La Redazione di State of Mind consiglia la lettura di questo contenuto:
In poche discipline l’adozione di un approccio scientifico suscita tanti dibattiti quanto nel campo della psicologia e della psicoterapia. L’oggetto di studio, la mente e il comportamento, è un area contesa tra gli ideologi della cultura umanistica, in una parola psicosofi, e gli scienziati che scelgono di sottoporre le proprie intuizioni all’evidenza empirica. I primi proclamano il grave rischio di cadere nello scientismo. Ma cosa è questo scientismo? Uno dei grandi giovani ricercatori italiani lo presenta in questa acuta e piacevole ricerca personale.
Ho un problema con la parola “scientismo”. Non capisco bene cosa significhi, ma ho da tempo il sospetto che abbia molto in comune con la parola “buonismo”: siccome pare brutto attaccare direttamente la scienza (o la bontà), ci si inventa un bersaglio di comodo da colpire più facilmente. (Poi ci sono anche quelli che randellano scienza e bontà senza problemi, ma questo è un altro discorso.)
Pensavo che la difficoltà fosse solo mia, ma questa estate, dopo aver letto un lungo articolo del neuroscienziato Steven Pinker apparso su New Republic, ho capito di non essere il solo. Pinker ammette anche lui di non sapere cosa sia lo scientismo, ma fa una proposta: adottiamo la parola, togliamogli il significato peggiorativo e trasformiamola in un marchio positivo. Il resto dell’articolo è però semplicemente una lunga e appassionata difesa della scienza, quindi forse potremmo continuare a chiamare le cose col nome che hanno. Ma capisco la provocazione.
La minaccia (fantasma) dello scientismoConsigliato dalla Redazione
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