Cosa significa mantenere un segreto?
Avere segreti è una delle esperienze umane più comuni: quasi tutti hanno uno o più segreti che cercano di tenere nascosti da partner, amici, familiari o colleghi; secondo ciò che suggerisce la ricerca, circa il 97% delle persone (Slepian et al., 2017). Ma cosa significa avere un segreto? Fino a pochi anni fa, gli studi su tale argomento hanno concettualizzato la segretezza come l’occultamento attivo di una o più informazioni nel corso di un’interazione sociale: questa definizione sottintende che un individuo possa avere un segreto solamente all’interno di un’interazione diadica (ovvero, con un’altra persona da cui sta nascondendo attivamente un’informazione), e che l’esperienza della segretezza non possa essere vissuta quando si è da soli.
Recentemente, il gruppo di ricerca di Michael Slepian – professore associato di leadership ed etica presso la Columbia Business School – ha messo in discussione tale definizione e ha proposto una nuova concettualizzazione di segretezza, descrivendola come quello stato psicologico che si produce quando emerge l’intenzione di nascondere una determinata informazione a qualcuno (intenzione che può esistere indipendentemente dall’effettivo occultamento dell’informazione in un’interazione sociale). In altre parole, dal momento in cui una persona matura l’intenzione di nascondere un’informazione a una o più persone, essa ha un segreto, ed è possibile avere un segreto anche se non ci si trova in una situazione sociale che richiede di mantenerlo “attivamente”. Grazie a questa nuova concettualizzazione, i ricercatori hanno ipotizzato che il desiderio di mantenere segreta un’informazione possa indurre gli individui a vagare con la mente verso i loro segreti – mettendo in atto quello che in psicologia viene definito mind-wandering – anche quando non si trovano in contesti sociali dove devono nasconderli, e che ciò possa avere delle ricadute negative sul loro benessere.
Nuova concettualizzazione e nuove scoperte sui segreti
Per testare tali ipotesi, Slepian et al. (2017) hanno condotto una ricerca, composta da 10 sotto-studi, che ha coinvolto circa 2000 partecipanti. I risultati hanno evidenziato che le persone tendono a vagare con la mente verso i propri segreti più frequentemente di quanto non si trovino effettivamente in situazioni sociali che richiedono di occultare in modo attivo le informazioni che si vogliono tenere nascoste. Questa attività di mind-wandering relativa ai propri segreti, inoltre, predice significativamente un livello inferiore di benessere percepito (al netto di altri fattori, quali la significatività del proprio segreto e la frequenza con cui ci si interfaccia con la persona da cui si cerca di mantenerlo), così come una qualità relazionale più scarsa quando il segreto viene nascosto al proprio partner. Il dato forse più interessante emerso da questo studio è però che la relazione tra mind-wandering verso i segreti e diminuzione del benessere sembra essere mediata da una sensazione di inautenticità. Al giorno d’oggi, infatti, l’onestà e la trasparenza sono virtù che vengono tenute in grande considerazione, soprattutto nel contesto delle relazioni sociali (Sprecher & Regan, 2002): l’intenzione di nascondere un’informazione a una persona conosciuta – intenzione che viene ricordata ogni volta che si pensa al proprio segreto – potrebbe dunque segnalare che non si sta presentando il “vero sé”, fallendo nel soddisfare i propri valori personali e relazionali. E siccome il benessere è influenzato anche da elementi eudaimonici (ad esempio, vivere seguendo i propri valori; Ryan & Deci, 2001), sentirsi inautentici potrebbe condurre a una sua diminuzione.
Conflitti interiori generati dai segreti
Come abbiamo visto, mantenere i segreti può avere diversi effetti negativi, come una diminuzione del benessere e della qualità delle proprie relazioni sociali. Dagli studi di Slepian et al. (2017) è emerso che non è tanto l’atto di nascondere un segreto a essere problematico, bensì il fatto che il segreto torni spesso nei pensieri, anche in momenti in cui non ha nulla a che fare con la situazione. Rimuginare a lungo su un segreto, quindi, è ciò che porta a sentirsi isolati e stanchi.
Slepian et al. (2019) hanno ampliato ulteriormente la ricerca in materia, evidenziando che il semplice fatto di trattenere un’informazione genera un conflitto interiore tra il desiderio di connettersi con gli altri e la necessità di mantenere il segreto nascosto, creando una tensione continua che può avere effetti negativi sul benessere personale.
I risultati hanno inoltre confermato che rimuginare su un segreto può essere più dannoso che nasconderlo attivamente. Questo perché i segreti, quando vengono rielaborati mentalmente, ricordano alla persona che stanno trattenendo qualcosa che potrebbe influenzare le relazioni con gli altri. Ciò genera sensazioni di isolamento sociale, disagio e affaticamento mentale. La segretezza diventa quindi una fonte di stress non solo durante le interazioni sociali, ma anche nei momenti in cui si è soli, poiché il segreto può divenire una presenza costante nella mente.
Le conseguenze di questo conflitto interiore sono evidenti nei comportamenti quotidiani. Chi vive con un segreto tende a provare un maggiore affaticamento mentale, che si traduce in minore persistenza e concentrazione nei compiti che deve svolgere. Inoltre, il senso di isolamento autoimposto aumenta la sensibilità verso il giudizio sociale e il rischio di esclusione, facendo sì che le persone cerchino meno il contatto sociale, pur desiderandolo profondamente.
Mantenere un segreto, quindi, può diventare un circolo vizioso. Si evita di rivelarlo per paura di conseguenze negative, come il giudizio o il rifiuto, ma questo stesso comportamento intensifica i sentimenti di solitudine e distacco dagli altri. Il segreto non solo rappresenta un ostacolo alla connessione con gli altri, ma diventa anche una fonte di costante fatica e stress.
In definitiva, la gestione dei segreti è un aspetto complesso della vita sociale e personale degli individui. Comprendere l’impatto che i segreti hanno sul benessere mentale e sulle relazioni può aiutare a esplorare strategie per bilanciare il desiderio di mantenere certe informazioni private e il bisogno di condivisione e supporto sociale.