costruirsi un’identità di adulto (es. accettazione di nuove regole, il sostenere le proprie opinioni, prendere decisioni circa il proprio futuro vs azioni devianti come l’uso di sostanze psicoattive, il comportamento sessuale o un’alimentazione distorta);
  • Identificazione e differenziazione: necessità di differenziarsi dagli adulti significativi, identificandosi come un individuo dotato di particolari caratteristiche (es. violazione di norme, abbigliamento eccentrico, messa in atto di azioni tipiche del proprio gruppo di appartenenza come fumare, etc.);
  • Affermazione e sperimentazione di sé: adozione di nuovi comportamenti per mettersi alla prova (attività produttive vs rischiose, come la guida pericolosa, giochi estremi etc);
  • Trasgressione e superamento dei limiti: trasgredire le regole del mondo adulto per aderire a regole più consone alle proprie esigenze, per dimostrare la propria capacità di decisione (es. uso sostanze psicoattive illegali);
  • Esplorazione di sensazioni: esigenza particolarmente diffusa nella cultura occidentale, dove si esalta ogni sperimentazione del nuovo (comportamenti salutari, quali quelli derivanti dalla musica, dall’arte, etc. vs comportamenti dannosi per il benessere psicofisico, come l’uso di sostanze psicoattive, giochi estremi, etc);
  • Percezione di controllo: necessità di superare il limite per dimostrare, a se stessi e agli altri, che la novità non spaventa e che si è in grado di controllare le proprie azioni senza il bisogno dell’adulto, senza lasciarsi travolgere;
  • Coping e fuga: messa in atto di strategie che consentono di far fronte in modo adattivo alle difficoltà e a problemi personali e relazionali, che però non sono sempre funzionali.

Quali sono i giochi estremi più diffusi tra gli adolescenti?

In adolescenza le relazioni che si intrattengono con la dimensione del rischio sono particolarmente intense; difatti assistiamo a cadenza periodica, a servizi giornalistici che raccontano gli orientamenti estremi più in voga tra gli adolescenti, dove il divertimento e il disagio si sovrappongono e i giovani appaiano contemporaneamente vittime e carnefici delle più folle tendenze del momento.

Ecco alcuni giochi estremi più noti con i quali gli adolescenti si misurano:

  • Balconing: è un’attività che consiste nel saltare da un balcone o da una finestra, posti a un piano elevato direttamente all’interno di una piscina o di un altro balcone. Viene solitamente effettuato sotto l’effetto di alcool e droghe e il salto viene filmato per poi essere caricato su siti web come You Tube. In alcuni casi il salto, può finire male causando la morte;
  • Binge Drinking: è l’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più meno breve. Non è importante il tipo di sostanza che viene ingerita, né l’eventuale dipendenza alcolica, lo scopo principale di queste “abbuffate alcoliche” è l’ubriacatura immediata, nonché la perdita di controllo;
  • Chocking game o space monkey: è una pratica per “sballarsi”, senza far uso di droga. Si tratta di un “finto strangolamento” che attraverso una pressione sulla carotide, blocca l’afflusso di ossigeno al cervello, causando una temporanea perdita di sensi e al risveglio, una piacevole euforia. Questo tipo di gioco può creare una lesione al cervello o la morte;
  • Eye balling: si porta l’imboccatura di una bottiglia di superalcolico a livello dell’occhio, come se la si stesse bevendo. Si versa il superalcolico nell’occhio, usandolo come “collirio” per ottenere effetti di euforia ed ebbrezza. Si rischiano danni permanenti alla vista causando cecità e ischemia;
  • Batmanning: ispirata alle posizioni di Batman, ovvero appeso ai piedi e a testa in giù. I rischi sono ben elevati con il sangue alla testa.

L’ultima moda sbarcata in Italia? Stendere a terra i passanti con calci e pugni e filmare tutto e caricarlo in rete.

In conclusione

Sono infiniti i giochi pericolosi in adolescenza, ma non sono semplici frutti di incoscienza o ignoranza del pericolo, vengono intraprese insieme agli altri perché in questo modo risulta più semplice per l’adolescente vivere in modo tangibile la propria identità, presentandola al gruppo per ottenerne riconoscimento, reputazione, popolarità; sono infatti molto importanti l’accettazione pubblica e il sostegno sociale tra coetanei, lottando per differenziarsi.

Le azioni sono intraprese proprio per essere rese visibili, oltre che per fondare un legame sociale con i coetanei, legame che si rafforza attraverso ritualizzazioni e ripetizioni di gesti (es. saltare da un balcone ad un altro) che talvolta sono solo rituali di passaggio.

Gli adolescenti hanno bisogno di misurarsi con i propri coetanei e di emularli per affermare se stessi. Questo può essere un rischio per la messa in atto di comportamenti gravosi, perché contribuisce ad alterare la reale percezione del rischio spingendo l’adolescente ad esporsi in modo azzardato, mantenendo l’illusione di controllo.

I giovani usano il rischio, come una risorsa per esprimere se stessi, per rafforzare una coesione sociale e l’appartenenza del gruppo per affermare il proprio ideale di stile, gusto, tempo libero e rompere la noia, sfidare e farsi notare. Spesso fanno ricorso a queste pratiche estreme, come fuga della realtà da situazioni familiari, scolastiche, relazionali, contesti che possono suscitare ansia, paura e angoscia, senza rendersi conto degli esiti drammatici di queste attività. Pertanto, gli adolescenti sono spesso attratti dal pericolo e dal macabro.

Non si deve però mai sottovalutare l’importanza e la pericolosità di questi fenomeni, soprattutto nella fase adolescenziale, fatta di cambiamenti e fragilità, dove si è più suscettibili alle sollecitazioni esterne e attratti dal pericolo e dal rischio.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Oliviero Ferraris, A., Oliviero, A. (2007). Fondamenti di Psicologia di sviluppo. Ed. Zanichelli.
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