Le interazioni tra madre e bimbo oggi possono essere studiate attraverso un nuovo strumento, il Neuropsychomotor Video Analysis of Adult and Child interaction- NVA.
Nel corso degli ultimi trent’anni sono stati messi a punto diversi strumenti per l’osservazione strutturata delle interazioni diadiche. La maggior parte di esse erano finalizzate alla descrizione e valutazione della sensibilità materna nel contesto della relazione madre-bimbo nel corso della prima infanzia (Cassibba & van Ijzendoorn, 2005).
L’utilizzo della videoregistrazione ha dato un grande contributo al miglioramento delle tecniche osservative e ha permesso la creazione di strumenti finalizzati a una sempre maggior correttezza nella valutazione. Ha anche dimostrato il suo grado di efficacia, non solo nell’ambito di ricerca, ma anche in ambito clinico nell’osservazione, nella diagnosi e nel trattamento delle problematiche infantili inscrivibili nei disturbi della relazione e dell’ attaccamento (Ainsworth et al., 1978; Riva Crugnola, 2007).
Un limite di questi strumenti riguarda la difficoltà di interpretazione delle categorie e delle dimensioni di valutazione che tendono a essere piuttosto ampie e globali, difficilmente fruibili in assenza di un’ampia esperienza clinica da parte di chi li utilizza.
Come viene osservato il legame madre e bimbo attraverso l’NVA?
Neuropsychomotor Video Analysis of Adult and Child interaction- NVA è uno strumento per l’osservazione strutturata, la valutazione e la codifica di sequenze videoregistrate di interazioni tra il caregiver e il bimbo nei primi tre anni di vita, dove per caregiver si può intendere anche un educatore, un terapista o un insegnante.
La struttura della codifica NVA permette all’osservatore di valutare separatamente i comportamenti dell’adulto e quelli del bimbo, ponendoli sempre in relazione tra loro.
In questa prospettiva il Neuropsychomotor Video Analysis of Adult and Child interaction-NVA (Moioli, 2008; Moioli et al., 2010, 2014) si propone di integrare gli aspetti informativi presenti nelle scale già esistenti in letteratura, fornendo
- categorie comportamentali (livello microanalitico) maggiormente specifiche e descrittive, più facilmente rilevabili per operatori che lavorano nell’ambito dell’osservazione infantile
- sette tipologie qualitativamente corrispondenti (livello macroanalitico) con le quali definire la modalità interazionale del genitore e del bambino, una volta rilevate le dimensioni comportamentali microanalitiche
La tecnica di rilevazione e codifica dei comportamenti prevede la ricerca di corrispondenza fra ciò che si osserva e un’ampia varietà di risposte pre-organizzate, a loro volta classificate nelle sette dimensioni categoriali o aree di valutazione:
- lo sguardo
- la mimica facciale e azioni del viso
- i gesti delle mani e delle braccia
- la postura corporea, l’uso del corpo e dello spazio
- l’uso della voce
- l’uso delle parole (dai 12 mesi)
- l’uso degli oggetti e del gioco (playing tool) – il momento del pasto (feeding tool)
All’interno di ciascuna area si individuano i comportamenti suddivisi e organizzati a loro volta in tre categorie di “avvicinamento” e tre di “allontanamento” dallo stile relazionale centrale: stile “sensibile” per l’adulto e stile “partecipativo” per il bambino.
NVA è strutturato in modo da collocare al centro le modalità interazionali adeguate, che considerate insieme presentano una doppia polarità negativa: se uno dei 2 (madre o bimbo) va nella direzione della presa di distanza, l’altro va verso l’avvicinamento eccessivo e l’intrusività. I punteggi ottenuti sulla base delle osservazioni rilevate permettono di fare delle riflessioni sia a livello categoriale (per es. categoria con un punteggio più alto o più basso), sia a livello dimensionale, andando a descrivere il profilo specifico di caregiver e bambino.
Legame madre e bimbo: le informazioni offerte da NVA per la gestione diagnostica e terapeutica
NVA offre agli operatori due diversi tipi di valutazione:
- “NVA Playing tool” per la codifica delle interazioni di gioco
- “NVA feeding tool” per la codifica delle interazioni tra caregiver e bambino durante il momento del pasto dalla fase dello svezzamento in poi (Moioli, 2017).
Dalla codifica emergono due profili:
- Il primo profilo è basato sulle frequenze con le quali si presenta uno stile di comportamento ed è visualizzato a livello grafico-quantitativo ponendo a confronto i comportamenti di entrambi i soggetti dell’interazione.
