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Come superare il perfezionismo

Come funziona il perfezionismo e quali strategie possono risultare utili per fronteggiarlo e non lasciare che condizioni le scelte di vita?

Di Lucia Salatini

Pubblicato il 23 Apr. 2024

I lati negativi del perfezionismo

La ricerca della perfezione da parte delle persone racchiude in sé la paura di non essere o non sentirsi sufficientemente bravi, di non ottenere successo e, di conseguenza, non essere apprezzati e amati dagli altri. A volte il perfezionismo funge da protezione dalla vergogna e dall’inadeguatezza che una persona può provare nei propri confronti. Spesso si tende a pensare che mediante la pressione del perfezionismo sia possibile ottenere più facilmente i risultati tanto sperati, quando in realtà non ci si rende conto che l’esito è tutto tranne quello che ci si aspetterebbe, in quanto, la continua pressione, l’ansia, la mancanza di riconoscimento dei progressi fatti, non permettono di rendere al meglio mantenendo un livello di salute e uno stile di vita appropriati (Zarrabi, 2024).

Abbandonare il perfezionismo è difficile e richiede tempo. A volte risulta necessario rivolgersi ad un professionista della salute mentale per riuscire a gestire al meglio la costante necessità di svolgere tutto alla perfezione. Per iniziare ad acquisire determinate accortezze per far fronte al perfezionismo, imparando ad essere più gentili verso se stessi, si può cercare di tenere a mente alcuni consigli pratici.

Suggerimenti per fronteggiare il perfezionismo

Riconoscere le credenze e le regole sottostanti al perfezionismo

Nella maggior parte dei casi, i perfezionisti sono convinti di non essere sufficientemente bravi e, di conseguenza, spesso ragionano in termini di tutto o nulla, come ad esempio “devo essere perfetto altrimenti non sarò visto bene”, oppure “Devo essere perfetto altrimenti fallirò”. Questa tipologia di credenze si genera tipicamente durante l’infanzia e risulta cruciale aumentare la consapevolezza riguardo all’impatto che queste credenze hanno su svariate aree di vita (Zarrabi, 2024). 

Valutare in maniera ragionevole le proprie aspettative

Un altro importantissimo passo è fare i conti con la realtà e realizzare che non è possibile, oltre ad essere irrealistico, non fallire mai e non commettere errori. Il vantaggio di creare aspettative realistiche è che si è poi in grado di realizzarle, rinforzando e aumentando senso di autoefficacia e la fiducia in se stessi (Zarrabi, 2024). 

Riconoscere i costi del perfezionismo

Riconoscere quanto il perfezionismo è costato in diversi ambiti di vita può aiutare a far capire che i costi superano i benefici. Il perfezionismo porta inevitabilmente con sé delle perdite, che consistono ad esempio nella perdita di tempo di qualità trascorso con le altre persone e l’incapacità di riuscire a godere del momento presente (Zarrabi, 2024).  

Dare maggiore spazio all’autocompassione

Una strategia funzionale per combattere l’autocriticismo e affrontare il perfezionismo è praticare con costanza l’autocompassione. Alcune tipologie di meditazione hanno come obiettivo quello di migliorare il rapporto con se stessi e con le altre persone, come ad esempio la meditazione della gentilezza amorevole e la pausa di autocompassione (Zarrabi, 2024). 

Dare spazio ad attività che aiutano a sviluppare la resilienza

Una persona perfezionista cerca di evitare di sbagliare o di non esporsi a situazioni nelle quali potrebbe risultare poco efficace o competente, rischiando di commettere errori e di sentirsi quindi non voluti dagli altri e privi di valore in quanto non impeccabili. Provare a dilettarsi in attività nuove che possano aiutare ad accrescere l’autostima in se stessi e a disconfermare le credenze negative riguardo alla propria incapacità, genera resilienza. Un’idea potrebbe essere quella di iniziare da attività semplici che non generano eccessiva ansia, per poi, pian piano, passare ad attività più complesse in cui è anche possibile commettere errori e non essere perfetti (Zarrabi, 2024). 

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