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Perfezionismo accademico e benessere psicologico, quale relazione?

Sebbene sia spesso considerato un aspetto positivo, il perfezionismo può avere effetti negativi sul benessere personale e sulla salute mentale

Di Francesca Andrei Mitroi

Pubblicato il 14 Mar. 2023

Aggiornato il 17 Mar. 2023 12:45

Si evidenzia l’associazione tra perfezionismo e salute mentale dei giovani universitari, sottolineando l’importanza di prevenzione e supporto adeguato.

Gli effetti negativi del perfezionismo

 Il perfezionismo viene considerato generalmente, a livello sociale, un fattore positivo collegato a performance eccellenti e a successi sociali (OECD, 2022); infatti, in ambito accademico gli individui con alti livelli di perfezionismo sono risultati essere caratterizzati da meticolosità, persistenza, alta motivazione e buoni risultati accademici (Loscalzo et al., 2019).

Secondo una meta-analisi condotta nel 2019 (Curran & Hill), negli ultimi anni i livelli di perfezionismo tra i giovani sono aumentati e, nonostante gli aspetti positivi, studi condotti recentemente (Ko et al., 2020; Lee et al., 2020) hanno riscontrato anche effetti negativi e dati a cui prestare attenzione.

Infatti, alti livelli di perfezionismo, assieme al prefissarsi di standard eccessivamente elevati, aumentano le aspettative e le critiche su sé stessi, impattando sul benessere personale.

Il benessere psicologico/emotivo è collegato all’esperienza soggettiva degli individui e viene identificato attraverso sei principali dimensioni interconnesse (Ryff, 1995): l’accettazione del sé (ovvero una valutazione positiva di sé), le relazioni positive con gli altri (lo sviluppo di relazioni di qualità), l’autonomia (collegata al senso di auto-determinazione), la padronanza dell’ambiente (relativa al senso di capacità di gestione della propria vita), lo scopo nella vita ed il sentimento di crescita personale.

Alcune ricerche (Bell et al., 2010) hanno riportato esserci anche una relazione tra perfezionismo, sentimenti severi autocritici (paura di fallire e dubbi rispetto alle proprie capacità) e maggior propensione allo sviluppo di pensieri e comportamenti suicidari (O’Connor, 2007); rispetto a questa associazione però gli studi e le conferme risultano essere limitati.

Perfezionismo e benessere psicologico degli studenti

Per questo uno studio condotto nel 2022 (Fernández-García et al., 2022) ha avuto come scopo quello di analizzare il ruolo del perfezionismo rispetto al rendimento accademico ed al benessere psicologico su studenti universitari, valutando anche in che misura potesse essere associato all’ideazione suicidaria.

Dai risultati emerge un’associazione, indipendentemente dal genere, tra maggiori livelli di perfezionismo e rendimento accademico elevato; questo sembra essere collegato all’alta motivazione ed ambizione nel portare a termine compiti e lavori, cercando di tenere il controllo su sé stessi (Çapan, 2010). Infatti, lo studio riporta anche delle relazioni significative ed inverse tra perfezionismo e benessere personale sia nelle femmine che nei maschi, con una eccezione: per gli uomini la dimensione della crescita personale non è risultata correlare in questa direzione; questo potrebbe essere spiegato dal fatto che i ragazzi percepiscono i compiti per il raggiungimento di determinati obiettivi come attività utili alla propria crescita personale. Infatti, per quanto riguarda gli uomini, il rendimento scolastico si è mostrato essere associato a maggiore accettazione del sé, mentre per le donne questo dato non è emerso.

I risultati dello studio suggeriscono inoltre che, a differenza degli uomini, le donne che avevano riferito maggiori pensieri suicidari, riportavano anche maggiori livelli di perfezionismo. Questi studi (Kiamanesh et al., 2014) sostengono che il perfezionismo, essendo collegato ad elevati livelli di auto-criticità, può portare gli individui ad essere più propensi a comportamenti e pensieri disadattivi ed assolutistici, (come il “tutto o niente”, caratteristico anche del disturbo depressivo) che a loro volta sono collegati ad interpretazioni del fallimento catastrofiche ed alla presenza più frequente di pensieri suicidari. Data anche la propensione maggiore delle donne per i disturbi depressivi e ansiosi, il perfezionismo per loro potrebbe mostrarsi con più frequenza in maniera disadattiva (Rice et al., 2015).

Al di là delle differenze di genere, nello studio le variabili riportate come maggiormente relazionate al benessere psicologico risultano essere il rendimento scolastico ed il perfezionismo.

 Infatti, in presenza di quest’ultimo, gli individui con peggiori risultati accademici, sono risultati essere quelli con livelli di benessere più bassi, probabilmente per via della frustrazione. La letteratura rispetto a questo aspetto riferisce che obiettivi irrealistici e aspettative elevate contribuiscono all’insorgenza di sentimenti di disagio e di angoscia (Bell et al., 2010). Perciò, quando le prestazioni risultano essere inferiori, aumenta il divario tra ciò che si è ottenuto e le aspettative e con esso salgono i livelli di insoddisfazione per gli sforzi fatti ed i risultati ottenuti, impedendo il benessere personale (Kiamanesh et al., 2014).

Inoltre un’ulteriore analisi ha mostrato che le tipologie di studi intrapresi mostrano avere un ruolo rilevante; infatti nei percorsi meno impegnativi i livelli di perfezionismo elevati si sono visti essere collegati ad un buon livello di benessere psicologico, mentre in quelli più esigenti (come ad esempio, medicina), all’aumentare del perfezionismo il benessere psicologico diminuiva (Fernández-García et al., 2022).

Rispetto all’ideazione suicidaria gli autori sottolineano la significatività dei dati: circa un terzo dei partecipanti (31%) risulta aver avuto pensieri suicidari nel corso dell’ultimo anno.

In realtà i risultati confermano che la ricerca del successo ed il tentativo di raggiungere la perfezione, da soli, non possono essere collegati al suicidio; tuttavia, aggiungendo la propensione costante a confrontarsi rispetto ad obiettivi irraggiungibili, la paura di fallire e la mentalità rigida dicotomica, gli individui possono essere portati a sperimentare bassa autostima e/o sentimenti di inutilità, che possono portare a pensieri suicidari (Bell et al., 2010; Kiamanesh et al., 2014).

Considerazioni conclusive

In conclusione, questo studio (Fernández-García et al., 2022) contribuisce a mostrare le associazioni tra perfezionismo maladattivo, sempre più presente tra i giovani adulti e basso benessere psicologico, sottolineandone anche le differenze di genere. Inoltre, riportandone le associazioni con l’ideazione suicidaria, questi risultati pongono luce sulla necessità di sviluppare nuovi programmi di prevenzione, mirati al trattamento del perfezionismo disadattivo, suggerendo anche il bisogno di nuovi sistemi accademici che tengano conto del burnout, a cui spesso i giovani futuri professionisti devono andare incontro.

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