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Centro di Clinica Cognitiva: un esempio di sviluppo professionale e psicoterapia sostenibile

I centri operano nelle sedi di Cagliari e Roma e si occupano di prevenzione, psicoterapia, ricerca, formazione e supervisione - Psicoterapia %%page%%

Di Redazione

Pubblicato il 14 Ott. 2015

Aggiornato il 10 Dic. 2015 10:45

Miriam Di Nardo, Zaira Bandiera, Roberto Noccioli

Vorremmo raccontare in queste poche righe l’esperienza fatta nei primi due anni di attività del Centro di Clinica Cognitiva (CCC), centro clinico dell’Associazione di Clinica Cognitiva (ACC), una realtà nata allo scopo di incentivare la formazione clinica, offrire un servizio di psicoterapia a costi sociali e porsi come incubatore professionale per psicoterapeuti che decidono di legare i propri bisogni formativi, di confronto e di cooperazione con lo “spirito di servizio”.

La realtà sociale ed economica infatti ci riporta a dare senso al concetto di professione d’aiuto, permettendo l’accesso ad un servizio di psicoterapia e sostegno psicologico anche a persone di ceto sociale medio basso. In quest’ottica il CCC opera a tariffe socialmente sostenibili, in stretta relazione con il reddito del paziente.

Il progetto del Centro di Clinica Cognitiva nasce dalla necessità di garantire una formazione pratica coerente con il percorso di studi e con i modelli che in tale percorso vengono proposti, che ha portato alcuni didatti della scuola di psicoterapia cognitiva di Cagliari ATC (Associazione di Terapia Cognitiva) ad interrogarsi su come poter migliorare la qualità del processo formativo. Tale idea progettuale è stata replicata anche a Roma in collaborazione con la Scuola di Psicoterapia Cognitiva dell’APC (Associazione di Psicologia Cognitiva).

Allo scopo di gestire i due centri clinici (Roma e Cagliari) sono nate due associazioni gemelle, l’ACC Sardegna ed l’ACC Lazio che, pur essendo realtà distinte, condividono finalità, buone pratiche ed idee progettuali. La compresenza all’interno delle Associazioni di allievi, ex allievi e didatti è parte del sistema di qualità che si sta sperimentando che prevede percorsi di ricerca clinica, formazione, intervisione e supervisione. Prevede inoltre la progettazione e la messa in atto di interventi in ambito socio-sanitario e nel terzo settore.
L’adesione al Centro di Clinica Cognitiva non prevede nessun onere da parte di chi vi collabora, ma solo l’accettazione del regolamento interno dell’Associazione e il rispetto delle procedure.

L’organizzazione del Centro ci permette quindi di fare esperienza diretta sia di accoglienza delle richieste che avvengono in un primo contatto telefonico, sia di gestione del primo colloquio con un supervisore. I primi colloqui vengono presentati e discussi in una riunione di accoglienza in cui si valuta la presa in carico della persona richiedente il servizio e si formulano prime ipotesi di terapia. Durante le riunioni, inoltre, si effettuano supervisioni su casi già presi in carico.

Noi psicoterapeuti (in formazione e non), all’interno del CCC, non agiamo più dunque individualmente, ma come membri di un gruppo nel quale potersi confrontare rispetto alla propria visione del problema e con il quale condividere e discutere in modo costruttivo le proprie scelte terapeutiche e le criticità del lavoro con i pazienti.
Il CCC è presente sui territori delle rispettive regioni dall’autunno del 2013. In questo primo periodo di attività abbiamo creato dei gruppi di intervento per area tematica che, oltre alla presa in carico dei pazienti, portano avanti autonomamente dei progetti riguardanti la prevenzione, la ricerca e la divulgazione in psicologia. I gruppi nascono e sono organizzati sulla base di temi di interesse proposti da uno o più membri dell’Associazione.

Al momento i gruppi attivi si caratterizzano per avere al proprio interno professionisti a diversi livelli del proprio percorso professionale in totale spirito cooperativo e paritario (nel rispetto ovviamente del livello di esperienza dei singoli). I gruppi così strutturati permettono un maggior coinvolgimento dei singoli partecipanti.

In altre parole, abbiamo l’opportunità di scegliere come agire e come proporci al pubblico, supportati da un’associazione che, ponendosi come “contenitore”, ci mette in contatto con professionisti esperti, membri essi stessi dei gruppi di lavoro.

Chi scrive collabora con il CCC del Lazio, di seguito entreremo più nello specifico riguardo l’esperienza in questo territorio.
Questi i gruppi attualmente attivi nel Lazio:
1. “Quello che le donne non…” pensato per interventi su donne in situazione  di violenza sia essa fisica o psicologica;
2. “Íntegrati” rivolto ai lavoratori in cassa integrazione o in mobilità e alle loro famiglie;
3. “Progetto Psicologia Transculturale” volto a sostenere i risvolti psicopatologici del processo di integrazione degli immigrati;
4. “Progetto Infanzia e Adolescenza” pensato per interventi mirati all’età evolutiva, sia individuali che familiari;
5. “Soma”, progetto pensato per le forme di disagio di natura psicologica che si manifestano attraverso il corpo;
6. “Disturbi della Condotta Alimentare”: pensato per la presa in carico di pazienti con disturbi della condotta alimentare.

Ma cosa, in realtà, è successo durante questo primo anno e mezzo di attività?
Le riunioni di accoglienza, effettuate con cadenza quindicinale, hanno permesso a noi tutti di metterci in gioco e trovare un confronto sull’inquadramento diagnostico e sul percorso psicoterapeutico in ogni sua fase (totale delle ore di riunione 56). Le riunioni dei  gruppi ci hanno dato la possibilità di sperimentarci nella progettazione, pianificazione e messa in atto di progetti che, oltre ad offrire un servizio alla cittadinanza, hanno fatto conoscere il CCC all’esterno e ci hanno permesso di verificare le nostre risorse professionali sul campo (ore totali di riunione 52). Inoltre le supervisioni ed intervisioni individuali e di gruppo ci sono state utili per evidenziare i nostri punti di forza e le nostre difficoltà con il fine ultimo di migliorare la qualità della reciprocità psicoterapeuta-paziente (ore totali di supervisione 30).

Per quanto riguarda la pratica clinica in questi mesi il bacino di utenza è cresciuto gradualmente. Abbiamo progettato e realizzato interventi nelle scuole, abbiamo partecipato ad eventi organizzati dal Comune ed abbiamo iniziato a creare una rete di contatti con CSM, CIM, TSRMEE, Università ed organizzazioni private operanti nel territorio. L’aumento delle richieste al CCC ha permesso ad ognuno di noi di potersi confrontare con la pratica clinica e di fare esperienza sul campo.

Dall’esperienza fin qui svolta ci troviamo in questa sede a confermare che il Centro di Clinica Cognitiva è, dunque, un progetto di Formazione in divenire, un contenitore di idee e di professionalità mai chiuso in se stesso bensì aperto verso la costruzione di una Rete sempre più ampia. Inoltre ci premeva sottolineare come la nostra professione possa dare un supporto alla cittadinanza anche e soprattutto in periodi storici difficili, proprio quando risulta maggiore la richiesta d’aiuto e minori sono le risorse per farvi fronte.

Autori: Miriam Di Nardo*, Zaira Bandiera**, Roberto Noccioli*
(*Psicologo, Psicoterapeuta; **Psicologo, Psicoterapeuta in formazione; Associazione di Clinica Cognitiva Lazio)

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