La cecità temporale: una breve panoramica e il dibattito tra gli esperti
La cecità temporale, o time blindness, è un fenomeno psicologico che descrive la difficoltà di percepire e gestire il tempo. Sebbene non sia un disturbo ufficialmente riconosciuto nei manuali diagnostici, molte persone riferiscono di avere difficoltà a non perdere la cognizione del tempo, con conseguenze sulla vita quotidiana, come ritardi frequenti, difficoltà a rispettare le scadenze e problemi di organizzazione (Bever, 2025).
Gli esperti non concordano completamente sulla natura di questo fenomeno. Alcuni lo considerano un semplice effetto collaterale della distrazione o dell’eccessivo coinvolgimento in un’attività, paragonandolo allo stato di flow, ovvero una condizione di immersione totale in un compito che fa perdere la percezione del tempo. Tuttavia, altri studiosi sottolineano che la cecità temporale non è la stessa cosa: mentre nel flow una persona riesce comunque a cambiare attività senza difficoltà, chi soffre di cecità temporale fatica a passare da un compito all’altro e può perdere il controllo della propria programmazione quotidiana (Bever, 2025).
Dunque, ogni persona può occasionalmente perdere la cognizione del tempo, ad esempio durante periodi di intensa concentrazione o mentre si dedica ad attività particolarmente coinvolgenti. Tuttavia, quando questi episodi diventano persistenti e incidono in modo significativo sulla formazione, sulla carriera o sulla vita personale, possono rappresentare una problematica.
Alcune ricerche suggeriscono che la cecità temporale sia particolarmente presente in persone con disturbi neurologici o neurodivergenti, come l’ADHD e il morbo di Parkinson, dove la difficoltà di percepire il tempo sarebbe legata a specifiche alterazioni del funzionamento del cervello (Bernardinis et al., 2019; Metcalfe et al., 2023).
Cecità temporale, percezione del tempo e disturbi neurologici
La percezione del tempo è un aspetto fondamentale delle funzioni cognitive, ed è legata a diverse strutture cerebrali che ci permettono di pianificare e agire in base alla nostra esperienza del passato, presente e futuro. Alterazioni nella percezione temporale sono state riscontrate in vari disturbi neurologici, come nel morbo di Parkinson. In uno studio recente, i pazienti con Parkinson hanno mostrato difficoltà nel percepire intervalli temporali di durata più lunga, ma non nei compiti che richiedevano la percezione di tempi brevi (sotto il secondo). Inoltre, il trattamento con levodopa e la stimolazione cerebrale profonda (DBS) non hanno portato miglioramenti significativi nella percezione del tempo. Questi risultati supportano l’idea che le alterazioni nella percezione temporale nel Parkinson possano essere collegate a disfunzioni nei gangli della base, le strutture cerebrali coinvolte nel controllo motorio e nella gestione del tempo a intervallo (Bernardinis et al., 2019).
Un legame particolarmente forte è stato individuato tra cecità temporale e ADHD. Secondo il noto psicologo Russell Barkley, l’ADHD potrebbe essere descritto come una “miopia al futuro”: le persone con questo disturbo tendono a concentrarsi solo sugli eventi più vicini nel tempo, faticando a pianificare attività a lungo termine (Barkley, 2006). Gli studi hanno confermato che sia bambini che adulti con ADHD mostrano difficoltà nella percezione temporale, ad esempio quando devono stimare la durata di un compito o ricordare la sequenza di eventi passati (Carelli & Britt, 2012; Mioni et al., 2017).
Oltre al Parkinson e all’ADHD, la cecità temporale è stata osservata anche in altre condizioni cliniche, tra cui disturbi d’ansia, depressione, autismo e disturbo ossessivo-compulsivo. In molte di queste situazioni, il problema sembra derivare da una compromissione delle funzioni esecutive, ovvero quei processi cognitivi che permettono di pianificare, prendere decisioni e gestire il tempo in modo efficace (Allman & Meck, 2012; Moreira et al., 2016; Liu et al., 2022).
Strategie per contrastare la cecità temporale
Sebbene non esista una diagnosi per la cecità temporale, essa rappresenta un fenomeno psicologico di cui tutti – chi più e chi meno – possiamo fare esperienza, con tutti i fastidi che ne derivano. Fortunatamente, vi sono una serie di semplici strategie che possiamo provare a implementare quando notiamo che stiamo avendo difficoltà nella percezione e nella gestione del tempo, come ad esempio avvalersi di promemoria digitali (che siano sveglie, timer o calendari) per tenere traccia di appuntamenti e scadenze, così come per monitorare quanto tempo stiamo impiegando per svolgere una determinata attività. Esistono anche alcune applicazioni progettate specificatamente per non farci utilizzare lo smartphone per un certo periodo di tempo, favorendo la concentrazione su un’altra attività che dobbiamo svolgere, o per bloccare le app e i siti web che possono distrarci mentre lavoriamo (come i social media o i contenuti clickbait). Ad esempio, l’applicazione Forest: Stay Focused permette di impostare un timer e piantare un alberello virtuale, che crescerà durante il tempo impostato: l’obiettivo è quello di non farsi distrarre dallo smartphone durante quel periodo di tempo; infatti, se si esce dall’applicazione per controllare notifiche o utilizzare i social, l’alberello appassisce. Un’altra semplice strategia consiste nel posizionare un buon vecchio calendario (possibilmente di grandi dimensioni) nel proprio ufficio o in una stanza dove si trascorre molto tempo, così da avere sempre sotto gli occhi gli impegni e le scadenze importanti. E a proposito di scadenze, se queste ci spaventano perché tendiamo a ridurci all’ultimo e ci troviamo sopraffatti dalla quantità di cose da fare, può essere utile suddividere i compiti da svolgere in “sotto-compiti” più semplici, fissando delle scadenze intermedie per ognuno di essi. Infine, se anche provando ad utilizzare queste strategie le difficoltà nella percezione e nella gestione del tempo persistono, la cosa migliore da fare potrebbe essere rivolgersi a un professionista della salute mentale, che ci aiuterà a comprendere da dove nascono tali difficoltà e a elaborare un piano per affrontarle cucito su misura per noi.