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Benessere psicologico

Il benessere psicologico è un costrutto complesso che non si riferisce semplicemente all'assenza di malattia mentale o fisica

Sezione a cura di Caterina Borgese

Aggiornato il 9 ott. 2024

Il benessere psicologico: una definizione complessa

In psicologia lo studio del benessere ha da sempre interessato gli studiosi, in quanto è ritenuto una condizione di estrema importanza che ogni essere umano aspira a raggiungere. 

Analizzando la letteratura vengono messi in evidenza i notevoli problemi semantici e concettuali che emergono dal tentativo di definire in maniera esaustiva cosa sia o non sia il benessere. Tali difficoltà deriverebbero, innanzitutto, dalla molteplicità dei contesti della vita di un individuo in cui questo concetto può essere applicato e, in secondo luogo, dall’inadeguata formulazione in negativo del termine, indicato spesso come semplice assenza di sintomi di malessere.

Non a caso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riprendendo questo concetto, afferma che la salute non è più indicata come assenza di malattia, ma include anche altre componenti come il benessere fisico, psichico e sociale.

Gli esponenti della psicologia umanistica, tra cui Maslow (1970) si sono dedicati alla ricerca sul benessere, focalizzandosi principalmente sulle componenti costruttive dell’individuo che permettono il raggiungimento del benessere

Il benessere psicologico: il contributo della psicologia positiva

La psicologia positiva concettualizza il benessere distinguendolo in edonico e eudaimonico (Huta & Waterman, 2014). 

Benessere edonico

La prospettiva edonica affonda le sue radici in tempi molto lontani. Già Aristippo, filosofo greco, affermava che il benessere è identificabile con il piacere. L’edonismo è centrato sul benessere soggettivo (subject well-being), ovvero uno stato di appagamento legato al godimento di tutti i beni che può realizzarsi indipendentemente dal contesto sociale (De Beni & Borella, 2015). Come sostengono Cicognani e Zani (1999), vi sono tre componenti principali che costituiscono il benessere soggettivo: una componente cognitiva, ovvero la soddisfazione di vita, e due componenti di ordine affettivo, vale a dire l’affetto piacevole e l’affetto spiacevole. A proposito di questi ultimi la teoria del benessere di Bradburn (1969) afferma che il benessere soggettivo è costituito prevalentemente da affetto positivo rispetto a quello negativo.

Benessere eudaimonico 

La prospettiva eudaimonica può essere inscritta nella filosofia tardo-aristotelica ed è centrata sul benessere psicologico (psychological well-being), ovvero la realizzazione personale  e il processo di ricerca della vera felicità in armonia con il mondo circostante (Huta & Waterman, 2014). Per l’eudaimonia il benessere non è un risultato o uno stato finale,  piuttosto si configura come una costruzione di significati continua, che si sviluppa quando le attività quotidiane sono coerenti con i valori profondi di una persona; in quest’ottica, il benessere non deriva soltanto dalla soddisfazione individuale, ma implica un’interazione con il benessere collettivo creando un processo di reciproca influenza tra il singolo e il mondo che lo circonda, in cui la felicità individuale si realizza nell’ambito dello spazio sociale (Delle Fave, Massimini & Bassi, 2011). 

Il benessere psicologico: il contributo di Martin Seligman 

Per la sua rilevanza teorica e storica, è di fondamentale importanza prendere in considerazione il pensiero di Martin Seligman (1990), considerato il fondatore della Psicologia Positiva.

All’autore viene conferito il merito di aver sottolineato il ruolo fondamentale delle abilità e delle risorse dell’individuo invece di centrare l’attenzione sulle sue limitazioni e carenze. È su questa linea di pensiero che si inserisce la sua teoria della felicità autentica, secondo cui l’individuo non soltanto è in grado di raggiungere la felicità come risultato della soddisfazione della vita, ma può anche coltivarla, impiegando tutte le risorse personali di cui dispone. 

