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Exergames

Gli exergames richiedono ai partecipanti di essere fisicamente attivi o allenarsi per giocare. Quali benefici possono avere su alcune condizioni clinche?

Gli exergames sono videogiochi che richiedono ai partecipanti di essere fisicamente attivi o di allenarsi per poter giocare. L’attività fisica è dunque guidata dalla tecnologia.

Exergames: le applicazioni in campo neurologico e psicopatologico

Questi giochi richiedono all’utente di applicare il movimento completo del corpo per partecipare a sport virtuali, esercizi di fitness di gruppo o altre attività fisiche interattive. Il concetto alla base degli exergames è quello di sfruttare passione per il gioco in modo da trasformare un comportamento sedentario in un’attività potenzialmente più attiva e salutare (HealtySD.gov, 2013).

Grazie a feedback visivi e uditivi sulla performance, l’esercizio fisico viene reso molto interattivo, divertente e soddisfacente e consente l’interazione sociale poiché più giocatori possono partecipare contemporaneamente.

Fra i benefici presi in considerazione abbiamo una migliorata motivazione all’esercizio fisico (che è stato a più riprese considerato come utile nel miglioramento di molti sintomi, fra i quali quelli appartenenti al quadro depressivo), condizione fisica, e abilità cognitive. La tipologia di exergames presenti sul mercato varia enormemente, per cui ogni elemento specifico va analizzato come efficace non in tutti gli scenari, ma solamente in alcuni per i quali risulta più indicato. Secondo la definizione della “American College of sports Medicine”, i criteri per definire un valido exergame sono i seguenti: coinvolgere giochi legati alla tecnologia, i partecipanti devono avere un coinvolgimento fisico attivo che vada al di là del semplice uso delle mani.

Exergames e depressione

In uno studio chiamato: “Effect of Exergame on Depression: A Systematic Review and Meta-Analysis” di Jinhui Li, Yin-Leng Theng, and Schubert Foo (2015), gli autori hanno condotto una meta-analisi su articoli legati agli effetti degli exergames sulla depressione. Dai risultati si evincono alcune considerazioni. Gli exergames si rivelano utili nel trattamento della depressione in modo similare ad altri esercizi fisici. Si sono rivelati più utili nel trattamento degli anziani rispetto a quello degli adulti. Mentre negli adulti la depressione si sviluppa a seguito di eventi negativi legati al lavoro e alle relazioni, negli anziani è maggiormente legata a problematiche fisiche e all’isolamento sociale. Dato che gli exergames promuovono sia il benessere fisico sia le interazioni sociali, risulterebbero spiegati i risultati ottenuti. Il tempo di somministrazione degli exergames è risultato inversamente proporzionale ai benefici. Somministrazioni più brevi generavano risultati migliori.

Nel 2010 viene pubblicato un articolo chiamato “Exergames for Subsyndromal Depression in Older Adults: A Pilot Study of a Novel Intervention” di Rosenberg e colleghi (2010), in cui gli autori hanno analizzato l’impatto positivo degli exergames sulla depressione subsindromica (SSD). Questo è dovuto soprattutto al fatto che gli exergames sono ampiamente disponibili e possono essere utilizzati in casa, attenuando le variabili ambientali che ostacolano l’esercizio fisico. Inoltre, gli exergames sono progettati per aumentare la soddisfazione per l’attività fisica, contrastando così la diminuzione del piacere dell’esercizio fisico, che può essere particolarmente rilevante per chi soffre di depressione.

Exergames e autismo

I disturbi dello spettro dell’autismo coinvolgono problemi nel controllo motorio, un interesse verso la tecnologia ed i videogames, e spesso tendono ad essere attratti da una ristretta gamma di interessi. I problemi nel relazionarsi agli altri riducono le possibilità per questi bambini di partecipare ad attività motorie e sportive, aumentando la probabilità di diventare sedentari e di presentare un quadro di obesità.

L’articolo di Samantha L. Finkelstein, Andrea Nickel, Tiffany Barnes, Evan A. Suma, “Astrojumper: Designing a Virtual Reality Exergame to Motivate Children with Autism to Exercise” (2010), punta l’attenzione sugli effetti degli exergames sui bambini con autismo. Essi trovano beneficio dall’attività motoria, tuttavia è difficile motivarli ad effettuare attività fisica. Per intervenire sulla motivazione, gli autori hanno provato ad introdurre l’utilizzo degli exergames, in particolare di Astrojumper, ottenendo risultati positivi.

Nel 2014 viene pubblicato un articolo di Hilton e colleghi (2014), nel quale gli autori hanno analizzato l’impatto degli exergames sui deficit motori e delle funzioni esecutive che sono spesso presenti nelle persone affette da autismo. Da questo studio è risultata una forte correlazione tra il miglioramento relativo alle funzioni esecutive e quello relativo alle abilità motorie: in particolare, i partecipanti hanno aumentato la loro velocità media di reazione ed è stato osservato anche un miglioramento significativo nelle funzioni esecutive della memoria di lavoro e della metacognizione.

Exergames come terapia per il Parkinson

Il morbo di parkinson causa delle problematiche motorie, specialmente per i movimenti volontari, e in alcuni casi deficit cognitivi che non emergono in compiti semplici ma si evidenziano man mano che il compito diventa più complesso (in particolare in memoria e funzioni esecutive). Gli exergames sembrano essere una ottima possibilità di offrire a questi pazienti un approccio che integra allenamento cognitivo e fisico.

Exergames e demenza

Alcuni studi hanno dimostrato l’efficacia degli esercizi fisici sulla prevenzione del declino cognitivo, sul rafforzamento delle capacità cognitive, e sul mantenimento di capacità che permettano uno stile di vita indipendente dal supporto altrui (e.g. Angevaren, Aufdemkampe, Verhaar, Aleman, & Vanhees, 2008; Colcombe & Kramer, 2003). Ci sono evidenze che mostrano come una combinazione di esercizio fisico e motorio mirato ad attivare specifici domini cognitivi, possa portare ad un miglioramento delle capacità cognitive. Tuttavia i deficit psico-fisici legati alla demenza portano i pazienti ad uno stile di vita sedentario, riducendo gradualmente la qualità e la quantità di attività motoria. Gli exergames rappresentano in questo scenario un possibile strumento di motivazione ad intraprendere esercizi stimolanti a livello fisico e cognitivo. Alcune ricerche hanno mostrato effetti positivi degli exergames su funzioni fisiche, cognizione, e funzionamento psicosociale (gli exergames spesso coinvolgono la partecipazione di altri giocatori) (Chao et al., 2015; Laufer, Dar, & Kodesh, 2014; Miller et al., 2014; Molina, Ricci, de Moraes, & Perracini, 2014; Schoene et al., 2014; Skjæret et al., 2016). Altre aree cognitive che sembrano ottenere benefici dagli exergames sono: cognizione globale, compiti visuospaziali (Yamaguchi, Maki, & Takahashi, 2011), attenzione e umore (Weybright, Dattilo, & Rusch, 2010).

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