La Redazione di State of Mind consiglia la lettura di questo contenuto:
Da un indagine sul recupero dei dati utilizzati ai fini di ricerca scientifica è emerso come la quasi totalità dei dataset delle ricerche scientifiche vada irrimediabilmente perso in tempi relativamente brevi.
Questa indagine pubblicata su Current Biology fa riferimento ai dati di ricerche biologiche, ma se presupponiamo che anche per gli altri campi di ricerca la situazione sia simile, i dati sono allarmanti.
Lo studio parla di 500 ricerche prese in esame di cui solo il 23% dei dati sono stati recuperati. Le ricerche comprendevano uno spazio temporale recente. Se si considerano ricerche più datate (oltre i 20 anni) i dati recuperabili sono nettamente minori.
Un indirizzo mail non più attivo, il cambio del posto di lavoro, un database non usato… mille sono i motivi per cui i dataset possono perdersi o diventare molto difficilmente recuperabili.
Arriva così la proposta più ovvia, tentare di salvare i dati in rete, on line, così da permettere a tutti di caricarli e di salvarli (in tutti i sensi).
La perdita di dati è uno spreco dei fondi per la ricerca e limita il modo in cui possiamo procedere a livello scientifico. C’è bisogno di un’azione concertata per assicurare che i dati vengano salvaguardati per la futura ricerca.
L’80 per cento dei dati scientifici va perso entro vent’anniConsigliato dalla Redazione
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