La crescente incidenza dei disturbi mentali in Italia nel 2024
Nel 2024, oltre 16 milioni di italiani lamentano disturbi psicologici di media e grave entità, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Ansia e depressione si confermano tra le problematiche più diffuse, colpendo in particolare donne e giovani (ANSA, 2024). Questi sono i dati che emergono dall’ultima analisi di Unicusano sulla salute mentale degli italiani (svolta in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale), la quale ha evidenziato come il disagio psicologico, innescato o acutizzato dalla pandemia, abbia raggiunto livelli allarmanti, soprattutto tra le nuove generazioni. Anche dal più recente Rapporto Salute Mentale pubblicato dal Ministero della Salute emerge che l’accesso ai servizi di salute mentale ha visto un aumento, con una domanda concentrata soprattutto sul trattamento di ansia e depressione (Di Cesare et al., 2023). Secondo il World Mental Health Day Report condotto da Ipsos (2024), circa il 40% delle donne della Generazione Z ha dichiarato di sentirsi spesso depressa, mentre il 54% dei giovani di questa fascia di età ha riferito di aver vissuto episodi di stress tali da non poter svolgere attività quotidiane, come andare al lavoro o a scuola. Le cause principali di questo disagio sembrano essere principalmente legate a fattori esterni come il lavoro, la pressione sociale e scolastica, ma anche l’incertezza economica e le difficoltà relazionali. Se da un lato cresce la consapevolezza della salute mentale come tema di rilevanza sociale, dall’altro persistono gravi carenze nei servizi di assistenza, con un numero insufficiente di psicologi e risorse dedicate al settore.
Giovani e salute mentale: un’emergenza in crescita
Come anticipato, la categoria più colpita dal disagio psicologico è sicuramente quella dei giovani: l’analisi di Unicusano sulla salute mentale degli italiani ha infatti messo in luce che, il numero di ragazze e ragazzi che soffrono di disturbi psicologici in Italia supera i 700 mila, con ansia e depressione che rappresentano le problematiche più diffuse («Infografica Unicusano su salute mentale e bonus psicologo», 2024). Questo dato emerge con forza anche dal rapporto “Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19” – elaborato in collaborazione tra Censis, Consiglio nazionale dei giovani e Agenzia nazionale dei giovani – il quale ha evidenziato che, negli anni successivi all’emergenza sanitaria, il 49,4% dei giovani italiani di età compresa tra i 18 e i 25 anni dichiara di aver sofferto di ansia e depressione, mentre il 40% ha sviluppato una visione del futuro più pessimistica (Censis et al., 2022).
Anche i numeri relativi alle richieste d’aiuto denunciano una situazione che non può essere ignorata. Nel Lazio, gli accessi dei pazienti tra i 19 e i 25 anni nelle strutture pubbliche dedicate ai disturbi mentali sono aumentati del 45% dopo l’emergenza del Covid 19 (Sky TG24, 2024). Quest’anno, lo Sportello di Orientamento e Supporto Sociale (SOSS) della Fondazione Don Luigi di Liegro – un servizio volto a offrire informazioni e sostegno alle persone che sperimentano un disagio psichico e ai loro familiari – ha ricevuto più di 50 chiamate al giorno, con un incremento del 34% tra i giovani under 30 rispetto allo stesso periodo del 2023 (Fondazione Di Liegro, 2024). Anche i dati lombardi confermano questa tendenza: secondo un’indagine condotta dalla Fondazione Villa Santa Maria in collaborazione con l’Università IULM (Blessi & Grossi, 2024), un terzo dei giovani che risiedono sul territorio lombardo si trova in uno stato di malessere psicologico – come evidenziato dal loro punteggio medio sullo Psychological General Well-Being Index (PSWBI; Grossi et al., 2006), uno strumento ampiamente utilizzato nella pratica clinica e nella ricerca per fornire una valutazione del benessere psicologico.
L’inadeguatezza delle risorse sul territorio
Nonostante questi dati preoccupanti, le risorse sul territorio dedicate alla cura della salute mentale risultano tutt’altro che adeguate: basti pensare che, a causa della disparità tra necessità di cure e disponibilità effettiva dei servizi, solamente un terzo di coloro che sperimentano un disagio mentale ed emotivo riceve un trattamento adeguato. Ciò è quanto emerso dall’analisi di Unicusano sulla salute mentale degli italiani, la quale ha evidenziato che i tagli imposti al bonus psicologo nato con il governo Draghi – dai 25 milioni di euro stanziati nel 2022 ai 10 milioni nel 2024 – non hanno fatto che aumentare il gap di trattamento, dimostrando che in Italia la salute mentale non sembra ancora essere una priorità: delle 400 mila persone che hanno avanzato richiesta per il bonus psicologo, infatti, solo 16 mila sono state accolte («Infografica Unicusano su salute mentale e bonus psicologo», 2024). Il bonus può dunque essere un buon punto di partenza, anche se dovrebbe essere potenziato, ma sicuramente non rappresenta la soluzione al crescente disagio psicologico degli italiani.
Quello che serve davvero è un maggiore investimento nell’ambito della salute mentale, che ad oggi conta circa il 30% di operatori in meno rispetto a quanto previsto dagli standard pattuiti dalla conferenza unica Stato-Regioni – ha sottolineato Giuseppe Ducci, vicepresidente del Collegio nazionale dei direttori dei dipartimenti di salute mentale. Per riuscire a garantire un organico più adeguato, è necessario che almeno il 5% del Fondo Sanitario Nazionale e Regionale venga destinato alla salute mentale (come sarebbe previsto dalla conferenza unificata Stato-Regioni), una spesa di circa 2 miliardi in più rispetto a quanto viene investito oggi in questo settore (ANSA, 2024).
E sono anche le “persone comuni” ad accorgersi dell’inadeguatezza delle risorse per la salute mentale: il World Mental Health Day Report condotto da Ipsos ha infatti evidenziato che, mentre il 77% degli italiani sostiene che salute mentale e fisica abbiano la stessa rilevanza, solamente il 32% (con un calo di 7 punti percentuali rispetto allo scorso anno) ritiene che esse siano trattate allo stesso modo dal sistema sanitario (Ipsos, 2024). In definitiva, questi dati sottolineano l’urgenza di un cambiamento sistemico che ponga la salute mentale sullo stesso piano di quella fisica, garantendo le giuste risorse per un bisogno oggi più fondamentale che mai.