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Una ricerca della Queen’s University di Kingston (Ontario) ha analizzato la percezione della voce del partner in comparazione con una seconda voce di controllo nei soggetti campione dell’esperimento. I risultati sono interessanti e sembrano indicare la tendenza a ignorare in maniera selettiva la voce del partner. Lo stesso esperimento mostra al tempo stesso la maggiore capacità di recepire e ritenere informazioni dal proprio partner rispetto a una voce “estranea” di controllo.
davanti alla voce del partner su cui invece si è concentrati attentamente, si reagisce meglio e si apprende più velocemente rispetto alla voce di uno sconosciuto. La lista della spesa dettata da una voce metallica dunque, verrà ricordata meno di quella memorizzata davanti a una moglie. Ma attenzione, perché se le due voci si mischiano, tenderemo sempre a zittire l’orecchio proteso verso la compagna o il compagno di una vita…
L’orecchio si allena a rendere «rumore di fondo» la voce del partnerConsigliato dalla Redazione
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La corretta gestione del nostro tempo è oggi una priorità per raggiungere non solo obbiettivi di rilevanza personale, ma anche per allinearsi a standard produttivi di maggiore efficacia ed efficienza. Questo è il tema del testo di Nir Eyal “Come diventare indistraibili”. “Dobbiamo imparare come evitare le distrazioni –scrive l’autore–

“Come diventare indistraibili” è un libro che affronta una tematica molto attuale che riguarda tutti noi: la concentrazione. Tale concetto, che in psicologia viene più propriamente chiamato “attenzione”, riguarda esattamente la selezione degli stimoli da considerare. Va da sé che per selezionare deve avvenire uno scarto, cioè bisogna resistere

La relazione tra attenzione, concentrazione ed elaborazione delle informazioni è al centro della teoria nota come ‘Theory of Attentional and Interpersonal Style’ (Nideffer, 1976). Nello studio, nel lavoro, nello sport e in genere in tutti gli ambiti in cui il fattore umano è determinante per la performance individuale o

I professionisti delle Scuole di Specializzazione e dei Centri Clinici del circuito Studi Cognitivi sono stati protagonisti della serie di webinar “Angoli Clinici”: un ciclo di appuntamenti che ha esplorato alcuni interessanti temi teorici, clinici e applicativi della Psicoterapia Il circuito di Scuole di Specializzazione Studi Cognitivi ha organizzato nell’autunno

Questo volume si potrebbe definire come una palestra per l’attenzione, un amplificatore di consapevolezza, un concentrato di pratici tips & tricks orientati alla crescita personale. Nella recensione a seguire si è preferito non entrare dettagliatamente nei contenuti del libro – che sono tanti e interessanti – piuttosto si darà

La crescita esponenziale del tasso di demenza nella popolazione ha delle profonde implicazioni nei costi sociali ed economici di gestione della patologia. Si rivela dunque prioritario da parte della ricerca scientifica identificare nuovi scenari di prevenzione e di trattamento del progressivo deterioramento cognitivo. Merve Ulku Kulaksiz – OPEN SCHOOL Studi

Kahneman evidenzia come alcuni bias cognitivi possano interessare il terapeuta durante il trattamento e comportare impasse, difficoltà, insuccessi e fallimenti. Ciò che accomuna questi errori del terapeuta è molto spesso la difficoltà a mettere in discussione le proprie idee e cambiarle. Il presente contributo è il secondo di una serie

Uno studio recentemente pubblicato su Frontiers in Psychology ha indagato gli eventuali effetti del Training Attentivo (Attention Training Tecnique – ATT) sullo stress, in un campione di studenti universitari di età compresa tra i 19 e i 43 anni. Secondo il Self-Regulatory Executive Function model (S-REF) di Wells e

In un mondo in cui siamo costantemente connessi e perennemente “online” è impossibile non credere che questo massiccio uso di internet non abbia alcuna conseguenza sulla nostra persona. Internet è la forma di tecnologia più diffusa e rapidamente adottata della storia dell’umanità. Nell’arco di poche decadi, l’uso di Internet

Nonostante la curiosità costituisca un ottimo motore per la messa in atto di un comportamento, poco si sa a proposito di ciò che la determina e del suo rapporto con i processi cognitivi, decisionali e attentivi: cosa infatti ci porta ad essere desiderosi di conoscere qualcosa tralasciando altro? Gli

Le neuroscienze ambientali aspirano a costruire più recenti e comprensivi modelli teorici in grado di descrivere le relazioni tra fattori ambientali e aspetti psicologici cognitivi (memoria, attenzione, funzioni esecutive), con dati provenienti da neuroimaging, dall’epigenetica, dalle neuroscienze molecolari-cellulari e dai sistemi genetici. Gli ambienti fisici e i contesti sociali

Maggio 2018, seconda prova di campionato regionale, coppia 4 clavette categoria junior-senior: Alice e Giulia, 13 anni, pronte a bordo pedana, buone probabilità di arrivare sul podio. Valentina Vannucci e Alessandra Pedicelli Le gambe che tremano, l’asciugamano sfregato compulsivamente tra le mani per non far scivolare gli attrezzi, le

Uno studio di Collegio e colleghi, recentemente apparso su Nature Human Behaviour, mostra come l’inferenza, fatta dagli individui, circa la dimensione reale di un oggetto sia in grado di influenzare il modo in cui essi stessi allocano l’attenzione nello spazio in cui è presente un disegno dell’oggetto preso in considerazione.

Cosa succede al nostro cervello di fronte a un segnale minaccioso, come per esempio un’espressione di rabbia o una voce aggressiva? L’Università di Ginevra ha pubblicato una ricerca riguardante l’attività cerebrale durante il processamento di diversi stimoli vocali emotivi. I risultati di tale studio evidenziano un meccanismo che ci permette

Lo stigma sociale sembra compromettere alcune capacità cognitive, quali memoria e attenzione, in un gruppo di uomini anziani che convivono da anni con il virus dell’ HIV. Adriano Mauro Ellena A più di 30 anni dalle prime diagnosi di AIDS e dalla scoperta del coinvolgimento del virus dell’ HIV,

È ormai noto e conosciuto il principio per cui impariamo dall’esperienza e costruiamo aspettative circa il nostro futuro. Tuttavia esse sono in grado di influenzare il nostro apprendimento dando priorità a informazioni ambientali che le vanno a confermare in un circolo distorto che si autoalimenta. Le aspettative inoltre influenzano

Il concetto di stress, la cui natura è primariamente fisiologica, ha oggigiorno assunto un significato multiforme ed è entrato a far parte della quotidianità della maggior parte degli individui, anche per le conseguenze su memoria e attenzione. È indubbio che le richieste ambientali della nostra modernità abbiano condotto a

I bambini con ADHD hanno un deficit evolutivo che interessa i circuiti cerebrali correlati all’ inibizione e all’autocontrollo. Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione dell’Iperattività (DDAI) meglio conosciuta come ADHD, è uno dei disturbi del neurosviluppo più frequenti e più studiati. Ilaria Perrucci e Francesca Lazzerini – OPEN SCHOOL Psicoterapia Cognitiva

Ci sono diversi modi in cui possiamo liberare la nostra mente dal carico cognitivo richiestoci nello svolgimento di un compito attraverso l’uso dell’azione fisica: il Cognitive Offloading può essere attuato agendo su noi stessi (sul nostro corpo), sul mondo e gli oggetti esterni oppure sugli altri esseri umani. Giuseppe Rabini