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Quale emozione sto provando? Le difficoltà degli adolescenti nel riconoscere e discriminare le proprie emozioni

Nel corso della crescita, la capacità di differenziazione emotiva segue uno sviluppo non lineare riguardo la discriminazione delle emozioni negative: la capacità di differenziazione emotiva diminuisce in adolescenza rispetto all’infanzia per innalzarsi di nuovo con il passaggio nella prima età adulta.

Di Martina Bandera

Pubblicato il 27 Giu. 2018

L’abilità di differenziazione emotiva, ovvero la capacità di discriminare i diversi tipi di emozione, varia in base alla fase di sviluppo.

 

Secondo una recente ricerca, gli adolescenti distinguono le emozioni negative in modo diverso rispetto ai bambini e agli adulti. Lo studio mostra come le esperienze emozionali varino a seconda dell’età e risponde al perché l’adolescenza risulta essere un periodo particolarmente vulnerabile nello sviluppo emotivo.

Lo studio sperimentale

Lo studio, pubblicato su Psychological Science, prevedeva la somministrazione di un compito di differenziazione emotiva a 143 partecipanti di età compresa tra 5 e 25 anni. I soggetti posti di fronte a diverse immagini raffiguranti scenari negativi, dovevano scegliere tra reazione emotive quali rabbia, tristezza, disgusto, paura e agitazione e quantificare l’intensità dell’emozione provata su una scala da 0 (per nulla) a 100 (moltissimo) in risposta a ciascuna figura.

Lo psicologo Erik Nook della Harvard University e autore dello studio afferma:

Abbiamo trovato una traiettoria di sviluppo piuttosto interessante per quanto riguarda la differenziazione delle emozioni. I bambini tendono a riferire di provare una sola emozione alla volta, gli adolescenti invece iniziano a sperimentare più emozioni contemporaneamente mentre gli adulti non presentano difficoltà nel differenziare le diverse emozioni che provano.

I risultati hanno mostrato una traiettoria di sviluppo non lineare riguardo la differenziazione delle emozioni negative: la capacità di differenziazione emotiva diminuisce in adolescenza rispetto all’infanzia per innalzarsi di nuovo con il passaggio nella prima età adulta. 
Come l’autore spiega, l’infanzia appare caratterizzata dalla tendenza ad indicare una sola risposta emotiva; al contrario gli adolescenti dichiarano di sperimentare diverse emozioni contemporaneamente senza però essere in grado di distinguerle. La scarsa differenziazione emotiva osservata in adolescenza potrebbe derivare dal fatto che i soggetti adolescenti sono poco abili nel concettualizzare le emozioni concomitanti, cosa che invece avviene in età adulta.

Nook spiega anche perché l’adolescenza sembra essere un periodo particolarmente complesso dal punto di vista emotivo: “L’adolescenza è un periodo di rischio elevato per l’inizio della psicopatologia. Grazie a questo studio sappiamo che è anche un periodo di maggiore confusione sul versante emotivo. Sarebbe interessante indagare la possibile correlazione esistente tra malattia mentale e instabilità emotiva: c’è il rischio che l’aumento di emozioni sperimentate in questo periodo renda più complicata la loro differenziazione e regolazione e che questo contribuisca allo sviluppo di disturbi mentali” e conclude “Spero che le nostre scoperte possano aiutare a chiarire il modo in cui la differenziazione emotiva varia nel corso dello sviluppo e quanto questo processo appaia complicato nello stadio adolescenziale”.

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