Come micro-pause migliorano il benessere e riducono la stanchezza
Il riposo, anche nella forma di piccoli break di 10 minuti mentre si sta lavorando, aiuta a ridurre la stanchezza e restituisce energia. Una buona pratica, quella di mettere a riposo per poco tempo il nostro cervello, che fa bene sia al corpo che alla mente.
La ricerca sostiene attraverso vari studi neuroscientifici molteplici vantaggi del riposo, anche breve, per la salute del nostro cervello.
Una meta-analisi del 2022 pubblicata sulla rivista PLOS One (Albulescu et al., 2022) ha voluto analizzare se e come le “micro-pause” possano influenzare il benessere, in questo caso inteso come riduzione della fatica e recupero di energia, e la performance degli individui.
La metanalisi ha aggregato i dati di 22 ricerche (studi sperimentali e quasi sperimentali) per un totale di circa 2300 soggetti coinvolti. I dati hanno evidenziato che brevi pause di 10 minuti avrebbero di fatto un effetto positivo significativo nella diminuzione della sensazione di stanchezza e nel recupero di vigore per effettuare l’attività che si sta svolgendo. Tuttavia, non è stato rilevato un effetto statisticamente significativo delle micro-pause sulla performance in sé. Anche se, da ulteriori analisi, l’effetto delle micro-pause sulla performance sarebbe emerso solo nei compiti che richiedono un minor sforzo cognitivo. Inoltre, un altro dato interessante è che quanto più lunga (in termini di tempo) è la pausa, tanto più avrebbe probabilità di migliorare la performance, e a maggior ragione i ricercatori ipotizzano che per i compiti cognitivamente più complessi potrebbero essere necessarie pause più lunghe. Tutte ipotesi che gli studiosi si auspicano verranno approfondite in futuro.
Micro-pause per ricaricare le energie
E se siamo impegnati in un meeting dietro l’altro?
Nel 2021, quando moltissime persone erano tenute a lavorare esclusivamente da remoto a causa della pandemia, Microsoft ha condotto uno studio in cui ha monitorato 14 individui che partecipavano in diverse giornate a due condizioni di lavoro: nella prima condizione le persone avevano una serie di meeting Zoom uno dietro l’altro per due ore consecutive; nella seconda condizione invece le persone praticavano una pausa di 10 minuti di meditazione tra un meeting e l’altro all’interno delle due ore di lavoro. Monitorando l’attività cerebrale dei soggetti attraverso l’elettroencefalografia (EEG), è emerso che nella prima condizione i segnali di attività cerebrale rimandavano a una maggiore condizione di stress (aumento di livelli di onde Beta nel corso delle due ore), fenomeno assente nella seconda condizione in cui le persone praticavano pause meditative della durata di 10 minuti e per cui era visibile una drastica diminuzione di onde beta tra un meeting e l’altro.
A supporto delle pratiche di mindfulness, in un articolo pubblicato recentemente, Elissa Epel, professore del Dipartimento di Psichiatria della School of Medicine presso la University of California San Francisco evidenzia i benefici di pratiche mindfulness e meditative nel promuovere uno stato di riposo utile ad amplificare effetti positivi sul nostro benessere psicofisico (Crosswell, Mayer, Whitehurst, Picard, Zebarjadian, Epel, 2024).
Provare quindi, quando possibile, a inserire delle micro-pause nelle nostre intense ore di lavoro volte alla produttività, non significa essere discontinui, procrastinare e disperdere l’attenzione; viceversa le micropause che intenzionalmente decidiamo di prenderci per fermarci da una costante e prolungata attivazione cognitiva ed emotiva possono avere benefici sui nostri livelli di stanchezza, fatica e stress per farci ricaricare le energie.