L’inizio della psicoterapia: tutto e subito
Sono trascorse tre sedute da quando Marta ha iniziato la psicoterapia, ma gli attacchi di panico non sono ancora scomparsi. Certo, quando esce dallo studio si sente più leggera, ma l’ansia non l’ha abbandonata, l’accompagna ogni volta che tenta di studiare per l’esame di diritto privato. Pensavo si sarebbe risolto tutto in poche sedute è una credenza irrealistica comune: il cambiamento richiede tempo. Ugualmente il raggiungimento di una maggiore consapevolezza di sé e del proprio funzionamento è un processo graduale e necessita di diverse sedute. Anche nelle terapie cosiddette brevi i risultati non sono immediati. La psicoterapia è un viaggio in cui aver fretta di raggiungere la destinazione può rendere il percorso frustrante all’inizio.
La psicoterapia fuori seduta
Stefano osserva il suo terapeuta con aria perplessa. I compiti a casa proprio non se li aspettava. Il lavoro non dovrebbe svolgersi solo in seduta? Il terapeuta gli ha chiesto di condurre dei piccoli esperimenti prima di andare a dormire: potrà controllare se ha chiuso tutte le finestre soltanto una volta, poi dovrà trattenersi dal farlo nuovamente, anche qualora montasse l’ansia. Dovrà poi annotare su un quaderno cosa ha provato e pensato in quel momento.
A dispetto dell’immaginario comune, una grossa parte del lavoro terapeutico si svolge tra una seduta e l’altra: mettendo alla prova le proprie credenze irrazionali, utilizzando le strategie apprese in seduta per gestire le proprie problematiche, cambiando il proprio modo di comportarsi per vedere cosa succede.
Anche l’idea che la psicoterapia non richieda alcuno sforzo, ma sia sufficiente parlare per stare meglio è una credenza errata. La psicoterapia non è semplice supporto. La psicoterapia promuove il cambiamento e cambiare può essere faticoso e anche spaventoso, perché implica mettersi in gioco e provare a uscire dalla propria comfort zone giorno dopo giorno; ma l’alternativa è continuare a soffrire nella vana speranza che la situazione cambi da sola, quando gli unici che possono cambiarla siamo noi.
La bacchetta magica
La domanda Mi dica Lei cosa devo fare era rimasta sospesa in aria. Giulia aveva chiuso la seduta un po’ scocciata. Era andata in terapia per decidere se lasciare o meno Stefano, ma finora non aveva ricevuto nessuna risposta dalla terapeuta a riguardo: né un consiglio, né un suggerimento, nemmeno un “Se io fossi in Lei”…nulla.
Se non lo sa Lei che è psicologa che cosa è meglio fare!
Spesso abbiamo l’illusione che il terapeuta risolverà tutti i nostri problemi, crediamo che ci dirà quali decisioni prendere o ci fornirà indicazioni su come vivere o cosa fare. In realtà non spetta al terapeuta consigliarci: siamo noi a dover decidere della nostra vita. Il lavoro del terapeuta è aiutarci a diventare più flessibili, ad aumentare i nostri gradi di libertà, ad ampliare i nostri punti di vista, così da essere finalmente liberi noi di scegliere.
Inoltre la psicoterapia non elimina le difficoltà della vita: fornisce gli strumenti per affrontare in maniera più funzionale ed efficace gli eventi, ma non regala nessuna ricetta per la felicità.
Stare peggio per stare meglio
Perché si comincia una psicoterapia? Per il desiderio di stare meglio.
Eppure può accadere di sentirsi peggio durante il percorso, anche in modo significativo, e questo può destabilizzarci. Affrontare tematiche dolorose o traumi è una tappa fondamentale del processo di guarigione, tuttavia mentre attraversiamo la sofferenza non siamo soli: il terapeuta è infatti al nostro fianco per sostenerci e aiutarci a superarla.
Quando incontriamo il terapeuta per la prima volta, le credenze e speranze che abbiamo riguardo alla psicoterapia possono essere irrealistiche o errate. Tuttavia, come afferma Thomas Edison, se qualcosa non rispecchia le nostre aspettative, non significa che sia inutile.
Chissà dove ci porterà mettere le nostre aspettative in discussione.