expand_lessAPRI WIDGET

I bambini non sono adulti. Il potere del “baby talk”

Il modo in cui parliamo con i bambini è importante e il baby talk sembra fare la differenza nello sviluppo delle competenze linguistiche

Di Alessio Mantovani

Pubblicato il 27 Mar. 2024

Cosa si intende con baby talk?

Nel rivolgersi ai bambini, un dilemma può affliggere l’adulto, ovvero: “come gli parlo?”, “parlare in maniera infantile oppure in maniera adulta?”

A tal proposito, esiste un fenomeno affascinante che attrae l’attenzione degli studiosi della psicologia infantile: il baby talk (The ManyBabies Consortium et al., 2020). 

Che cosa si intende perciò con baby talk? Si tratta di quella tipologia di linguaggio caratterizzata da una esasperazione dei tratti prosodici (parti che compongono il linguaggio quali l’accento, il tono, l’intonazione, il ritmo e altri), nel quale si possono trovare tendenze a rallentare i ritmi, o acutizzare il tono vocalico (Cox et al., 2022).

Ma cosa c’è di così speciale in questo linguaggio, che lo rende tanto cruciale per lo sviluppo linguistico nei bambini? Uno studio recente condotto su bambini cinesi potrebbe fornire alcune risposte, gettando luce sulle intricate connessioni tra il parlato infantile, l’apprendimento delle parole e l’attività cerebrale (Zhou et al., 2024).

I neonati e i bambini piccoli sono immersi in un mondo di suoni e parole, un universo linguistico che stanno solo iniziando a esplorare. In questa avventura, il baby talk si distingue per il suo tono affettuoso, il ritmo melodico e il vocabolario semplificato. Ma qual è l’effetto di questo linguaggio tenero e accogliente sui piccoli cervelli in crescita?

Lo studio dell’Università di Hong Kong sul baby talk

Lo studio condotto da Xin Zhou e collaboratori (2024) presso l’Università di Hong Kong ha portato alla luce una serie di scoperte sorprendenti. Utilizzando la spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (fNIRS), una tecnica di imaging cerebrale più adatta ai bambini piccoli rispetto alla risonanza magnetica, i ricercatori hanno potuto osservare l’attività cerebrale dei bambini mentre venivano esposti al baby talk. Ciò che hanno scoperto ha gettato nuova luce sul modo in cui i bambini piccoli imparano il linguaggio.

Secondo lo studio, i bambini piccoli mostrano una maggiore attività neurale in alcune aree cerebrali quando vengono esposti al baby talk rispetto al linguaggio “normale” per adulti. In particolare, la regione cerebrale coinvolta nell’elaborazione del linguaggio e dell’attenzione si accende (nel senso che viene attivata, dal momento che nella registrazione viene percepita come una colorazione di una specifica area del cervello) con maggiore intensità quando i bambini ascoltano il dolce suono delle parole infantili tipiche del baby talk.

Come si spiegano gli effetti del baby talk?

Ma perché il baby talk esercita un tale fascino sui bambini piccoli? La risposta potrebbe risiedere nella sua capacità di catturare l’attenzione e di stimolare l’interesse dei piccoli ascoltatori. Il baby talk è progettato per essere emotivamente coinvolgente (Soderstrom, 2007), con il suo tono giocoso e la sua melodia rassicurante che risuonano nel cuore dei bambini. Questo tipo di linguaggio non solo intrattiene i piccoli, ma li aiuta anche a concentrarsi e ad assorbire le informazioni linguistiche in modo più efficace (Zhou et al., 2024).

Ma c’è di più: lo studio ha anche rivelato che i bambini piccoli che mostrano una maggiore attività neurale in risposta al baby talk sono anche migliori nell’apprendimento delle parole. 

Tuttavia, non è solo il contenuto del baby talk che conta, ma anche gli aspetti paralinguistici, prosodici e vocali non verbali che lo caratterizzano. Gli autori dello studio hanno scoperto che il tono di voce fa la differenza. Quando i genitori utilizzano il baby talk con un tono più alto, i bambini piccoli mostrano una maggiore attività neurale e un maggiore coinvolgimento nell’apprendimento delle parole. Il modo in cui il linguaggio è comunicato ed espresso può influenzare in modo significativo la sua efficacia nell’incanalare l’apprendimento linguistico nei bambini piccoli.

Spunti a partire dal baby talk

Queste scoperte aprono la strada a una serie di nuove domande e sfide per la ricerca futura. Ad esempio, come possiamo ottimizzare il baby talk per massimizzare i suoi benefici sull’apprendimento del linguaggio nei bambini piccoli? Quali sono i meccanismi neurali sottostanti che guidano questa interazione tra linguaggio e cervello? E come possiamo applicare queste conoscenze per migliorare le pratiche educative e l’intervento precoce nei bambini con difficoltà linguistiche?

In conclusione, lo studio di Xin Zhou e colleghi offre uno sguardo affascinante sul mondo del baby talk e del suo impatto sullo sviluppo linguistico dei bambini piccoli. Attraverso un mix di scienza e dolcezza, ci mostra che il parlare in maniera “sciocca” ai bambini non è solo una forma di comunicazione, ma anche una potente chiave per aprire le porte del mondo del linguaggio per i nostri piccoli tesori. 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Quali sono gli effetti delle bugie che i genitori dicono ai propri figli?

Può capitare che i genitori si trovino a raccontare alcune bugie ai propri figli, ma cosa comporta e come si può gestire la situazione?

ARTICOLI CORRELATI
Come il cervello elabora l’ascolto di una canzone

Elaborare una canzone può sembrare un processo elementare, ma per il nostro cervello si rivela essere un'operazione altamente complessa

La voce come mezzo di riconoscimento delle malattie mentali

I biomarcatori vocali sembrano essere un promettente strumento per identificare precocemente sintomi legati a malattie mentali

cancel