Quali strumenti terapeutici si possono utilizzare nei casi di disabilità?
Esistono diverse attività che, pur non nascendo come interventi terapeutici, hanno il vantaggio di migliorare il benessere di coloro che vi si dedicano. Alcune di queste, nel tempo, si sono trasformate in strumenti terapeutici come, ad esempio, il dipingere (Hou, J., Zhang, R., An, J., Zhang, H. 2023), l’attività fisica (Kivipelto, M., Mangialasche, F., Ngandu, T. 2018), il suonare uno strumento musicale o lo scrivere. Le persone normodotate possono intraprendere un’attività e trarne beneficio, ma nei casi di disabilità vi sono dei limiti che rendono difficile dedicarsi ad occupazioni che hanno un potenziale terapeutico (Innesti, A. 2014).
In virtù di tale considerazione e facendo particolare riferimento ai benefici connessi alla scrittura si è esplorato, attraverso un case report, il valore della dettatura e della lettura vocale per immettere e leggere un testo nel PC (Gruppo di ricerca indipendente Società Cooperativa Alteya 2024). Lo studio è stato condotto all’interno di una struttura residenziale estensiva che ospita pazienti con disabilità fisiche e/o con deficit cognitivo. In tale contesto, oltre ai limiti legati alle disabilità motorie, per poter dedicare tempo ad attività, che prevedono la letto-scrittura, un ulteriore limite è rappresentato dall’analfabetismo di alcuni pazienti che presentano un deficit cognitivo di grado lieve. L’equipe si è interrogata su quali strumenti, facilmente accessibili, fossero in grado di far superare tale limite ed ha messo a punto un progetto pilota personalizzato.
Il potenziale della scrittura terapeutica
Il potenziale terapeutico della scrittura risiede nel fatto che lo scrivere è una forma espressiva (Kelly, RE., Wood, AM., Shearman, K., Phillips, S., Mansell, W. June 2012) che permette di esprimere i propri sentimenti, di riflettere sui propri pensieri e sulle proprie emozioni promuovendo il benessere e la crescita personale (Thiel, L., Sage, K., Conroy, P. 2015). Scrivere esprimendo ciò che si sente consente di alleviare il disagio emotivo legato allo stress o all’aver vissuto dei traumi (Pennebaker, JW., 1997).
La ricerca sugli effetti della scrittura terapeutica ha una lunga storia, nel 2022 due ricercatrici italiane hanno pubblicato sul Journal of Contemporary Psychotherapy una revisione degli studi esistenti. La revisione effettuata da Chiara Ruini e Cristina Mortara ha come scopo quello di descrivere gli utilizzi terapeutici della scrittura. La rassegna comprende sia le applicazioni tradizionali della Writing Therapy come la scrittura espressiva o quella autobiografica sia l’utilizzo della scrittura nei setting terapeutici con approccio fenomenologico-esistenziale e negli interventi di psicologia positiva, dove la scrittura viene utilizzata per promuovere il perdono, la gratitudine, la saggezza ed altre dimensioni positive. I risultati della revisione mostrano che la scrittura terapeutica migliora sia gli aspetti intrapersonali quali l’autostima, la consapevolezza di sé ed il senso della vita, sia quelli interpersonali quali il valore della connessione con gli altri e l’empatia (Lyubomirsky, S. & Layous, K., 2013). Gli interventi di scrittura terapeutica possono essere individuali o di gruppo e gestiti da un terapeuta in presenza o distanza tramite posta o internet (Ruwaard et al., 2011).
Il potenziale terapeutico della scrittura è stato utilizzato anche per migliorare l’integrazione sociale. Durante il lockdown per la pandemia da Covid-19, il servizio per l’integrazione sociosanitaria del comune di Cento, in collaborazione con il gruppo scout Agesci di Cento, ha realizzato un progetto denominato “Amici di penna” una storia scritta a mano. Alcuni ragazzi ospitati presso una struttura residenziale gestita dai servizi sociali, attraverso una piattaforma multimediale, hanno intrapreso un dialogo con i ragazzi scout con lo scopo di scrivere delle lettere da inviare a diversi anziani residenti a Cento. Il progetto ha permesso di costruire un ponte tra i giovani e gli anziani ma anche di creare nuovi rapporti tra i ragazzi.
Il progetto della cooperativa sociale Alteya sulla scrittura terapeutica
Il gruppo di ricerca indipendente della cooperativa sociale Alteya, cooperativa che gestisce nella regione Lazio varie strutture e servizi per persone con disabilità, ha indagato per mezzo di uno studio case report la possibilità, attraverso le funzioni della dettatura e della lettura vocale per immettere e leggere un testo nel PC, di utilizzare gli effetti terapeutici della scrittura con pazienti che, a causa della propria disabilità, non sono in grado di scrivere e leggere.
Il servizio educativo in collaborazione con quello psicologico ha redatto un progetto personalizzato da realizzare con una paziente di 53 anni con lieve deficit cognitivo, difficoltà di gestione della rabbia e analfabetismo, ricoverata presso una struttura estensiva residenziale. La paziente tende a costruire relazioni disfunzionali, la sua scarsa capacità di avere rapporti sociali appaganti è spesso la causa degli accessi di rabbia oltre ad avere un’influenza negativa sul tono dell’umore. Il progetto prevede che attraverso le funzioni di dettatura e lettura del PC, la degente possa intrattenere un rapporto epistolare con un “amico di penna”. L’equipe, che ha redatto e realizzato il progetto, ha scelto come referente epistolare un’educatrice non conosciuta dalla degente. La paziente è stata addestrata all’uso delle funzioni del pc supportata da un’operatrice, lo scambio epistolare avviene con cadenza settimanale. Sono stati registrati il numero di episodi di rabbia incontrollata manifestati ed è stato valutato il tono dell’umore con GSD scala (Yesavage, JA., Rose, TL., Lum, O., Huang, V. et al. 1983), prima di attivare e dopo sei mesi dall’aver attivato il rapporto epistolare. L’elaborazione dei dati raccolti indica che la “relazione di penna” si correla positivamente ad una diminuzione del numero degli accessi di rabbia e ad un miglioramento del tono dell’umore.
L’esigenza di condividere questa esperienza clinica, attraverso il case report, nasce dalla volontà di sensibilizzare sulla necessità di rendere accessibili attività semplici alle persone con disabilità e di poter stimolare nuove osservazioni ed ipotesi su come utilizzare strumenti comunemente disponibili per raggiungere questo obiettivo.