Successivamente, nel libro “Flourish: a Visionary New Understanding of Happiness and well-being”, Seligman (2012) valutando il  concetto di felicità non esaustivo nel fornire un’adeguata definizione di soddisfazione della vita trasforma la sua teoria, riportando come il termine più appropriato sarebbe quello di benessere. Nella sua teoria, ha fornito una nuova struttura del benessere suggerendo cinque dimensioni che racchiudono aspetti sia edonici che eudemonici: 

  • emozioni positive (P);
  • impegno (E);
  • relazioni positive (R);
  • significato o scopo (M);
  • realizzazione (A). 

Ognuno di questi elementi, che insieme costituiscono l’acronimo P.E.R.M.A., non è da considerare singolarmente ma in interazione con gli altri e necessario al raggiungimento di uno stato di benessere completo. 

Benessere psicologico e salute mentale

Negli ultimi decenni, le prove che un maggiore benessere apporti numerosi benefici per la salute mentale e fisica sono aumentate notevolmente (Viejo et al., 2018). Spesso si sente parlare di benessere in riferimento a contesti differenti, benessere psicofisico, sociale, umano, economico, ma anche benessere legato al luogo di lavoro e alle organizzazioni. 

Altri studi hanno identificato che la diminuzione del benessere è collegata a un’elevata ideazione suicidaria. Tale relazione sembra essere mediata dai fattori cognitivi. Tendenzialmente gli individui, a partire dalle loro cognizioni, sviluppano diverse percezioni a proposito della loro condizione di benessere e ciò si riflette sulla presenza o meno di idee suicidarie (Cheng et al., 2020). 

Sul versante affettivo, è ampiamente accettato che le emozioni sono costrutti chiave legati al benessere psicologico e alla soddisfazione per la vita (Bar-On, 2006). Uno dei contributi più rilevanti alla ricerca sulla componente affettiva del benessere è stata la teoria delle emozioni positive (Fredrickson, 2001). Secondo questa teoria, provare emozioni positive allarga i repertori del pensiero e dell’azione; questo favorisce la costruzione di risorse personali per affrontare le situazioni, rendendo la persona più resistente alle difficoltà, più creativa e rafforzando la sua integrazione sociale. Pertanto, le emozioni positive aiutano ad aumentare le risorse relative al benessere, alla felicità e al successo delle persone. Gli interventi volti a promuovere emozioni positive mirano a prevenire e trattare i problemi legati a depressione, ansia, aggressività e stress

Benessere psicologico e altri risultati

Attualmente, è riconosciuto che il benessere, oltre ad essere multidimensionale, ha una natura dinamica ed è influenzato sia da fattori personali che culturali. 

Benessere psicologico e dati socio-demografici 

Da più parti viene messo in evidenza come la probabilità di un elevato benessere aumenta con l’aumentare dell’istruzione e dello stato lavorativo (Schütte et al., 2014; Xu et al., 2019). Ad esempio, in uno studio condotto in Spagna è stato riportato che le donne casalinghe o che svolgono un’attività manuale non qualificata presentavano un benessere inferiore rispetto a quelle con  mansioni lavorative più elevate (Matud et al., 2019).

 Benessere psicologico e cultura 

A proposito della cultura, numerosi studi hanno suggerito che le variazioni culturali del benessere siano associate principalmente alle diverse concezioni del sé e delle relazioni che esistono nelle diverse culture. Lo scopo primario delle società individualiste è il raggiungimento di obiettivi personali; gli individui dunque cercano di mantenere la loro indipendenza dagli altri e di scoprire ed esprimere i loro attributi unici. Al contrario, nelle società collettiviste il valore primario è l’appartenenza al gruppo e il benessere sociale viene anteposto al benessere del singolo individuo (Matud et al., 2019). 

Benessere psicologico e genere

Uno studio (Matud et al., 2019) ha analizzato la rilevanza del genere per il benessere psicologico degli adulti. In accordo con precedenti studi sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra donne e uomini in alcune dimensioni del benessere; nello specifico, le donne tendono solitamente ad ottenere dei punteggi più alti nella crescita personale e nelle relazioni positive, mentre gli uomini presentano dei punteggi più alti nell’accettazione di sé e nell’autonomia. 

