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Ruminazione Rabbiosa

Nella ruminazione rabbiosa il pensiero ripetitivo è legato a un evento passato in cui si sperimenta una emozione di rabbia

La ruminazione rabbiosa

La ruminazione rabbiosa è uno stile maladattivo di pensiero che si attiva in presenza di emozioni di rabbia, focalizzando l’attenzione su questa, sulle sue cause e sulle sue conseguenze, alimentando l’attivazione emotiva negativa e aumentando la tendenza a rispondere con comportamenti aggressivi (Bushman et al., 2005; Denson et al., 2012, Pedersen et al., 2011, Anestis et al 2009). Se invece la ruminazione rabbiosa riguarda temi autosvalutativi, alla lunga potrebbe portare alla depressione.

La ruminazione rabbiosa, dunque, svolge un ruolo centrale nel mantenimento di emozioni negative, nella riduzione dell’autocontrollo, nella messa in atto di comportamenti aggressivi e vendicativi. La ruminazione rabbiosa è caratterizzata da tre processi fondamentali quali:

  • pensiero ripetitivo rivolto ad esperienze passate che hanno suscitato rabbia;
  • attenzione focalizzata sulle espressioni della rabbia;
  • il pensiero controfattuale (Sukhodolsky, Golub & Cromwell, 2001).

Di conseguenza la ruminazione, concentrandosi sugli episodi che hanno indotto rabbia, non fa altro che mantenere e incrementare la rabbia stessa, gli affetti negativi e la sofferenza interferendo con il benessere psicologico dell’individuo (Watkins, Moulds, & Mackintosh, 2005).

Il fenomeno della ruminazione rabbiosa, inteso come processo cognitivo finalizzato al mantenimento delle emozioni negative di rabbia, può variare in base al contenuto dell’evento che induce rabbia e alla modalità di processamento dell’informazione proveniente dall’ambiente esterno valutata come scorretta o non adeguata.

Ruminazione e impulsività

Uno dei temi centrali è il rapporto tra ruminazione rabbiosa e impulsività come elementi caratterizzanti l’espressione rabbiosa. Se si osservano gli strumenti di valutazione clinica della rabbia emergono due modalità espressive.

La prima (Anger-IN o rabbia repressa) riguarda una tendenza a mantenere un stato di rancore nella propria mente, verso di sé o verso altri o per esperienze vissute. In questo caso la ruminazione, nonostante intensifichi gli stati emotivi di rabbia e la relativa attivazione fisiologica, non porta alla perdita di controllo sulle azioni, ma a una riduzione dello stato di benessere con conseguente abbassamento del tono dell’umore. Le persone sopprimono l’espressione esterna della propria rabbia ma vi rimangono intrappolati mentalmente. Il marker di riferimento è un pensiero di analisi ruminativa sulle ingiustizie subite o sulle possibili azioni di rivendicazione e rivalsa. Talvolta anche per giorni, per anni o per tutta la vita.

La seconda (Anger-Out o rabbia esplosiva) riguarda un comportamento aggressivo verbale, fisico contro oggetti o contro le persone. Infatti, se l’individuo attribuisce la causa del verificarsi dell’evento a fattori esterni, la ruminazione facilita la comparsa di comportamenti violenti e incrementa l’emozione di rabbia.

Ci si aspetterebbe che queste due manifestazioni rabbiose abbiano un rapporto discontinuo e separato, come se si distinguessero rabbiosi da ruminazione e rabbiosi da impulsività. Secondo DiGiuseppe, al contrario, nella maggior parte delle persone rappresentano due facce dello stesso problema, le due componenti sono talmente correlate da rendere complesso distinguerle a livello statistico.

Lo sforzo prolungato per l’autocontrollo affiancato da una tendenza ruminante favorisce espressioni impulsive rabbiose. In altre parole, l’affaticamento da ruminazione e da repressione dell’espressione rabbiosa produce agiti impulsivi, anche innanzi a un evento apparentemente di minore importanza. L’individuo appare privo di controllo, si sente impulsivo e fatica a essere consapevole dei processi che hanno generato questa risposta. Esiste un modello che descrive questo meccanismo (Baumeister, 2003): l’autocontrollo è un muscolo e come tale si stanca con il tempo, la ruminazione rabbiosa lo costringe a un continuo sforzo.

La dinamica di ruminazione e autocontrollo consuma i livelli di glucosio disponibili nel cervello per mantenere autocontrollo e aumenta il rischio di comportamenti esplosivi. La ruminazione carica di energia rabbiosa intensa che richiede poi un grande sforzo per regolarla.

In una raccolta dati del gruppo ricerca di DiGiuseppe su componente ruminativa e impulsiva della rabbia, solo il 4% delle persone ha alta impulsività e bassa ruminazione rabbiosa e si tratta di persone con problemi neurocognitivi (lesioni orbitofrontali). Nel 90% delle persone ruminazione e impulsività si muovono assieme. Un altro 4% circa ha alta ruminazione rabbiosa con bassa impulsività. Questi individui per DiGiuseppe sono quelli che manifestano maggior rischio di vendetta violenta.

Ruminazione e aggressività

In letteratura sono presenti studi condotti su studenti con tratti borderline e ruminazione rabbiosa. Tali risultati mostrano come la ruminazione rabbiosa incrementi le emozioni di rabbia e predica la tendenza all’aggressività (Anestis et al 2008, Selby et al 2009), come i tratti borderline siano correlati a forme di ruminazione depressiva e soprattutto rabbiosa (Abela et al. 2003, Smith et al. 2006, Baer et al 2011) e come la ruminazione medi la relazione tra il distress psicologico e il controllo del comportamento (Selby et al. 2008).

La ruminazione rabbiosa risulta centrale nella spiegazione della tendenza a compiere azione aggressive. In particolare nei pazienti con diagnosi di disturbo borderline di personalità, la ruminazione rabbiosa è un predittore significativo della propensione all’aggressività: in questi pazienti la tendenza a ruminare rabbiosamente su eventi conflittuali sembra spiegare l’incremento dell’impulsività e della disregolazione comportamentale che porta ad azioni aggressive.

Contenuto della ruminazione rabbiosa e sue conseguenze

Nella ruminazione rabbiosa il pensiero ripetitivo è legato a un evento passato in cui si sperimenta una emozione di rabbia. Il pensiero sul passato amplifica l’intensità e la durata dell’emozione negativa, che sfocia conseguentemente nella vendetta e nell’aggressività (Sukhodolsky, 2001) quando è rivolta verso l’esterno. Se invece la ruminazione rabbiosa riguarda temi autosvalutativi, alla lunga potrebbe diventare depressione.

Il fenomeno della ruminazione rabbiosa, inteso come processo cognitivo finalizzato al mantenimento delle emozioni negative di rabbia, può variare in base al contenuto dell’evento che induce rabbia e alla modalità di processamento dell’informazione proveniente dall’ambiente esterno valutata come scorretta o non adeguata. Se l’individuo attribuisce la causa del verificarsi dell’evento a fattori esterni, la ruminazione facilita la comparsa di comportamenti violenti e incrementa l’emozione di rabbia, invece se riconosce se stesso responsabile del verificarsi dell’evento la ruminazione, nonostante intensifichi gli stati emotivi di rabbia e l’attivazione fisiologica relativa alla stessa, non porta alla perdita di controllo sulle azioni, ma a una riduzione dello stato di benessere con conseguente abbassamento del tono dell’umore.

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