- Il secondo profilo permette di confrontare gli stili di interazione di caregiver e bambino rispetto alle soglie di rischio e grave rischio di comportamenti problematici differenziati nelle varie aree.
Un ulteriore vantaggio di questo sistema è rappresentato dalla possibilità di ottenere valori descrittivi per le diverse dimensioni categoriali mettendo in luce quali sono gli eventuali punti di forza o di debolezza della diade.
Lo schema di codifica si pone dunque come uno strumento in linea con la letteratura esistente, in grado di coniugare un’osservazione maggiormente microanalitica basata sulla rilevazione di specifici comportamenti con la possibilità di ottenere informazioni globali e dimensionali sulla coppia genitore-bambino. In particolare, consente di focalizzare in modo dettagliato i punti critici e le risorse delle modalità di interazione materna e di risposta del bambino, mostrandosi particolarmente utile nell’ambito dei progetti di intervento o di screening precoce del rischio.
Questo nuovo sistema di codifica delle interazioni soddisfa pertanto il bisogno di trovare una sintesi capace di restituire al clinico delle indicazioni sempre più dettagliate e precise su come “stanno insieme” genitore e bambino (Stern, 1995).
Le informazioni raccolte dall’analisi codificata delle interazioni consentono una restituzione al genitore o all’adulto precisa ed efficace supportando la tecnica del video feedback (revisione condivisa e commentata del video dell’interazione stessa al genitore).
NVA è uno strumento appositamente pensato e studiato per poter essere utilizzato da operatori sanitari anche non medici e la tecnica proposta ha lo scopo di ridurre al minino il rischio di interpretazione dell’interazione.
Legame madre bimbo: NVA e altri strumenti a confronto
A differenza di altri metodi di classificazione delle interazioni (Biringen, 2008; Crittenden, 1998) il sistema di codifica NVA centra l’attenzione sull’effetto che le azioni dell’uno hanno sull’altro, su ciò che è visibile. Delle 7 categorie definite sia per il bambino sia per l’adulto, ne definiamo una centrale che include i comportamenti di una coppia genitore-bimbo funzionante dove si osserva che i due condividono in pieno lo stesso progetto di gioco con un piacere condiviso.
Da questa categoria centrale (adulto “sensibile” e bambino “partecipativo”) si distanziano con intensità crescente tre categorie che descrivono comportamenti di “avvicinamento” (controllante, intrusivo/reattivo e aggressivo/violento) e tre categorie che descrivono comportamenti di “allontanamento” (collaborante, passivo e espulsivo/escludente).
Recenti applicazioni dello strumento hanno messo in evidenza il contributo che l’analisi codificata delle interazioni adulto-bambino ha apportato in ambito di prevenzione e di sostegno della genitorialità in condizioni di rischio, ad esempio depressione post-partum e genitorialità in adolescenza (Ierardi et al., 2018; Moioli et al., 2016; Riva Crugnola et al., 2009) e non rischio come i percorsi post-partum di accompagnamento alla crescita (Riva Crugnola, 2007; Vigorelli, 2005).
Ulteriori contributi riguardano la valutazione diagnostica e la programmazione terapeutica di bambini della fascia 0-3 con ritardo del linguaggio, sospetto spettro autistico, mutismo selettivo, sospetta iperattività, difficoltà nella gestione del momento del pasto (Caiati et al., 2016; Dosi et al., 2017; Moioli, 2014; Silvano et al., 2018). Alcuni studi sono stati effettuati anche per comprendere e migliorare l’intervento di terapia neuropsicomotoria nelle interazioni madre – bimbo nel caso di bambini con Sindrome di Down e nascita pretermine (Broggi et al., 2014).
Inoltre la compilazione condivisa della codifica NVA permette di affinare le riflessioni dell’equipe multidisciplinare nelle supervisioni di casi clinici.
Prospettive future per l’NVA
La definizione multidimensionale dello strumento fornisce al clinico e al ricercatore la possibilità di cogliere diversi profili funzionali relativi alla diade genitore-bambino o adulto-bambino.
Gli ambiti di applicazione coinvolgono lo screening precoce, la definizione diagnostica, la pianificazione dell’intervento terapeutico e la valutazione della sua efficacia. Significativo può essere inoltre l’apporto del NVA nel dibattito scientifico sul ruolo della sensibilità diadica nel processo di trasmissione intergenerazionale dei modelli di attaccamento (van Ijzendoorn & Bakermans-Kranenburg, 2018; Zimmermann, 1999).