Benessere psicologico: non soltanto assenza di malattia

Tutti i risultati sopra riportati ribadiscono senza dubbio come il benessere non è semplicemente assenza di malattia mentale o fisica, ma enfatizzano la complessità del costrutto e le sue innumerevoli applicazioni nei diversi ambiti di vita. Le variabili che svolgono un ruolo fondamentale per il raggiungimento del benessere sono dunque numerose; ciononostante, una grande quantità di studi presenti in letteratura sottolineano come aumentare il benessere sia un approccio del tutto praticabile. 

 

Bibliografia

  • Maslow, A. H. (1970). Motivation and Personality. New York: Harper & Row.
  • Huta, V., & Waterman, A. S. (2014). Eudaimonia and its distinction from hedonia: Developing a classification and terminology for understanding conceptual and operational definitions. Journal of Happiness Studies: An Interdisciplinary Forum on Subjective Well-Being, 15(6), 1425–1456.
  • De Beni, R., Borella, E. (2015) Psicologia dell’invecchiamento e della longevità. Bologna: Il Mulino.
  • Cicognani, E., & Zani, B. (1999). Le vie del benessere. Eventi di vita e strategie di coping. Roma: Carocci. 
  • Bradburn, N. M. (1969). The structure of psychological well-being. Chicago: Aldine. 
  • Huta, V., & Waterman, A. S. (2014). Eudaimonia and its distinction from hedonia: Developing a classification and terminology for understanding conceptual and operational definitions. Journal of Happiness Studies: An Interdisciplinary Forum on Subjective Well-Being, 15(6), 1425–1456
  • Delle Fave, A., Massimini, F., & Bassi, M. (2011). Cross-cultural advancements in positive psychology: Vol. 2. Psychological selection and optimal experience across cultures: Social empowerment through personal growth. Springer Science + Business Media.
  • Ryan, R. M., & Deci, E. L. (2001). On happiness and human potentials: A review of research on hedonic and eudaimonic well-being. Annual review of psychology, 52(1), 141-166
  • Seligman, M. E. (1990). Why is there so much depression today? The waxing of the individual and the waning of the commons. In Contemporary psychological approaches to depression (pp. 1-9). Springer, Boston, MA. 
  • Seligman, M. E. (2012). Flourish: A visionary new understanding of happiness and well-being. Simon and Schuster.
  • Viejo, C., Gómez-López, M., & Ortega-Ruiz, R. (2018). Adolescents’ psychological well-being: A multidimensional measure. International journal of environmental research and public health, 15(10), 2325
  • Diener, E. (2009). The Science of Well-Being. The Collected Works of Ed Diener. Dordrecht: Springer.
  • Cheng, A. S., Xie, J., Liu, M., Zhong, Z., Zhang, Q., Zhou, J., Wang, L. (2020). Relationships Among Character Strengths, Self-efficacy, Social Support, Depression, and Psychological Well-being of Hospital Nurses. Asian Nursing Research, 14(3), 150-157. 
  •   Bar-On, R. (2006). The Bar-On model of emotional-social intelligence (ESI) 1. Psicothema, 13-25
  • Fredrickson, B. L. (2001). The role of positive emotions in positive psychology: The broaden-and-build theory of positive emotions. The American psychologist vol. 56,3: 218-26.   
  • Schütte, S., Chastang, J. F., Parent-Thirion, A., Vermeylen, G., & Niedhammer, I. (2014). Social inequalities in psychological well-being: a European comparison. Community mental health journal, 50(8), 987-990.
  • Xu, W., Sun, H., Zhu, B., Bai, W., Yu, X., Duan, R., Kou, C., & Li, W. (2019). Analysis of Factors Affecting the High Subjective Well-Being of Chinese Residents Based on the 2014 China Family Panel Study. International journal of environmental research and public health, 16(14), 2566. 
  • Matud, M. P., López-Curbelo, M., & Fortes, D. (2019). Gender and Psychological Well-Being. International journal of environmental research and public health, 16(19), 3531.    

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