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L’UNICEF sulla salute mentale dei giovani europei

Il report dell'UNICEF sulla salute mentale dei giovani europei permette di dare uno sguardo ai dati e di fare importanti riflessioni

Di Elisa Scaringi

Pubblicato il 22 Lug. 2024

La salute mentale dei giovani: i dati europei

Sebbene l’Europa sia una regione dove il benessere sociale è tra i più sviluppati, l’infanzia continua a essere minacciata da povertà, disagio psichico, cambiamento climatico. 

Durante la Settimana europea della salute mentale di metà maggio, l’UNICEF ha ricordato che circa 11,2 milioni di bambini e ragazzi residenti nell’Unione Europea soffrono di disturbi psichici, stando ai dati pubblicati in The State of Children in the European Union 2024. Di questi, 5,9 milioni sono maschi e 5,3 femmine. Nella fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Dopo gli incidenti stradali, il suicidio è la seconda causa di morte: nel 2020 931 giovani si sono tolti la vita, 18 casi ogni settimana, con una percentuale del 70% fra i maschi di età compresa fra i 15 e i 19 anni. La prevalenza dei suicidi è comunque diminuita nel tempo, pari a un 20% in meno nel 2020 rispetto al 2011.

La salute mentale dei minori, oltre a comprendere condizioni diagnosticabili come depressione e ansia, viene influenzata anche da aspetti più ampi come la vita quotidiana, la connessione sociale e la percezione della propria felicità. Fra i quindicenni europei, dei 23 paesi per i quali sono disponibili i dati, i livelli di soddisfazione sono scesi dal 74% nel 2018 al 69% nel 2022, con oltre 220.000 ragazzi con una soddisfazione di vita inferiore rispetto a quattro anni prima.

A livello mondiale, il 48% dei problemi di salute mentale si manifesta entro i 18 anni, nonostante molti casi rimangano non individuati e non trattati, e un adolescente su sette ha un problema di salute mentale, su un totale globale di quasi un miliardo di persone. Nell’Unione Europea i dati sull’accesso dei più piccoli ai servizi per la salute mentale sono limitati, ma le evidenze indicano che, nel 2022, per quasi la metà dei giovani adulti (tra i 18 e i 29 anni) i bisogni di assistenza non sono stati soddisfatti. Ciò rimarca la carenza di investimenti nei servizi per la salute mentale rispetto a quelli messi in campo per la salute fisica.

La salute mentale dei giovani: il report dell’UNICEF

Il report dell’UNICEF sottolinea come il benessere odierno sia influenzato da nuovi elementi rispetto al passato: 

  • il covid-19, che ha avuto un impatto drammatico a livello di vite umane perdute e di disagio psichico, soprattutto fra i giovani; 
  • il cambiamento climatico, che ha effetti sull’accesso di molti ai presidi medici, in particolar modo quelli di supporto psicologico; 
  • la trasformazione digitale, che incide spesso negativamente sui rapporti sociali, sulla gestione della rabbia e sulla corretta divulgazione delle notizie; 
  • l’invecchiamento della popolazione, che porta a una riduzione dei servizi per bambini e adolescenti; 
  • le migrazioni, che richiedono una sempre maggiore attenzione all’integrazione e alla formazione linguistica e multiculturale del personale, specialmente in campo medico;
  • l’inflazione, che continua a pesare nel budget familiare; 
  • la guerra in Ucraina, che ha portato molti bambini a trasferirsi in paesi europei più sicuri, con conseguenze evidenti sulla salute mentale sia dei minori che degli operatori sanitari.

La salute mentale dei giovani: quali prospettive future?

I punti chiave per il lavoro futuro della Commissione Europea sono molteplici. Prima di tutto concretizzare una strategia multisettoriale per la salute mentale, basata su principi socio-ecologici, inclusivi e attenti ai diritti umani, attuabile dagli Stati membri attraverso piani d’azione adatti al contesto, capaci di riconoscere le disparità di bisogni e risorse nei diversi gruppi sociodemografici. Ciò implica un necessario aumento dei fondi dell’Unione Europea volti a sostenere quante più possibili azioni a favore della salute mentale, focalizzati anche sulla prevenzione e l’intervento precoce a favore di bambini, adolescenti e dei loro caregiver. L’UNICEF e l’OMS hanno raccomandato un aumento della spesa sanitaria nazionale per la salute mentale da una media del 3,6% ad almeno il 10%. Parlando di risorse finanziarie, l’accesso a servizi sanitari di qualità dovrebbe essere pienamente attuato, garantito e gratuito per tutti i minori bisognosi di sostegno psicologico. Per questo, la salute mentale deve essere integrata nella politica europea, garantendone progettazione, monitoraggio, legislazione e programmi di spesa, partendo da una maggiore sensibilizzazione su tematiche che tendono a essere stigmatizzate e a generare discriminazione: una corretta alfabetizzazione in materia di salute mentale potrebbe sostenere la politica europea nel cammino di normalizzazione dei bisogni psicologici dei minori, partendo dall’ascolto proprio dei bambini e dei loro bisogni, la cui testimonianza potrà certamente garantire tempestività e precisione nel monitoraggio attraverso la raccolta dei dati dai diretti interessati.

Riferimenti Bibliografici
  • Unicef, The State of Children in the European Union. Addressing the needs and rights of the EU’s youngest generation – 2024. Disponibile qui.
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